ANTONIO DA CIVIDALE

ANTONIO DA CIVIDALE (? - 1425)

domenicano, musicista

Immagine del soggetto

Particolare di affresco trecentesco del duomo di Venzone che raffigura un gruppo di cantori raccolti attorno a un libro corale.

I dati biografici disponibili su questo frate domenicano musicista, che si ritiene nativo di Cividale, sono pochi e non sempre certi, essendo in parte ricavati dai testi delle sue composizioni. Si suole identificarlo con quell’“Antonius de Civitato”, entrato nel settembre del 1391 nel convento di S. Domenico a Venezia, allora retto dal priore Giovanni Dominici di Firenze, futuro cardinale (l’appartenenza ai domenicani è sottolineata da A. da C. in diverse sue composizioni con riferimenti ai Santi protettori dell’ordine, come ad esempio nel mottetto Pie pater Dominice – O Petre martir – O Thoma lux ecclesie). L’anno seguente, divenuto superiore di quel medesimo convento, egli si adoperò per instaurarvi la riforma. Nel 1403 “fra Antonio q. Cristanno o. p. da Cividale” resse invece il convento di S. Pietro Martire in Udine e l’8 agosto 1411, insieme ad altri confratelli, partecipò al capitolo di S. Domenico nella città natale. In seguito potrebbe aver trascorso un periodo a Firenze, come suggerisce il mottetto O felix flos Florentia – Gaude, felix Dominice che celebra la città e l’elezione di Leonardo Dati a generale dell’Ordine, avvenuta il 26 maggio del 1414. Un altro mottetto, Strenua quem duxit – Gaudeat et tanti (datato 8 giugno 1423 nel ms), rinvia a Forlì in quanto ne celebra il signore Giorgio Ordelaffi, ma senza fornire certezze riguardo alla circostanza compositiva e a una eventuale presenza in loco di A. da C.: poiché l’Ordelaffi era morto il 25 gennaio 1422 e sua moglie, Lucrezia degli Alidosi, aveva assunto una contrastata reggenza della città a nome del figlio, alcuni studiosi ritengono che questa composizione sia stata scritta per il matrimonio del signore forlivese, celebrato il 3 luglio 1412. Sanctus itaque patriarcha Leuncius rinvia invece ai luoghi di culto di questo santo, Brindisi e Trani. ... leggi Resta controversa la recente attribuzione ad A. da C. del mottetto Clarus ortus clarior opere – Gloriosa mater ecclesia in lode di Martino V, pontefice dal 1417 al 1431, composizione che dovrebbe datarsi tra la fine del 1420 e l’inizio del 1421, quando la curia papale lasciò Firenze per tornare a Roma, e che potrebbe suggerire una presenza romana di A. da C. A questo scarno quadro biografico si può aggiungere solamente il luogo e la data di morte sopraggiunta in Cividale il 23 luglio del 1425, come indica il necrologio del locale convento di S. Domenico recentemente trascritto da Scalon. La produzione musicale oggi nota di A. da C. comprende diverse sezioni dell’ordinario della messa, sei mottetti, una ballata italiana, tre rondeaux e tre virelais: Sezioni di messa: Gloria, 2 voci (Cividale, Museo arch. naz., cod. LXXIX, f. di guardia); Gloria, 3 voci (Bologna, Bibl. univ., 2216); Gloria, 3 voci e Credo, 3 voci (Bologna, Civico Museo Bibl. mus., Q 15; Munich, Staatsbibliothek, 14274, = mus. 3232a, e mus. 3224); Gloria (Budapest, Egyetemi Könyvtár, ms U. Fr.l.m.297). Mottetti (i primi tre in Bologna, Civico Museo Bibl. mus., Q 15; gli altri in Oxford, Bodleian Library, Canonici misc. 213): O felix flos Florentia – Gaude, felix Dominice, 3 voci; Pie pater Dominice – O Petre martir – O Thoma lux ecclesie, 3 voci; Sanctus itaque patriarcha Leuntius, 4 voci; Strenua quem duxit – Gaudeat et tanti, 4 voci; Clarus ortus clarior opere – Gloriosa mater Ecclesia, 4 voci (attribuito da R. Nosow); Inclita persplendens (in onore di santa Caterina; frammentario, resta solo l’incipit della voce superiore). Ballata Io veggio per stasone, 3 voci (Siena, Bibl. com., L. V.30). Rondeaux (Lucca, Archivio di stato, ms 184 – Perugia, Bibl. com., ms 3065): Loingtemps j’ay mis mon cuer, 3 voci (anche in Firenze, Bibl. naz., Panciatichiano 26); Merçi, pour dieu merçi, ma dame, 3 voci; Vous soyés tres bien venus, 4 voci, Virelais: Atandre, atandre et atendus ay, 3 voci (Lucca, Archivio di stato, ms 184; recentemente scoperto un nuovo frammento); Conbien que lontain suy de vous, dame chiere, 4 voci (Torino, Bibl. naz. univ., ms T. III.2; Trento, Bibl. dei Padri Francescani, incun. 60, f. di guardia); Je suy si las venus pour tant atendre, 3 voci (Oxford, cit.). Un altro Gloria a 3 voci e una composizione (E ardo in un fogo), quest’ultima attribuita a un “Antonius clericus apostolicus”, incerto se identificabile col nostro, si conservavano in un codice (Strasbourg, Bibl. de la Ville, ms 222 C 22) distrutto nel 1870. Nella produzione di A. da C. si trovano sia lo stile piano e melodico di gusto italiano (particolarmente in alcune composizioni sacre), sia le più complesse formule melodiche, ritmiche e contrappuntistiche dello stile francese allora in voga nell’Italia settentrionale secondo la lezione di J. Ciconia. Un inventario (1-6-1440) dei libri del convento di S. Domenico in Cividale ricorda tra i libri del coro un «Graduale novum de tempore quod fecit frater Antonius de Civitato», rivelando così anche l’attività di copista del nostro.

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Bibliografia

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