TAGLIAFERRI AMELIO

TAGLIAFERRI AMELIO (1925 - 1994)

storico economico

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Il professore Amelio Tagliaferri.

Nato a Cutigliano, nella montagna pistoiese, il 16 dicembre 1925, quarto di cinque figli, da Francesco, bergamasco, maresciallo del Corpo forestale, e da madre toscana, Elisabetta Fanfani, cugina di primo grado di Amintore Fanfani, trascorse l’infanzia e la giovinezza per lo più a Pisino d’Istria, a Fiume e dal 1937 a Cividale del Friuli, dove compì gli studi liceali. Nel 1948 si laureò in farmacia all’Università di Urbino. A Cividale conobbe Italia Picotti, che sposò nel 1952 e dalla quale ebbe due figlie. Per lavoro dovette trasferirsi nel 1951 a Milano, dove fu direttore di farmacia; nel 1954 divenne propagandista farmaceutico della Carlo Erba per la provincia bresciana, mentre negli anni 1959-1965 fu titolare di farmacia a Virle, vicino a Brescia. Frattanto, nel tempo libero, cominciò ad assecondare la sua più profonda vocazione, la ricerca storica, distinta in due grandi passioni: quella per l’indagine archeologica dell’età romana e altomedievale, e quella per la storia economica, fondata su una intensa frequentazione degli archivi. Non pochi dei suoi primi studi, concernenti soprattutto la civiltà dei longobardi, della quale T. divenne uno specialista, furono pubblicati – il primo nel 1957 – in collaborazione con lo studioso cividalese Mario Brozzi. Essi sfociarono nella monografia I Longobardi nella cultura e nell’economia italiana del primo Medioevo, edita nel 1965, di cui uscì nel 1969 la seconda edizione riveduta. T. ebbe l’incoraggiamento e la stima dello storico milanese Gian Piero Bognetti, alla cui memoria dedicò un volume nel 1964, di Carlo Guido Mor e di Amintore Fanfani. ... leggi Cessata la professione di farmacista, ritornò con la famiglia a Cividale, città ricca di storia e tesori d’arte, della quale ebbe a occuparsi in vari lavori. Dall’ottobre 1965 fu per tre anni assistente incaricato presso la cattedra di storia economica della Facoltà di economia e commercio di Verona, ricoperta da Gino Barbieri, che ne avrebbe seguito le successive vicende accademiche e attività scientifiche. Nel 1968, conseguita la libera docenza, ottenne l’incarico di storia economica alla Facoltà di economia e commercio dell’Università di Venezia, assumendo pure la direzione dell’omonimo Istituto. Nel novembre 1970, vinto il concorso nazionale, fu chiamato a ricoprire la cattedra di storia economica all’Università di Trieste, dove rimase fino al 1981. Nel novembre di quell’anno ottenne il trasferimento alla cattedra di storia moderna e contemporanea della Facoltà di lingue e letterature straniere presso l’Università di Udine, dove insegnò fino all’ottobre 1991, tenendo inoltre la direzione dell’Istituto di storia, di cui organizzò le strutture didattiche e scientifiche. A Udine promosse l’istituzione del corso di laurea in storia e tutela dei beni culturali, del cui comitato direttivo fece parte fin dalla costituzione (ottobre 1985). La sua bibliografia, pur senza considerare recensioni, note, articoli di giornali e simili, comprende 204 titoli, tra i quali figurano monografie, curatele, saggi in volumi miscellanei, contributi in riviste. Con L’economia veronese secondo gli estimi dal 1409 al 1635, pubblicata nel 1966, imboccò decisamente il percorso storico-economico, destinato a diventare preponderante, ancorché non esclusivo, nella sua attività di ricerca. Seguirono due monografie, Consumi e tenore di vita di una famiglia borghese del ’600 e Struttura e politica sociale in una comunità veneta del ’500 (Udine), pubblicate rispettivamente nel 1968 e 1969. Nel periodo triestino T. realizzò il più ambizioso dei suoi progetti, la