FRANCO VALERIO

FRANCO VALERIO (1886 - 1928)

scultore, insegnante

Nacque a Venezia il 9 luglio 1886 da Elvira Zanardi e Giovanni, disegnatore nella società ferroviaria Rete adriatica. Trasferitosi a Udine, per motivi legati al lavoro del padre, F. si diplomò presso la Scuola di arti e mestieri Giovanni da Udine nel 1899, allievo dello scultore pordenonese Luigi De Paoli, e proseguì la sua formazione tra Venezia e Modena: nella città lagunare, in cui tra 1901 e 1906 frequentò la Scuola tecnica ai Frari, lavorò nello studio dell’architetto Vincenzo Rinaldo; mentre nel 1908 si diplomò all’Istituto di belle arti della cittadina emiliana. Partecipò alla Quadriennale di Torino nel 1908 con un autoritratto e il Busto di Beethoven. Nel 1912 fu scelto dall’architetto Raimondo d’Aronco per realizzare alcuni lavori nel nuovo palazzo comunale di Udine, da lui progettato: sono certamente sue le teste nella facciata principale dell’edificio, su piazza Lionello (che rappresentano Roma e i municipia fondati in Friuli dai romani), alcune metope alla base della torre dell’Arengario e una testa su via Cavour; gli sono attribuiti anche i due bassorilievi lungo lo scalone principale, realizzati tra il 1913 e il 1916. Partecipò alla I Esposizione degli artisti friulani (novembre-dicembre 1913), di cui fu anche membro della giuria, prima di trasferirsi a Firenze nel 1914. La chiamata in guerra arrivò dopo aver completato le decorazioni per il monumento al senatore Vincenzo Breda (Ponte di Brenta), ideato dall’architetto veneziano Giuseppe Torres. ... leggi Alla fine del conflitto, durante il quale fu gravemente ferito, ritornò a Udine dove collaborò al restauro dei monumenti di piazza Contarena (ora piazza Libertà) danneggiati dai bombardamenti e insegnò arte plastica presso la Scuola di arti e mestieri nel biennio 1919-1920. Il suo linguaggio eclettico, tra classicismo moderato e stilizzazioni floreali, trovò buona accoglienza ad Alessandria d’Egitto; tra le importanti commissioni per la nobiltà locale che ottenne tra il 1921 e il 1924 si ricorda il monumento per i principi Kordaki nel cimitero siriano. Successivamente rientrò in Italia e, dopo una breve sosta a Pietrasanta, si stabilì definitivamente a Milano, dove morì probabilmente all’inizio del 1928.

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Bibliografia

A. POZZO, Valerio Franco, «La Panarie», 25 (gennaio-febbraio 1928), 1-8; DAMIANI, Arte del Novecento I, 61-63; G. BRUSSICH, Il Novecento, in La scultura nel Friuli-Venezia Giulia, II. Dal Quattrocento al Novecento, a cura di P. GOI, Pordenone, GEAP, 1988, 367-438: 369-374; G. BUCCO, Nel cantiere di Raimondo D’Aronco: “maestranze d’arte”, artisti e “artieri” nel Palazzo Comunale di Udine, in Palazzo comunale, 131-173: 142-144.

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