BRESSA GIUSEPPE MARIA (1742-1817)

BRESSA GIUSEPPE MARIA (1742-1817)

vescovo, benedettino, teologo

Immagine del soggetto

Frontespizio della lettera di mons. Giuseppe M. Bressa ai parroci, sul diritto di matrimonio. Pordenone 1815.

Angelo Pietro B. nacque a Venezia il 26 aprile 1742 dal nobile Pier Girolamo e da Orsola Morosini. In giovane età entra nel monastero di San Giorgio Maggiore, prendendo il nome di Giuseppe Maria. Dopo essersi laureato in teologia dogmatica a Padova, ritornò nella sua città natale, dove fu consacrato sacerdote il 6 aprile 1765. Lettore di filosofia e in seguito maestro di teologia nel monastero di San Giorgio Maggiore, fu influenzato dalla cultura francese e dal giansenismo italiano, in modo particolare dal pensiero del teologo Giuseppe Maria Pujati, del quale apprezzava l’aspirazione a un cristianesimo puro, rigoroso e svincolato dalla superstizione. Il 1° maggio 1779 papa Pio vi lo nominò vescovo di Concordia, su designazione del Senato Veneziano. B. si recò a Roma, dove il 18 luglio fu consacrato vescovo dal cardinale Scipione Borghese: prese quindi possesso della diocesi per procura nel mese di settembre. Il 25 gennaio 1780 raggiunse la propria sede e il 2 febbraio celebrò il primo pontificale nella chiesa di San Francesco a Portogruaro. Il nuovo presule dimostrò subito di possedere doti di misura e moderazione, nonché un’innata capacità di mediazione. Considerando prioritaria la formazione dei chierici, si interessò in primo luogo alla difficile situazione del seminario diocesano, cercando di reperire i fondi necessari al suo sostentamento. Nel maggio del 1788 il vescovo favorì la riconciliazione tra il capitolo cattedrale e la congregazione del clero di Sant’Andrea di Portogruaro (Sesta ordinaria), in prospettiva della riedificazione del duomo cittadino, di cui benedisse la prima pietra il 4 agosto 1793. Nella primavera del 1797 le truppe francesi invasero il territorio della Repubblica di Venezia. ... leggi A Portogruaro venne istituita una Municipalità. Il vescovo fu costretto a impegnare l’argento delle chiese di Portogruaro per partecipare alle spese di mantenimento dell’esercito occupante. In ottobre, con la ratifica del trattato di Campoformido, il Veneto e il Friuli passarono all’Austria. In tale occasione il presule diede alle stampe una lettera pastorale in cui si rallegrava per l’avvenuto accordo, ravvisando nel dominio austriaco l’inizio di un nuovo periodo di pace e stabilità. Nel 1805, dopo la sconfitta austriaca nella battaglia di Austerlitz, il Veneto e il Friuli furono annessi al Regno d’Italia. Nonostante le numerose difficoltà e incomprensioni che ben presto si manifestarono con il nuovo governo, monsignor B. mantenne un atteggiamento costruttivo e collaborativo al fine di evitare ripercussioni negative sulla diocesi. Nel 1806 il ministro per il Culto del Regno d’Italia Giovanni Bovara, incaricato di confiscare beni ecclesiastici per reperire fondi necessari a organizzare la pubblica amministrazione, impose la soppressione della Sesta ordinaria di Portogruaro e del convento dei Cappuccini di Pordenone. Nello stesso anno il ministero previde alcuni accorpamenti di istituti religiosi femminili. Il vescovo B. protestò presso il ministro, lamentando l’impossibilità di accorpare comunità appartenenti a ordini religiosi diversi. Nel gennaio del 1807 il ministro Bovara scrisse al presule per informarsi sulla situazione del seminario diocesano, manifestando la volontà di instaurare un controllo politico sull’istituzione. Nell’agosto dell’anno successivo fu decretata l’unione del monastero di San Michele di Spilimbergo con quello di Santa Chiara di Cividale: a nulla valsero le proteste del vescovo e della comunità spilimberghese. In settembre miglior sorte toccò, invece, alle Salesiane di San Vito che, grazie all’intervento del presule e di alcuni personaggi altolocati, riuscirono a conservare la propria autonomia. Nel 1810 il Regno d’Italia applicò delle modifiche alle proprie circoscrizioni amministrative, prevedendo la divisione dei territori soggetti alla diocesi di Concordia, una divisione destinata a perdurare negli anni: Pordenone e Spilimbergo furono assegnate infatti al Dipartimento del Tagliamento, con capoluogo Treviso, mentre Portogruaro entrò a far parte del Dipartimento dell’Adriatico, con capoluogo Venezia. Nel 1814, dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia e la sua abdicazione, il Congresso di Vienna stabilì la nascita del Regno Lombardo-Veneto. Il vescovo B. salutò con soddisfazione il ritorno degli Austriaci. Nel 1815 l’imperatore d’Austria Francesco I individuò nel presule concordiese il candidato ideale alla cattedra patriarcale di Venezia, rimasta a lungo vacante. La designazione dell’imperatore trovò anche il consenso di papa Pio VII. Il 15 agosto, però, monsignor B. comunicò ai fedeli concordiesi di aver rinunciato al patriarcato per poter continuare a svolgere il proprio ministero a Portogruaro. Qui morì il 13 gennaio 1817, chiedendo nel suo testamento di essere sepolto presso il monastero delle Salesiane di San Vito.

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Bibliografia

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