DE CORTE PIETRO ANTONIO

DE CORTE PIETRO ANTONIO (1804 - 1866)

organaro

Immagine del soggetto

Organo della chiesa di S. Pietro ai Volti di Cividale, costruito da Valentino e Pietro Antonio De Corte nel 1837.

È il rappresentante più importante di una dinastia di organari carnici, fondata nella seconda metà del Settecento dal nonno Giovanni Battista De Corte. Nacque ad Ovasta, frazione di Ovaro in Carnia, il 21 aprile 1804; la madre si chiamava Maddalena Prencis ed il padre era il costruttore d’organi Valentino (1773-1849). Intorno al 1812 la famiglia emigrò a Savorgnano (San Vito al Tagliamento), dove i De Corte avevano dei possedimenti. Seguì un altro cambiamento di residenza a Faedis, e nel 1832 il matrimonio con Caterina Antonia Gabrici; infine traslocò ancora a Cividale del Friuli intorno al 1842. Costruì decine di organi per chiese del Friuli e dell’Istria: gli strumenti in migliori condizioni si trovano a Luint (1848), Fasana/Fažana in Istria (1858 op. 30), Ampezzo (1863) e Medea (1864, riformato nel 1908 da Pietro Zanin). Assieme al padre fabbricò l’organo per la chiesa di S. Pietro ai Volti di Cividale, inaugurato nel 1837. Un suo organo di medie dimensioni, recentemente riscoperto nella parrocchiale di Pagnacco, era stato costruito nel 1842 per la chiesa udinese di S. Spirito; altri piccoli organi furono fabbricati nel 1847 per il musicista don Giovanni Battista Candotti e nel 1856 per la chiesa di S. Antonio nuovo di Gorizia, quest’ultimo collocato (dopo il recente restauro) nel duomo goriziano. ... leggi Nel 1847 fornì un organo «già compito», ingrandendolo, alla chiesa di S. Giacomo di Fagagna. Gli vengono inoltre attribuiti gli organi di Grions del Torre (secondo alcune fonti fabbricato nel 1835 per la parrocchiale di Pradamano) e quello della chiesa annessa all’Istituto F. Renati di Udine (1844). Altri suoi strumenti, collocati nella fascia confinaria tra Friuli e Slovenia, andarono distrutti durante la prima guerra mondiale: San Pietro di Gorizia/Šempeter pri Gorici (1856), Castelmonte (1857), S. Antonio piccolo a Gorizia (1861), Savogna d’Isonzo (1861), Santa Lucia d’Isonzo/Most na Soči (1862), Ss. Vito e Modesto, e S. Rocco, ambedue parrocchie goriziane. Sempre nell’attuale Slovenia, intorno al 1864 era in trattative per fabbricare un organo a Fleana/Fojana. Fedele ai dettami della scuola veneta, introdusse alcune varianti costruttive, come l’uso del doppio registro del Principale per gli strumenti più grandi. Oltre ad essere un valido accordatore di pianoforti, veniva sovente chiamato in diverse chiese a suonare l’organo. La morte lo colse improvvisamente il 1 marzo 1866 ad Ovaro, mentre stava portando a compimento l’organo per la parrocchiale della Ss. Trinità. Nel corso degli anni ebbe come aiutanti i figli Valentino (1835-1861) e Giacomo (1846- post 1879).

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Bibliografia

DBF, 265; G. VALE, Contributo alla storia dell’organo in Friuli, «Note d’archivio per la storia musicale», 4 (1927), 62; RADOLE, Istria, 13, 115-116, 134-135; I. PARONI - O. BARBINA, Arte organaria in Friuli. Catalogo dei 252 organi della diocesi di Udine con saggi di documentazione, Udine, La Nuova Base, 1973, 20, 29, 53, 68-69, 84, 108, 135, 163, 199, 221; Organi restaurati, 22, 87-89; B. AGARINIS MAGRINI, 1848. L’organo di Luint, Fagagna, Graphis, 1999; G. RADOLE, Organi e tradizioni organarie nel Friuli Venezia Giulia. La Diocesi di Trieste, Udine, Pizzicato, 2002, 26, 57, 97, 98, 133, 192; NASSIMBENI, Gorizia, 10, 46, 47, 57, 64-65, 148, 165-166, 170-179, 180, 182, 194-196, 200, 202, 205, 207, 208, 249-263, 345; L. NASSIMBENI, Organi e organisti nel territorio di Fagagna, in Feagne, 368-369, 371, 381; G.B. CANDOTTI, Gli scritti musicali, a cura di L. NASSIMBENI, Udine, Pizzicato, 2008, 8, 10, 172.

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