STRASSOLDO GIULIO GIUSEPPE

STRASSOLDO GIULIO GIUSEPPE (1771 - 1830)

amministratore pubblico

Immagine del soggetto

Giulio conte di Strassoldo, litografia di Staub su disegno di Guérard (collezione privata).

Nacque a Gorizia il 1° settembre 1771, figlio di Vincenzo Strassoldo di Sotto, ramo di Chiasottis, e di Amalia di Valvasone-Cucagna. Signore di Mortegliano, Chiasottis, Malisana e Fratta, fu ufficiale prima al servizio del granduca di Toscana, poi dell’esercito austriaco. Nel 1814 era tenente-maresciallo sotto il comando del feldmaresciallo H. J. Bellegarde, allora a capo dell’esercito austriaco nell’Italia settentrionale; in questa veste assunse vari incarichi politici nell’amministrazione dei territori occupati, a Parma, Milano e Bologna. Nell’aprile 1815 fu chiamato a Milano come direttore generale della polizia. Il 3 agosto 1816 divenne governatore delle Province Illiriche a Lubiana. Fu infine nominato presidente del governo (governatore) della Lombardia a Milano; si insediò nella carica nel febbraio 1818, accanto al viceré Ranieri d’Asburgo-Lorena. S. comprese bene alcuni problemi della regione che amministrò, soprattutto in campo economico. Nelle relazioni che inviò a Metternich (importante quella del 29 luglio 1820) seppe cogliere le difficoltà dell’inserimento della Lombardia nel sistema politico-amministrativo austriaco e si pronunciò contro il protezionismo imposto da Vienna. Si mostrò, tuttavia, intransigente contro ogni forma di opposizione politica, anche sul piano strettamente culturale. Ostacolò la pubblicazione de «Il Conciliatore», decretandone la soppressione nell’ottobre 1819, dopo poco più di un anno di vita. Si occupò personalmente della censura, istituendo un complesso sistema di controllo delle poste e dell’editoria: fece sequestrare, tra l’altro, le poesie di Giacomo Leopardi (1820) e di Carlo Porta (1827). Per impedire l’invio di libri italiani dal Canton Ticino arrivò a proporre sanzioni economiche contro la Svizzera. ... leggi Ossessionato dal timore della diffusione delle società segrete, nell’agosto del 1820 emise una notificazione contro la Carboneria, minacciando la condanna a morte per i suoi aderenti. Nel marzo 1821 propose l’arresto di trecento esponenti liberali accusati di cospirazione, ma il viceré Ranieri respinse la richiesta. Nel corso dell’anno furono comunque imprigionati e condannati a morte Piero Maroncelli, Silvio Pellico, già direttore de «Il Conciliatore», e poco dopo il conte Federico Confalonieri, fondatore del periodico. L’imperatore commutò le condanne a morte nel carcere duro nella fortezza boema dello Spielberg. Dopo questi arresti, S. venne accusato di aver introdotto in Lombardia un regime di polizia; al suo comportamento fu contrapposta la mitezza del viceré Ranieri. Passarono in secondo piano le numerose opere pubbliche realizzate sotto il suo governo: la strada del Passo dello Spluga verso la Svizzera (1821); la Cassa di risparmio di Milano, fondata sul modello di quella di Vienna (1823); la navigazione a vapore sul Lago di Como e sui fiumi lombardi; varie istituzioni assistenziali a Milano; il restauro del Cenacolo di Leonardo. Nel 1826 a Milano si auspicava in modo esplicito la rimozione di S., ormai malevolmente soprannominato “il Tabacchino”; egli tuttavia rimase in carica fino alla morte, avvenuta a Milano il 3 maggio 1830. Nel 1839 gli fu eretto un grande monumento funebre nella chiesa di S. Maria della Passione, opera dello scultore P. Marchesi. Non ebbe eredi diretti. Caratteristico esponente della nobiltà goriziana di ancien régime, funzionario poliglotta (prediligeva il francese rispetto all’italiano e al tedesco), fu al servizio dell’Austria con incarichi di altissimo livello, manifestando sempre una netta opposizione alle idee liberali.

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Bibliografia

[D. MANIN], Carte segrete e atti ufficiali della polizia austriaca in Italia dal giugno 1814 al 22 marzo 1848, Capolago, Tipografia Elvetica, 1851-1852, I, 259; II, 196-198, 289, 299; A. STERN, Memoriale del conte Strassoldo al principe di Metternich sulle condizioni e i sentimenti della Lombardia, «Rivista storica del Risorgimento italiano», 1 (1895), 570-576; L. SCHIVIZ VON SCHIVIZHOFFEN, Der Adel in den Matriken der Grafschaft Görz und Gradisca, Görz, Selbstverlag, 1904, 136; J.A. HELFERT, Zur Geschichte des lombardo-venezianischen Königreichs, Wien, A. Hölder, 1908, indice; Carteggio del Conte Federico Confalonieri, Milano, Tipolitografia Ripalta, 1910-1913, indice; E. BELLORINI, “Il Conciliatore” e la censura austriaca, in Scritti vari di erudizione e di critica in onore di Rodolfo Renier, Torino, Bocca, 1912, 289-297; A. SANDONÀ, Il Regno Lombardo Veneto, 1814-1859. La costituzione e l’amministrazione, Milano, Cogliati, 1912, indice; Storia di Milano, Milano, 14-16, Fondazione Treccani, 1953-1966, indice; D. MACK SMITH, Il Risorgimento italiano. Storia e testi, Bari, Laterza, 1968, 41-44; M. MERIGGI, Amministrazione e classi sociali nel Lombardo-Veneto (1814-1848), Bologna, il Mulino, 1983, indice; F. MENA, Stamperie ai margini d’Italia. Editori e librai nella Svizzera italiana, 1746-1848, Bellinzona, Casagrande, 2003, 172-182, 195-198; S. CAVAZZA, voce, in ÖBL, 13 (2009), 366-367.

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