VENDRAME LIBERALE

VENDRAME LIBERALE

tipografo

Immagine del soggetto

Frontespizio de 'La pace di Vienna 14 ottobre 1809'. Canzone di Antonio Liruti..., stampata «dai torchj di Liberale Vendrame», Udine 1809 (Udine, Biblioteca civica).

Nella prima metà dell’Ottocento operavano a Udine diverse tipografie, che seppero adeguarsi rapidamente ad un periodo denso di avvenimenti e di profonde trasformazioni politiche, economiche e sociali. Tra questi stampatori si ricordano soprattutto Girolamo Murero, i fratelli Pecile, «tipografi dipartimentali e dispensatori delle stampe pubbliche» che lavorarono molto per conto degli editori Mattiuzzi e Luigi Berletti che fondò in città la prima officina specializzata in spartiti musicali. In questo torno d’anni, particolarmente attiva fu la tipografia Vendrame, il titolare della quale nel 1782 si era trasferito nel capoluogo friulano da Castelfranco Veneto. Liberale rimase a capo dell’azienda di famiglia almeno fino al 1840, mentre a partire dal 1846 la direzione fu rilevata da un certo Giovanni Vendrame, probabilmente suo figlio. Nel 1855 l’officina era dotata di quattro torchi e occupava sette operai. Tra le edizioni Vendrame, meritano di essere citate: La scuola infantile di carità, un piccolo libretto di versi di Silvio Pellico (1839); le Monografie friulane con frontespizio e illustrazioni della litografia Berletti, pubblicate in occasione dell’arrivo dell’arcivescovo Zaccaria Bricito; i tre volumi in friulano delle Poesiis di Pieri Zorut (1846, 1847, 1857); i Versi di Ippolito Nievo (1854), oltre ai libretti delle opere rappresentate nel teatro di Udine ed ai programmi della Società filarmonico-drammatica. Ma l’azienda si dedicò soprattutto alla stampa periodica. Infatti, dopo la cessazione del filofrancese «Giornale di Passariano» (1806-1808), pubblicato dai Pecile, la tipografia Vendrame fece uscire il «Foglio del Dipartimento di Passariano» (22 gennaio 1813-30 marzo 1814), che assunse una posizione più morbida nei confronti degli austriaci. ... leggi Nella primavera del 1848, nei giorni della grande illusione dell’indipendenza dall’Austria, comparve ad opera di Giambattista Castellani e Clemente Fusinato per i tipi di Vendrame il periodico udinese «Giornale politico del Friuli», di cui vennero pubblicati solo diciannove numeri (27 marzo 1848-17 aprile 1848), e poco più tardi uscì «L’alchimista», poi intitolato «L’alchimista friulano» (1850-1856), foglio di scienze, lettere, arti, industria e commercio redatto da Camillo Giussani e Luigi Picco. Per iniziativa dello stesso Giussani, a partire dal 1859 fu stampato anche il settimanale «Rivista friulana», che nel numero 31 del luglio 1866 ebbe l’onore di annunciare l’ingresso a Udine «delle gloriose schiere italiane» guidate dal generale Cialdini. Un altro settore in cui la tipografia Vendrame si distinse fu quello degli almanacchi e dei lunari, testi in formato tascabile indirizzati a un pubblico vasto. Nel 1821 vide la luce il primo Strolic furlan di Pietro Zorutti, che segnò l’inizio di una stagione particolarmente fortunata per questo genere di materiale, grazie «al felice connubio dell’elemento poetico di stampo satirico, accompagnato a volte da gustose immagini, con la parte pratica arida ma necessaria a seguire il passare delle stagioni». Accanto a diversi almanacchi di Zorutti, V. pubblicò in friulano anche L’indovin udinés. Pronostic par l’an 1823 di Pietro Colautti e il Pronostic sentimental par lis bielis dal Friul. Lunari par l’an 1836 di Nicolò Stefanio. Nel 1861 l’attività passò a Giuseppe Seitz, figlio di Orsolina Vendrame e del goriziano Giovan Battista Seitz.

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Bibliografia

COMELLI, Arte della stampa, 214, 220, 244, 245; F. TAMBURLINI, La vita culturale e sociale a Udine negli anni della restaurazione, in Età Restaurazione, 179-188; CLIO, 10272-10276; Editori italiani dell’Ottocento. Repertorio, a cura di A. GIGLI MARCHETTI - M. INFELISE - L. MASCILLI MIGLIORINI [et al.], II, Milano, F. Angeli, 2004, 1124-1125.

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