ABRAMIĆ MIHOVIL

ABRAMIĆ MIHOVIL (1884 - 1962)

archeologo

Immagine del soggetto

Mihovil Abramiíć (a destra con il cappello bianco) con Vittorio Emanuele III e, a sinistra, Francesco Spessot ad Aquileia, 1915.

Come i migliori studiosi nati nelle terre meridionali dell’Impero, anche A., che era nato a Pola l’11 maggio 1884 e aveva frequentato le scuole della sua città, si formò scientificamente e professionalmente a Vienna, dove studiò storia antica e archeologia, concludendo gli studi nel 1910, come avvenne del resto per il triestino Attilio Tamaro, suo coetaneo, e per il friulano Giovanni B. Brusin, di un anno più anziano. La frequenza nelle università austriache concorreva a dare indirettamente forza ai disparati sentimenti politico-nazionali e ai programmi di ciascuno su basi civili, all’interno del vivace pluralismo che permeava le genti della Monarchia. A. giunse ad Aquileia nel 1913 per reggere la direzione di quel Museo archeologico e nel giugno del 1914 subentrò a Enrico Maionica anche nel consiglio della Società per la conservazione della basilica di Aquileia. Nonostante l’arrivo ad Aquileia dell’esercito italiano nel maggio 1915, seguito dall’internamento in Italia di varie persone, soprattutto ecclesiastiche, A. rimase al suo posto e anzi accolse e accompagnò alte personalità italiane, come Vittorio Emanuele III, Enrico Meda, Orazio Marucchi. Da lui, come da Francesco Spessot, che fu internato più tardi, Celso Costantini e Ugo Ojetti si attendevano collaborazione nella traduzione di testi dal tedesco e nella schedatura di ben novantamila oggetti posseduti dal Museo. In tal modo veniva proseguita l’azione di studio e di cura dei monumenti che lo avevano impegnato ai tempi della Commissione centrale. ... leggi Con questi criteri egli pubblicò suoi studi su «Arte cristiana», trattando dapprima del Museo di Aquileia (1916) e poi, dopo la conquista italiana di Gorizia, illustrando la scoperta e la consistenza del tesoro della basilica patriarcale di Aquileia, conservato e scoperto a Gorizia (1916, 1917). A. intervenne allora anche nelle ricerche condotte all’interno del tempietto longobardo di Cividale (Cecchelli, 1943). Col ritorno di Aquileia alla sovranità imperiale, dopo la ritirata di Caporetto, la collaborazione prestata da A. alle autorità italiane non gli nocque, se è vero che egli rimase al suo posto nel Museo di Aquileia e nel 1918 riprese scavi e restauri, specialmente nella sistemazione e nella copertura dell’aula teodoriana settentrionale, collaborando con Anton Gnirs e Rudolf Egger. Dopo il 4 novembre 1918 A. fu internato a Roma dalle autorità italiane, ma nel 1920 si trovò impegnato nel Museo di Spalato e quindi in svariate campagne di scavo: a Nona, a Lissa, a Narona e intensamente a Salona (pubblicò, a fianco di W. Gerber, R. Egger, E. Dyggve, Forschungen in Salona, 1917-1928; Recherches à Salone, 1918-1935), ma soprattutto a Ptuj/Poetovio, come anche fuori delle aree adriatiche. Tra il 1934 e il 1950 svolse la sua attività quale direttore del Museo di Spalato, succedendo a Frane Bulíć. Fondò il periodico «Vjesnik za arheologiju i istoriju dalmatinsku» e partecipò a vari congressi internazionali di studio, tra cui a quello di Archeologia cristiana a Roma nel 1938, al corso di Ravenna del 1955, alla Settimana di studi altomedievali di Spoleto del 1955, con una relazione su Gli Ostrogoti nell’antica Dalmazia, nella quale propose per primo di attribuire al culto ariano uno dei due battisteri di Grado, sull’esempio di quelli di Salona. A. morì a Spalato l’8 maggio 1962.

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Bibliografia

Opere di M. Abramíć: Untersuchungen in Norddalmatien (con A. COLNAGO ), «JOEAI» , 12 (1909), Beiblatt, 13-112; Zwei Bronzebeschläge vom norisch-pannonischen Limes, ibid., 113-120; Il Museo archeologico di Aquileia, «Arte cristiana», 4 (febbraio 1916), 33-48; Il tesoro del Duomo, ibid., 4 (agosto 1916), 240-248; Gli oggetti rinvenuti a Gorizia, ibid., 5 (marzo 1917), 78-84; Poetovio, Wien, Österr. Staatsdruckerei, 1925; Split i okolica, Beograd, 1928; Felix Aquileia, in Studi aquileiesi, Padova/Aquileia, Ass. Nazionale Aquileia, 1953, 86-92; Gli Ostrogoti nell’antica Dalmazia, in I Goti in Occidente, Spoleto, Centro italiano di studi sull’Altomedioevo, 1956, 37-41 [= «Aquileia Nostra», 34 (1963), 135-148].

F. ŠIŠIĆ, Dr Mihovil Abramíć, «Letopis, Jug. Akad. Zanosti i umjetnosti», 44 (1932), 88-90; D. RENDIĆ MIOČEVIĆ, M. A., «Letopis Jug. Akad. Zanosti i umjetnosti», 69 (1936), 211-215; C. CECCHELLI, I monumenti del Friuli […]. I. Cividale, Milano, Rizzoli, 1943, 93-94, 166 n. 24; Z. SENOA, M. A., in Enciklopedija likovni umjetnosti, I, Zagreb, Leksikografski zavod, 1959, 4; B. SARIA, M. A., «Südostforschungen», 21 (1962), 410-411; E. CECI, Ricordo di M. A., «Rivista di archeologia cristiana», 39 (1963), 169-171; Z. RAPANIĆ, M. A., in HBL, 1 (1984), 4-5; TAVANO, Aquileia e Gorizia, 119, 125-130, 140; R. MATIJAŠIĆ, M. A., in Istarska Encikl., 1.

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