DEGANUTTI MATTIA

DEGANUTTI MATTIA (1712 - 1794)

intagliatore

Immagine del soggetto

Armadio da sagrestia (1765) intagliato da Mattia Deganutti per la chiesa di S. Andrea Apostolo a Pozzuolo.

Nacque a Cialla di Prepotto il 28 giugno 1712, primogenito dell’agricoltore Luca e di Marina; venne a morte a Cividale del Friuli il 21 maggio 1794. Non si conoscono con certezza le tappe della sua formazione come mobiliere e intagliatore, probabilmente avvenuta dapprima in sede locale e poi sviluppata in qualche bottega veneziana (benché sia possibile anche la frequentazione di ambienti viennesi). Anche il fratello Andrea svolse l’attività di mobiliere a Cividale, seguendo un’attività separata e parallela (suoi alcuni arredi nel duomo di Tolmezzo). La produzione del D. è caratterizzata da un repertorio stilistico rococò legato al gusto Luigi XV, in cui sono presenti preziosi elementi decorativi, dalle forme fantasiose e dagli elaborati intrecci. Gran parte delle sue realizzazioni sono legate all’arredo chiesastico, in particolare grandi armadi per sacrestie, stalli e confessionali, nonché ad alcune committenze per dimore aristocratiche. Il D. tenne laboratorio nella città ducale, dove riceveva commissioni sia dal Friuli veneziano sia da quello austriaco. Un dettagliato catalogo dell’opera del mobiliere cividalese è stato redatto da Mattaloni. I primi lavori documentati risalgono al 1742 con un pulpito e un confessionale per la parrocchiale di Remanzacco, ai quali fanno seguito nel 1749 e nel 1751 le commissioni per due armadi nella sacrestia del duomo di Cividale. Nel 1755 fu chiamato a realizzare gli stalli per la parrocchiale di Buttrio e nell’anno successivo un grande armadio per la chiesa cividalese di S. Giovanni in Xenodochio. ... leggi Successivamente si infittiscono le richieste, tra le quali spiccano gli armadi per le sacrestia della chiesa di S. Francesco a Capodistria del 1761 e l’anno dopo per quella di S. Antonio a Tavagnacco. Nel 1765 consegnò i banchi per il duomo di Cividale, oltre agli armadi per le sacrestie della chiesa dei SS. Pietro e Biagio nella stessa città e di S. Andrea Apostolo a Pozzuolo del Friuli. Oltre a ciò nel 1766 licenziò il portale principale della parrocchiale di Remanzacco, dove sei anni dopo inviava un armadio per la sacrestia, e nel 1768 l’armadio per la sacrestia di S. Apollonia a Grupignano, chiesa per la quale nel 1770 realizzò un confessionale. Inoltre nel 1773 costruì gli stalli del coro e un confessionale per la chiesa parrocchiale a Corno di Rosazzo; dello stesso anno sono pure gli stalli del coro della parrocchiale di Trivignano Udinese. Dell’alto livello qualitativo raggiunto da D. e della fortuna della sua produzione sono prova i numerosi e impegnativi interventi per il duomo di Udine, tra il 1780 e il 1783, per il quale approntò gli arredi delle sacrestie. A Cividale nel 1786 intagliò la bussola e il portale d’ingresso della chiesa di S. Martino e due anni dopo il cassone dell’organo e la cantoria per il duomo. Tra le ultime esecuzioni figurano nel 1790 gli stalli del coro e un grande armadio per la parrocchiale di Villaorba di Basiliano e nel 1792 il pulpito del duomo di Cividale. Della numerosa produzione del D. alcune opere sono andate perdute, in particolare la cattedra del provveditore di Cividale (1795) e una nutrita serie di mobili per la chiesa della Beata Vergine ad Melotum di Buia (documentati dal 1750 al 1769).

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Bibliografia

C. MATTALONI, Mattia Deganutti maestro lignario 1712-1794, Cividale del Friuli, Libera Accademia Città di Cividale, 1999 (con catalogo delle opere, regesto documentario e bibliografia precedente).

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