CAPPELLARI GIOVANNI GIUSEPPE

CAPPELLARI GIOVANNI GIUSEPPE (1772 - 1860)

vescovo, docente

Immagine del soggetto

Ritratto del vescovo Giovanni Giuseppe Cappellari, olio su tela di Pietro Roi, XIX secolo (Vicenza, Museo diocesano).

Nacque a Rigolato, in Carnia, il 14 dicembre del 1772, da Osvaldo e Maria Maddalena Gusetti. Compiuti i primi studi presso il parroco del paese e altri sacerdoti della zona, a tredici anni si trasferì a Salisburgo dove completò studi regolari e si iscrisse presso la locale Università. La morte del padre lo costrinse a tornare in Friuli e a Udine, presso il Seminario, riprese il proprio percorso di formazione. Il 19 febbraio del 1796 fu ordinato sacerdote; nella veste di prefetto generale, gli venne, quindi, affidata la cura spirituale dei chierici. Nel 1800 assunse la cattedra di filosofia presso il Seminario maggiore. Sette anni più tardi C. insegnava contemporaneamente Sacra Scrittura, storia ecclesiastica e teologia dogmatica. I buoni rapporti instaurati con il nuovo arcivescovo di Udine, Baldassarre Rasponi, lo portarono a ricoprire numerosi incarichi presso la curia udinese. Nel 1808 divenne rettore del Seminario, incarico che mantenne fino al 1813. Nel 1815 il governo austriaco, impegnato nella riorganizzazione dell’Università di Padova, lo nominò professore di teologia morale presso quell’Ateneo, sebbene egli non fosse ancora laureato. Conseguita la laurea in teologia il 25 giugno del 1816, C. cominciò la carriera accademica che lo avrebbe portato a insegnare anche diritto canonico e Sacra Scrittura e a ricoprire per ben due volte (1818, 1831) l’incarico di rettore. Nel tempo divenne un punto di riferimento importante in materia di diritto per molti vescovi veneti. Il 5 gennaio del 1832 l’imperatore d’Austria lo nominò vescovo di Vicenza: il pontefice lo confermò il 2 luglio. ... leggi Il 18 novembre ricevette la consacrazione episcopale dal vescovo di Padova Modesto Farina. Il 13 aprile del 1834 il nuovo presule cominciò la visita pastorale della sua diocesi: l’impressione che C. ebbe della chiesa vicentina fu sostanzialmente positiva, sebbene egli ravvisasse delle difficoltà, dovute alla diminuzione della devozione popolare. Nel 1836, quindi, al termine della visita, il vescovo si adoperò per l’istituzione di una congregazione degli esercizi spirituali, che avesse tra i suoi carismi quello della missionarietà e che si rivolgesse nel suo fine a una nuova evangelizzazione delle masse popolari. Nello stesso periodo, indirizzò la propria azione pastorale verso i più deboli, creando l’Istituto educativo dei figli della carità. Non gli riuscì, invece, la convocazione del sinodo, per la contrarietà dell’autorità civile. Il presule dedicò da subito particolare attenzione al Seminario diocesano, di cui nel 1838 riformò il regolamento. Negli anni seguenti coinvolse nella formazione del futuro clero diocesano insegnanti che avevano dimostrato apertura verso le idee moderne, come Giacomo Zanella (lettere), Giovanni Rossi (filosofia) e Giuseppe Fogazzaro (dogmatica). Durante i moti rivoluzionari del 1848, C. si mantenne su posizioni piuttosto moderate: legittimista, egli si convinse dell’inevitabilità del fallimento rivoluzionario. La mancata condanna dell’operato dei patrioti vicentini gli valse però la diffidenza dell’Austria, che avrebbe cominciato a nutrire dei dubbi sull’operato del vescovo. L’età avanzata e il clima di sospetto nei suoi confronti spinsero C. a presentare per ben due volte, la prima nel 1848, la seconda nel 1850, la lettera di dimissioni all’imperatore, dimissioni che però vennero respinte. Nel 1852-1853 l’anziano presule fu costretto a far fronte a una campagna contro il Seminario, che chiedeva l’allontanamento del rettore e di alcuni insegnanti, coinvolti nei moti del 1848. Nel 1854 venne ultimata la costruzione del nuovo seminario, in borgo S. Lucia. Tre anni più tardi il presule decise di modificare il piano di studi imposto dal governo austriaco dopo il 1848, rischiando di non vedersi più riconoscere la validità del titolo di studio: concesse più spazio allo studio della filosofia, secondo l’indirizzo di Gioberti e di Rosmini, dei quali era ammiratore, e alla teologia, riducendo le ore di retorica e di umanità e proponendo uno studio più consapevole e critico in luogo di quello mnemonico. Gli ultimi anni di vita del presule furono segnati dalla sua attenzione sociale, che denotava un’apertura verso i tempi nuovi. Nel 1856 sostenne la nascita a Vicenza della Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli. Due anni più tardi appoggiò l’istituzione della Società di mutuo soccorso per gli artigiani. C. morì il 7 febbraio del 1860, disponendo nelle sue ultime volontà la vendita della propria biblioteca, con il cui ricavato i suoi esecutori avrebbero dovuto aiutare i bisognosi.

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Bibliografia

T. VEGGIAN, Giovanni Giuseppe Cappellari, vescovo di Vicenza, Vicenza, Società tipografica fra cattolici vicentini, 1910; G. MANTESE, Giovanni Giuseppe Cappellari, vescovo di Vicenza nel primo centenario della morte, Vicenza, Scuola tipografica Istituto San Gaetano, 1960; S. TRAMONTIN, Cappellari Giovanni Giuseppe, in DBI, 18 (1975), 707-709; G. CISOTTO, Gli anni della restaurazione, in Diocesi di Vicenza, Padova, Gregoriana Libreria Editrice, 1994 (Storia religiosa del Veneto, 5), 295-314, 300-306; F. AGOSTINI, Istituzioni ecclesiastiche e potere politico in area veneta (1754-1866), Padova, Marsilio, 2002, indice; M. VENIER, Dal carteggio tra Giovanni Giuseppe Cappellari e Pietro Peruzzi (1821-1840), «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 44 (2011), 209-215.

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