IPPOLITI MARIA

IPPOLITI MARIA (1861 - 1932)

pittrice

Immagine del soggetto

Ritratto di Maria Ippoliti, olio su tavola di Millo Bortoluzzi, 1901 ca. (collezione privata).

Nacque a Udine il 25 settembre 1861. La madre Angela Luigia, di origini nobiliari, era una Berghinz; il padre Virginio, di San Vito al Tagliamento, era un alto funzionario dell’Intendenza di finanza. Nel 1885 la famiglia si trasferì, per motivi di lavoro, a Venezia. I., nel 1888, si iscrisse al R. Istituto di belle arti della città lagunare e frequentò il corso dedicato alle vedute di paese e di mare, tenuto da Domenico Bresolin, il quale propugnava la pratica della pittura en plein air, proponendo agli alunni di ritrarre scorci della cosiddetta Venezia minore e incursioni nella terraferma. Al corso conobbe Millo Bortoluzzi, con cui strinse una stretta amicizia e una lunga collaborazione artistica. Invitata nel 1897 alla II Esposizione internazionale veneziana, presentò In S. Marco, suggestivo scorcio dell’altare di S. Paolo, situato nel braccio sinistro del transetto della cattedrale, che ottenne positivi riscontri, tali da convincere la commissione della neonata Fondazione Marangoni ad acquisire il dipinto. Anche il secondo quadro proposto, Sul Cordevole, felice paesaggio montano di ampie dimensioni, suscitò analoghi consensi. Ambedue le opere testimoniano la capacità tecnica acquisita da I. in accademia, contraddistinta da una pennellata minuziosa e dall’abilità di alternare, secondo le esigenze, una stesura piatta ad una corposa e materica. Lo stesso anno espose alcune opere a Praga, ottenendo successo di critica e di pubblico. Poco dopo presentò, alla LVII Esposizione nazionale di Torino, l’opera Tramonto invernale. Alla terza edizione della Biennale lagunare del 1899 partecipò con Crepuscolo gelido (firmandolo «M. Ippolity»), un olio su tela segnalato tra i premi speciali e acquisito dalle raccolte di Ca’ Pesaro (ora in deposito esterno a palazzo Grimani). Nello stesso anno, l’attività artistica di I. ottenne un prestigioso riconoscimento con il conferimento da parte dell’Accademia di belle arti di Venezia del diploma di accademica d’onore. ... leggi In questo periodo realizzò una ricca serie di vedute veneziane, per la maggior parte eseguite su tavola, contraddistinte dalle dimensioni contenute, e di paesaggi montani, dove la grande assente è la figura umana. Nel 1901 l’arte di I. si affacciò sulla ribalta europea con la partecipazione alla VIII Esposizione internazionale di Monaco, dove presentò la tempera Abendruhe [Riposo]. Nello stesso anno sposò il nobile Giuseppe di Sbrojavacca di Villotta di Chions e si trasferì a Polcenigo, nel cinquecentesco palazzo appartenente ai nobili di Polcenigo, famiglia della madre del marito. Il distacco da Venezia non rallentò l’attività pittorica di I., che scoprì il paesaggio friulano e le acque del Livenza e si confrontò con alcuni artisti che gravitavano attorno alla città di Sacile: Luigi Nono e Vittore Antonio Cargnel. Proseguirono anche le sue partecipazioni alle rassegne d’arte: nel 1902 a Torino per la I Esposizione quadriennale con il dipinto Sera, che presentò l’anno successivo all’Esposizione regionale di Udine; con il quadro Il Torre a Tarcento, poi acquisito dalla Fondazione Marangoni, vinse il concorso di Udine. Espose a Trento e a Venezia, nel 1907 a Firenze e nel 1914 a Parigi al Salon des artistes français, e nel 1922 partecipò alla I Mostra d’arte del Friuli occidentale a Pordenone. L’anno 1930 vide le sue ultime presenze a rassegne: alla Biennale d’arte a Bolzano e nuovamente a Pordenone. Nel settembre del 1931 le non felici condizioni di salute, a seguito di un intervento chirurgico, indussero I. a redigere testamento; morì quasi un anno dopo, il 27 agosto 1932. Pittrice dotata di inequivocabili mezzi tecnici ed espressivi, felice interprete della pittura en plein air, rimase fedele alla scuola paesaggistica veneziana del tardo Ottocento, senza aderire né alle nuove tendenze simboliste né a quelle divisioniste. In vita, ha donato alcuni suoi dipinti a varie associazioni benefiche e culturali.

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Bibliografia

G. BOLAFFI, Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dal XI al XX sec., I, Torino, Bolaffi, 1962, 275, voce; P. GOI, Pordenone, una città, Pordenone, Savioprint, 1991, 222; I. REALE, Galleria d’arte Moderna di Udine, Milano, Electa, 1997, 34, 35; A. DEL PUPPO, Figure e paesaggi del primo novecento: il conflitto tra le intenzioni della forma e i sistemi dell’arte, in Arti a Udine, 64, 65; Maria Ippoliti. Una pioniera del paesaggio. Catalogo della mostra (Udine, 16 maggio-31 agosto 2009), a cura di I. REALE, Udine, Gamud, 2009 (Quaderni d’archivio, 03).

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