CHIARADIA ATTILIO

CHIARADIA ATTILIO (1866 - 1931)

politico, avvocato, imprenditore, amministratore pubblico

Nacque a Caneva di Sacile il 26 ottobre 1866 da Emidio ed Elvira Mayr, figlia del patriota ferrarese Carlo; ad accompagnarlo al fonte battesimale, nella chiesa arcipretale, fu il nonno Simone, prolifico patriarca che solo due anni prima era divenuto padre per la diciottesima volta. Nel giugno 1888 si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Bologna, con una tesi su Divorzio e separazione personale. Negli anni successivi collaborò alla «Rassegna di scienze sociali e politiche», nelle cui pagine curò la recensione al volume di Torquato Giannini dal titolo Diritto commerciale marittimo in Germania (Firenze, 1891). Nel 1894 si unì in matrimonio con Sofia Picciacci, nozze che l’erudito Angelo Solerti omaggiò con una pubblicazione d’occasione (Due codici di segreti: ricette galanti, Bologna, 1894). Stabilitosi a Vicenza, C. si dedicò all’esercizio dell’avvocatura penale, lontano dalla politica e da ogni ufficio pubblico; era inoltre proprietario di una fabbrica per la lavorazione dell’oro. Solo nel 1909 decise di candidarsi nel collegio dove il padre aveva vinto ininterrottamente dal 1883 al 1900, appoggiato da numerosi organi di stampa locali e da esponenti politici cattolici come don Giuseppe Lozer e don Annibale Giordani. Accusato dai suoi oppositori di essere clericale per l’elettorato pordenonese e anticlericale a Vicenza, al termine di un’accesa campagna elettorale C. riuscì in ogni modo a sconfiggere al ballottaggio il radicale Carlo Policreti, sul quale erano confluiti i voti della Sinistra liberale e socialista. Nelle successive elezioni del 1913 prevalse invece sul leader dei socialisti pordenonesi Giuseppe Ellero. In qualità di deputato di Pordenone nelle legislature XXIII (1909-1913) e XXIV (1913-1919), il suo interesse nei confronti del Friuli occidentale, in particolare dei comuni della pedemontana, fu più marcato rispetto al padre: nel 1910 ad esempio caldeggiò in varie sedi il progetto della ferrovia Sacile-Pinzano, di cui fu iniziata nel 1914 la costruzione, subito rinviata per l’imminenza e lo scoppio della guerra. ... leggi Durante il conflitto si occupò della situazione dei cotonifici pordenonesi, che incontravano difficoltà nel ricevere materie prime; dopo la disfatta di Caporetto, fece parte del Comitato parlamentare veneto per l’assistenza ai profughi di guerra, presentando numerose interpellanze e interrogazioni relative a provvedimenti in favore degli abitanti delle terre invase. Mancano ad oggi notizie sugli anni successivi all’esperienza parlamentare, fino alla morte avvenuta a Venezia il 24 novembre 1931.

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Bibliografia

A. CHIARADIA, Recensione, «Rassegna di scienze sociali e politiche», I, 9/203 (1891), 665-666; Il memoriale degli on. Chiaradia e Odorico per la Pedemontana, Udine, Del Bianco, 1910 (estratto da «La Patria del Friuli», 5 ottobre 1910); A. TORTORETO, I parlamentari italiani della XXIII legislatura: cenni biografici dei deputati e senatori, Roma, Casa edit. Roma, 1910, 83-84; A. MALATESTA, Ministri, deputati e senatori d’Italia dal 1848 al 1922, I, Roma, Tosi, 1946, 247; RINALDI, Deputati, 145-149; V. CHIANDOTTO, Stato e Chiesa nel Friuli occidentale 1900-1920, Pordenone, Cooperativa culturale G. Lozer, 1981, 25-26, 65-67; E. CONTELLI, Conflitti tra clericali e anticlericali a Sacile nell’età giolittiana, in Sacile storia ambiente uomini, Sacile, Comune di Sacile, 1983, 169-212: 178-180, 209; L. BORIN, Caneva: tempi e luoghi della memoria, [Pordenone], Pro Castello, 1993, 25-26; G. L. BETTOLI, Una terra amara. Il Friuli occidentale dalla fine dell’Ottocento alla dittatura fascista, I-III, Udine, IFSML, 2003, indice.

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