TORRE HOFER VALSASSINA (DELLA) GIUSEPPE

TORRE HOFER VALSASSINA (DELLA) GIUSEPPE (? - 1831)

militare, banchiere

Immagine del soggetto

Giuseppe della Torre Hofer Valsassina, fondatore del Monte di pietà  di Gorizia nella prima metà  dell'Ottocento (Gorizia, Fondazione CARIGO).

Figlio di Giovanni Battista e Maria Cecilia di Strassoldo, fratello del letterato Raimondo, nacque il 9 aprile 1760. Scelto da Maria Teresa per far parte dell’equipaggio delle fregate donate al figlio Pietro Leopoldo granduca di Toscana, s’imbarcò a Livorno già nel 1770. Protetto da lord John Acton, quando questi fu “prestato” da Leopoldo a Ferdinando IV di Borbone per riorganizzarne la marina lo seguì a Napoli (1779). Per essere addestrato meglio, venne arruolato nella marina francese. Combatté nel Mar dei Caraibi e nell’Atlantico (1779-1781). Poi affiancò l’Acton a Napoli e lo coadiuvò anche al Supremo consiglio di finanza che il lord, favorito dalla regina Maria Carolina, aveva creato (1782). Scoppiata la guerra russo-turca, servì Giuseppe II d’Asburgo (1789) e, quando a questi successe il fratello Pietro Leopoldo, divenne generale maggiore d’armata (1791). A guerra finita, tornò a Napoli. Tra 1798 e 1799 partecipò alla spedizione contro la Repubblica romana e, quando il Regno di Napoli fu invaso, adempì al penoso incarico d’incendiare le navi della flotta reale, quindi riparò in Sicilia. Nella brutale repressione della Repubblica partenopea presiedette la corte marziale incaricata del giudizio di Francesco Caracciolo, condannato all’ergastolo e poi all’impiccagione, su insistenza di Nelson e della regina. Ottenne il comando del dipartimento di marina di Napoli (1799), la nomina a cavaliere commendatore dell’ordine di S. Ferdinando e del Merito (1801) e la tenuta di Licola. Dal 1801 costruì a Posillipo una villa con magnifico parco, di cui disegnò gli elementi architettonici. L’instaurazione a Napoli del governo napoleonico-murattiano troncò la sua carriera militare. Tornò a Gorizia (1807), che lasciò nel 1814 per raggiungere a Palermo re Ferdinando e rientrare con lui a Napoli (1816), dove si trattenne iniziando una lucrosa attività di scambi commerciali tra Toscana e Regno delle Due Sicilie. ... leggi Riavuti i beni sequestrati e i relativi, insufficienti indennizzi (1819), cedette la villa di Posillipo (1820) e, acquistata in Toscana la rinomata tenuta “Il Borro” (1822), intraprese a commerciarne i prodotti. Scrisse il Saggio elementare sopra quanto è più necessario ed interessante a sapersi da ogni colta persona rispetto la Storia, la Sfera, il Globo Celeste e la geografia, sui progressi mondiali della navigazione e delle marine da guerra, e, spinto anche dall’esempio del prozìo Francesco Ulderico, concepì il progetto di fondare a Gorizia un Monte di pietà. Nel 1829 affidò a Giuseppe Domenico Della Bona l’incarico di predisporre tale progetto. Acquistata la sede della Cassa d’imprestanza, liquidata proprio nel 1829 e avente origine dal Monte aperto nel 1753 da Carlo Michele d’Attems, presentò all’imperatore il progetto definitivo del nuovo Monte, cui volle annessa una Cassa di risparmio (1830). Nominò suoi procuratori Sigismondo di Teuffenbach e Francesco Savio, futuro direttore generale e cassiere Della Bona. Il lungo iter burocratico si concluse il 18 maggio 1831 con l’apertura dell’ente. Dopo poco, il 13 luglio 1831, egli moriva a Venezia, assistito dal nipote Giovan Battista.

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Bibliografia

Le carte personali di d. T. sono conservate in ASTs, Archivio Della Torre e TassoASPG, Manoscritti, 183, Discorso storico intorno alla origine della famiglia della Torre, a lui dedicato dal napoletano F. S. Marotta.

R. PICHLER, Il Castello di Duino. Memorie, Trento, Seiser, 1882, 429-433; C.L. BOZZI, Il Monte di Pietà e la Cassa di Risparmio di Gorizia nella economia della Provincia isontina (1831-1967), Gorizia, Cassa di risparmio di Gorizia, 1967, 197-199; V. CUOCO, Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, a cura di P. VILLANI, Roma-Bari, Laterza, 1980 (ristampa dell’edizione 1806), 114; Storia di una fondazione, 63-153.

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