PIETRO DA PORTOGRUARO

PIETRO DA PORTOGRUARO

scultore

Immagine del soggetto

Pietro da Portogruaro, Compianto di Cristo. Immagine antecedente alla ricomposizione del 2009.

Il nome dello scultore Piero da Porto emerge in occasione di uno studio relativo al gruppo ligneo del Compianto di Cristo conservato nella pieve di Sant’Andrea Apostolo di Venzone. Tale ricerca ha consentito di identificare le statue come elemento centrale di un altare ligneo a portelle commissionato dalla confraternita dei Battuti per la chiesa di Santa Maria del Gonfalone a Venzone. Attraverso le note dei Libri Camerari della confraternita è stato possibile ricostruire l’aspetto complessivo dell’opera e risalire alle maestranze che vi lavorarono. Si trattava di un armadio ligneo intagliato e dorato, realizzato da un maestro che i camerari indicano come Zuan o Zani di Udine – presumibilmente Giovanni Martini – con sportelli dipinti da Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone raffiguranti all’esterno l’Adorazione dei Magi e all’interno la Circoncisione e lo Sposalizio della Vergine, oggi dispersi. L’ancona conteneva sculture lignee realizzate nel 1521 da «Piero intaiador de Porto» [Archivio del Pio Istituto Elemosiniere di Venzone, Confraternita del Gonfalone, Cameraria (Affitti di dentro), vol. 174, c. 80r] raffiguranti la «depositio de cruce Domini Nostri Iesu Christi», come riferito nella Visita del Patriarca Francesco Barbaro del 1603 (cfr. Archivio della Curia Arcivescovile di Udine, Visite pastorali – Cronistoria, D, fasc. 13, cc. 35v-36v). Il nome Piero da Porto non trova esatti riscontri nella letteratura artistica locale. Avrebbe contribuito alla sua identificazione il contratto fra la confraternita e lo scultore, stipulato il 7 settembre 1520 e registrato dal notaio Ieronimo Locatelo, ma non è stato ad oggi rinvenuto. Ricercando traccia dell’artista tra i documenti raccolti a fine Ottocento da Joppi e Bampo nei loro Contributi alla Storia dell’arte in Friuli, l’unica corrispondenza possibile è con l’intagliatore di ancone lignee Joannes Petrus (da ritenersi persona diversa dal pittore Giovanpietro da San Vito con cui i due studiosi lo assimilano), documentato tra il 1518 e il 1546, figlio di Nicolò Albanese, originario di Mure – in prossimità di Sextus in Silvis, corrispondente all’attuale Sesto al Reghena – e dal 1519 residente in modo pressoché continuativo a Portogruaro. Il Compianto di Venzone dimostra come Pietro da Portogruaro sia stato una figura di spicco nel panorama locale. ... leggi Anche se egli utilizza uno schema iconografico noto in ambito friulano, prossimo a quello adottato da Giovanni Mioni per i Battuti di Valeriano, si allontana in realtà dalle consuetudini della produzione lignea regionale addentrandosi in una ricerca originale sulla rappresentazione empatica del tema sacro. Alcune affinità lo legano alla produzione pittorica di Gianfrancesco da Tolmezzo: come in questo artista, l’influenza dei modelli nordici appare dominata da una sensibilità tutta italiana. La forza drammatica della rappresentazione si esprime infatti in una stringente coesione spazio-temporale e in un armonico bilanciamento formale e compositivo.

 

 

 

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Bibliografia

JOPPI, Contributo quarto; BAMPO, Contributo quinto; C. PALAZZETTI, Rovinosi fantasmi, Bollettino dell’Associazione Amici di Venzone, XXVIII-XXIX, Venzone, 2006.  

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