pubblicazione del corpus completo delle Relazioni dei Rettori veneti in Terraferma in quattordici volumi usciti tra il 1973 e il 1979, una delle fondamentali fonti per la storia della Serenissima Repubblica. Di tale monumentale opera, che richiese cospicui investimenti di risorse umane, scientifiche e finanziarie, egli non fu solo l’ideatore e il coordinatore scientifico: si fece pure carico di buona parte del lavoro effettivo, dalla trascrizione delle relazioni alla correzione delle bozze. Con il volume Udine nella storia economica (1982), partecipò alle pubblicazioni ufficiali per la celebrazione del millenario della città. Svolse inoltre un’intensa attività seminariale e congressuale, evidenziando notevoli capacità organizzative: va ricordato, tra gli altri, il convegno tenutosi a Cividale nel settembre 1983, “I ceti dirigenti in Italia in età moderna e contemporanea”, di cui pubblicò gli atti. In coerenza con la rilevanza assegnata alla didattica, T. fu un attento studioso delle istituzioni accademiche: pubblicò le sue ricerche sulla storia sia di Ca’ Foscari che dell’Università di Trieste nel cinquantesimo di fondazione della Facoltà di economia e commercio. Di T. vanno sottolineati la vastità degli interessi scientifici e l’instancabile attivismo; fu pure assertore di una multidisciplinarietà che consentisse di superare gli steccati tra discipline diverse. A tal proposito valorizzò l’indagine archeologica e la prospezione di superficie come scienza da affiancare alla storia, onde colmare i vuoti delle fonti scritte: se non può essere reputato un archeologo professionista, fu nondimeno promotore di scavi, patrocinatore di esposizioni e studi in materia. Nel 1986 pubblicò in tre volumi Coloni e legionari romani nel Friuli celtico. Una ricerca archeologica per la storia, frutto di tale metodologia di sistematica ricerca “sul campo” volta a ricostruire la storia antica del territorio e delle popolazioni tra Tagliamento e Isonzo. Analoga impostazione ebbe lo studio, dato alle stampe nel 1991, riguardante gli insediamenti di epoca romana nell’alta valle del Tevere. Molteplici furono i suoi impegni culturali anche al di fuori del mondo accademico: fu, in particolare, direttore scientifico, a titolo gratuito, del Museo archeologico nazionale di Cividale (1980-1990), di cui diresse, fino alla sua scomparsa, l’annuario «Forum Iulii». Collaborò con lo spoletino Centro italiano di studi sull’alto medioevo, pubblicando due volumi del corpus della scultura altomedievale, il secondo dei quali, Le Diocesi di Aquileia e Grado, nel 1981. Negli anni 1988-1993 fu presidente della Deputazione di storia patria per il Friuli e direttore delle «Memorie storiche forogiuliesi». Curò l’organizzazione di una grande mostra internazionale sulla civiltà longobarda, inaugurata a Cividale nel giugno 1990. Si spense nella città ducale il 4 agosto 1994.

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Bibliografia

A. TAGLIAFERRI, Scritti, Pordenone, GEAP, 1986. G. PANJEK, Profilo biografico del prof. Amelio Tagliaferri (1925-1994), dattiloscritto datato 19 aprile 1995; A. FANFANI, Introduzione, in Saggi di storia economica. Studi in onore di Amelio Tagliaferri, a cura di ID., Pisa, Pacini, 1998, 9-15; B. POLESE, Bibliografia di Amelio Tagliaferri, ibid., 17-30; G.M. PILO, Per Amelio Tagliaferri, in «Per sovrana risoluzione». Studi in ricordo di Amelio Tagliaferri, a cura di G.M. PILO - B. POLESE, Monfalcone, EdL, 1998, 13-15; E. LIESCH, Tagliaferri, un uomo e dirigente onesto, ibid., 17-19; B. POLESE, Ricordo di Amelio Tagliaferri studioso e maestro di Storia, ibid., 21-36; F. PIUZZI, L’attività archeologica di Amelio Tagliaferri, ibid., 39-40.

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