BERLAM RUGGERO

BERLAM RUGGERO (1854 - 1920)

architetto

Immagine del soggetto

Casa Micoli a Udine, all'angolo tra via de Rubeis e viale delle Ferriere, progettata da Ruggero Berlam, 1905.

Nacque a Trieste nel 1854, figlio di Giovanni Andrea, uno dei maggiori architetti triestini della seconda metà del XIX secolo, e di Maria Tunter da Capodistria. Terminate le scuole secondarie nella città natale, si iscrisse all’Accademia di belle arti di Venezia (1871-1874) e, in seguito, all’Accademia di Brera dove ricevette nel 1877 il gran premio con la medaglia d’oro per l’architettura e vi conseguì il secondo diploma. Assolto il servizio militare, entrò nello studio del padre per l’apprendistato (1878-1882) e quindi lo affiancò, sia nella attività di progettazione sia nella conduzione dell’impresa di costruzioni di famiglia. Scrive Marco Pozzetto che «se Giovanni Andrea Berlam, nel 1850, con palazzo Gopcevich impone a Trieste il rinascimento veneziano di Codussi e dei Lombardo, alla fine degli anni Ottanta Ruggero propone con il palazzo Leitenburg il cosiddetto stile fiorentino, specie di miscuglio delle forme medioevali dell’Italia centrale, che ebbe notevole seguito nel patrimonio edile di Trieste». Nel 1878 sposò Giovanna Colognati, di famiglia friulana, e nel 1880 nacque il figlio Arduino. Nel 1883 fu tra i fondatori del Circolo artistico triestino che diresse dal 1884 al 1906; nel 1892 entrò a far parte del curatorio del Museo Revoltella dove sarebbe restato fino al 1920. All’attività professionale affiancò quella politica: fu infatti consigliere comunale dal 1894 al 1904, componente della Commissione pubbliche costruzioni dal 1895 al 1913 e assessore della giunta Sandrinelli dal 1907 al 1909. Alla morte della moglie, avvenuta nel 1916, si trasferì a Tricesimo, quindi a Bologna, durante la prima guerra mondiale, e nuovamente a Trieste dal 1918. Tra i suoi primi interventi vi è quello relativo all’ampliamento del castello di Spessa dei baroni Voelkl (1880), oltre alla partecipazione a numerosi concorsi, tra i quali quello per il monumento a Vittorio Emanuele II a Roma e per la Cassa di risparmio a Trieste. ... leggi Nel 1887 realizzò casa Sbisà a Parenzo, alla quale seguirono le case Danelon e Vascotto; nel 1891 progettò villa Haggiconsta a Trieste e rinnovò villa Economo de Ermione (1893). B. realizzò diversi villini a Udine, molti dei quali purtroppo demoliti, come villa Sbisà (1900), villa Picco in viale della Stazione (1902), villa Nadigh-Coceani in via Roma (1909) e, insieme al figlio Arduino, villa Micoli-Toscano (1908, poi demolita) e villa Rubazzer-Sandrini (1912), entrambe in via Carducci. Sono tuttora esistenti i padiglioni Pro Infantia di via Manzoni (1907), palazzo Schiavi (1912) in via Savorgnana, la casa estiva Berlam a Braidamatta (Tricesimo) e la villa (castello) Moretti a Tricesimo, ristrutturata tra il 1915 e il 1917. A poca distanza da casa de Leitenburg, a Trieste, l’architetto realizzò, nel 1898, casa Berlam, «la miglior casa per appartamenti e una delle più belle costruite a Trieste alla fine del secolo decimonono» (Pozzetto). Tra il 1902 e il 1905 realizzò, per il mercante armeno Aydinian, cinque case di abitazione; nel 1903 palazzo Vianello, dove adottò un lessico neorinascimentale, secondo una versione monumentale e ridondante. Le uniche architetture che rivelano un’attenzione nei confronti del Liberty sono i villini Modiano a Trieste (1900), casa Berlam in via dei Piccardi (1904) che fronteggia un altro edificio di B., dove invece prevale lo stile neomedioevale (1906), e casa Micoli in via De Rubeis a Udine (1905). Al periodo in cui collaborò con il figlio Arduino (1904-1920) appartengono le opere che, a detta di Marco Pozzetto, connotano «la potenza di Trieste come primo porto dell’Impero», vale a dire la scala dei Giganti (1905-1907), il palazzo della RAS (1910-1914) e il tempio israelitico (1906-1912). Se i primi due rappresentano, sempre secondo Pozzetto, «gli indiscussi monumenti del tardo eclettismo europeo», il tempio, nonostante le riserve espresse dalla critica italiana, costituisce «la prima proposta innovativa per un’edilizia religiosa ebraica che prescinda dallo stile pseudomedio-orientale allora in voga». Oltre agli elementi di stile, l’edificio offre alcune interessanti e pionieristiche soluzioni di impiego del calcestruzzo armato. B. morì a Trieste nel 1920.

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Bibliografia

Trieste, Civici musei di storia ed arte, archivio Berlam.
C. BUDINICH, L’architetto triestino Ruggero Berlam (1854-1920), «Architettura e Arti decorative», 3 (1921), 263-275; 4 (1921), 339-357; DAMIANI, Arte del Novecento I, 78-83; M. POZZETTO, La saga dei Berlam: Ruggero 1854-1920, «Archeografo triestino», s. IV, 54 [102 della raccolta] (1994), 105-109; C. LETTIS, Ruggero Berlam 1854-1920: architetture fino al 1905, ibid., 111-145; M. POZZETTO, Sui contributi di Ruggero e di Arduino Berlam nei lavori firmati da entrambi, ibid., s. IV, 56 [104 della raccolta] (1996), 175-202; ID., Giovanni Andrea Ruggero Arduino Berlam un secolo di architettura, Trieste, Editoriale Lloyd/MGS Press, 1999; ID., Ruggero Berlam, Arduino Berlam, in Arti a Udine, 345-348; Trieste 1872-1917. Guida all’architettura, a cura di F. ROVELLO, Trieste, MGS Press, 2007.

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