PICOTTI GIUSEPPE MARIA

PICOTTI GIUSEPPE MARIA (1757 - 1838)

tipografo, editore

Nacque a Cormons (Gorizia) il 1° aprile 1757 da Giovanni Maria, originario di Nonta in Carnia, e Pasca Gieroniti, sposatisi il 27 novembre 1747. Non si hanno notizie sulla sua formazione e sugli anni giovanili, salvo il trasferimento avvenuto, secondo Moschini, nel 1775 a Venezia, dove lavorò come assistente alle operazioni medico-chirurgiche presso gli ospedali della città. Sposò una Gasparini, sua compaesana, dalla quale ebbe una figlia, Marina, moglie di Antonio Manzoni, che prima collaborò e poi divenne direttore della tipografia del suocero. All’originaria attività affiancò dal 1793 quella di commerciante di stampe, intrapresa grazie all’amicizia con gli incisori Francesco del Pedro e Ignazio Colombo. Il ruolo di P. nella realizzazione (limitata all’incisione delle scritte) e commercializzazione di stampe è desumibile dai Fasti veneti, iniziati nel 1796 ma interrotti già nel 1797, una serie di immagini con didascalie illustrative dettate dall’abate Francesco Boaretti che avrebbero dovuto immortalare i fatti più salienti della storia di Venezia. La stessa sottoscrizione «Presso Giuseppe Picotti in Venezia» di un’altra sfortunata impresa, la Serie dei Papi, realizzata in parte tra 1799 e 1802, testimonierebbe inoltre l’acquisto di alcuni torchi calcografici e l’impianto di una stamperia. P. non avrebbe abbandonato tale occupazione, sommandovi, a partire dal 1801, quella di tipografo ed editore inizialmente sotto il nome di Giovanni Palese. L’occasione fu la stampa della grande opera, coordinata da Leopoldo Marcantonio Caldani e dal nipote Floriano, Anatomia, divisa in 464 tavole, con illustrazioni e spiegazioni a stampa. L’idea era quella di raggruppare le più importanti tavole anatomiche di autori moderni o contemporanei disperse in numerosi volumi, di incidere nuovamente le figure dando a tutte una dimensione uniforme, e di mettere così a disposizione uno strumento di ricerca e controllo. ... leggi Nell’ambito del suo impiego originario presso l’ospedale veneziano degli Incurabili, P. aveva infatti fatto conoscenza con numerosi medici e con l’ambiente accademico dell’Università di Padova. Nelle lettere tra P. e Floriano Caldani sulla realizzazione delle Icones anatomicae, sono numerosi gli accenni alle problematiche tecniche e artistiche della realizzazione incisoria. L’aspetto più complesso che l’editore si trovò ad affrontare fu quello in cui all’epoca era meno preparato: la stampa tipografica delle Iconum anatomicarum explicatio, il testo da allegare alle tavole incise. Fu tale impegno a spingere P. ad organizzare in proprio una tipografia con annessa fonderia, impresa avviata nel 1807, un anno dopo lo scioglimento della società con Palese. Nei primi tre decenni dell’Ottocento la tipografia di P. divenne una delle maggiori attive a Venezia, molto apprezzata per la qualità delle edizioni in campo medico e storico-artistico, anche se finanziariamente non sempre solida. Dal 1808 fino al 1837 P. fu lo stampatore ufficiale dell’Accademia di Venezia, della quale pubblicava annualmente i Discorsi letti in occasione della distribuzione dei premi. Egli, inoltre, aveva stampato nel 1813, 1816, 1818 i tre volumi della Storia della scultura di Leopoldo Cicognara. Nel 1819 la bottega di P. fu scelta da Fabio di Maniago per pubblicare la sua Storia delle belle arti friulane, una preferenza giustificabile non solo dal livello tecnico dell’impresa, ma anche dai numerosi contatti che l’editore ebbe con intellettuali friulani, giuliani e istriani, i cui preziosi carteggi sono oggi conservati nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia. Fra i tanti che affidarono a P. la stampa delle loro opere si ricordano i medici Francesco Maria Marcolini, Giovanni Battista Stratico, Niccolò Antonini (traduttore e commentatore anche di un’opera di ortopedia del francese Pierre-François-Frederic Desbordeaux) e Giovanni Pellizza; gli storici Joel Kohen, Francesco Salomone Kandler, Giuseppe Mainati e Pietro Stancovich; i letterati Antonio Di Brazzà, Marcantonio Amalteo, Domenico Rossetti, Andrea Mustoxidi e Giulio Gravisi. La sua affiliazione alla massoneria lo portò ad avere frequentazioni anche con l’udinese Gabriele Pecile. È difficile analizzare in dettaglio la ricca produzione editoriale e tipografica successiva di P., anche per la mancanza di repertori esaustivi. Dopo l’esperienza acquisita con le Icones anatomicae dei Caldani, pubblicò le Epizoozie di Bottani Trino, la traduzione italiana della Storia della medicina di Sprengel, il Manuale di storia naturale di Buffon. Altre importanti realizzazioni riguardarono la traduzione della Storia d’Inghilterra di Hume, il Commentario sopra il codice civile universale della monarchia asburgica fatto stampare per l’interessamento del governo, i primi tre volumi delle Iscrizioni veneziane di Emanuele Cicogna e, in ambito strettamente letterario, la stampa realizzata insieme all’editore Plet delle Opere complete di Torquato Tasso (1833-1835). Gran parte della sua produzione era tuttavia costituita dalle «edizioni di commercio e di partito»: calendari, libretti per nozze, odi, sonetti, edizioni per privati o per altri editori. La quantità dei torchi presenti nella bottega ed il numero degli addetti costituiscono un indicatore delle fortune imprenditoriali di P. Nel 1815 erano presenti due torchi da stampa e due torchi calcografici con annessa bottega calcografica, in cui lavorarono gli incisori Felice Giuliani e Giovanni Battista Torcellan. La precisazione che P. attendeva altri due torchi da stampa da Milano suggerisce un’attività in pieno sviluppo, tanto che la bottega ne avrebbe contati cinque nel 1832, con quindici addetti. Quattro anni dopo, nel 1836, l’azienda appare in un periodo di recessione con appena quattro occupati e sei torchi, ma la massima parte delle attrezzature viene descritta come inattiva. Nel 1837, infine, i dipendenti passarono a sette con solo tre torchi. P. morì l’anno seguente, il 1838, all’età di ottantuno anni. La figlia prese il suo posto nella conduzione dell’azienda, proseguendo l’attività per poco tempo.

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Bibliografia

ASV, Dipartimento di censura, 2/45; ibid., Portofranco, 10, tit. VIII, 27/54; mss BNMV, Cicogna, 3190, 3192, 3193, lettere a G. Picotti. G. MOSCHINI, Dell’incisione in Venezia, Venezia, Zanetti, 1924, 160-161, 196-197; A. GIACOMELLO, Un tipografo friulano a Venezia. Giuseppe Picotti primo stampatore di Fabio di Maniago, in Fabio di Maniago e la storiografia artistica in Italia e in Europa tra Sette e Ottocento, a cura di C. FURLAN - M. GRATTONI D’ARCANO, Udine, Forum, 2001, 81-94; M. CALLEGARI, Picotti, Giuseppe, in Editori italiani dell’Ottocento. Repertorio, a cura di A. GIGLI et al., II, Milano, F. Angeli, 2003, 842.

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