CORONINI CRONBERG RODOLFO

CORONINI CRONBERG RODOLFO (1731 - 1791)

storico, uomo politico

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Rodolfo Coronini Cronberg ritratto da Carlo Lichtenreiter, post 1773 (Gorizia, Fondazione palazzo Coronini Cronberg).

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Antiporta con il ritratto dell'autore e frontespizio dello Specimen genealogico-progonologicum ad illustrandam augustam Habsburgo-Lotharingicam⦠di Rodolfo Coronini Cronberg, Vienna 1774.

Nacque a Gorizia il 10 gennaio 1731 dal conte Rodolfo Pietro, in seno ad una delle più importanti famiglie nobili della città. Ebbe la sua prima formazione presso il locale collegio dei gesuiti, istituzione che, sin dalle origini, aveva mantenuto strettissimi legami con la famiglia Coronini (Giovanni Werdemberg, figura di importanza fondamentale nella fondazione, nel 1615, del collegio, era marito di una Coronini, Caterina). In seguito si iscrisse ai corsi del Theresianum, il prestigioso collegio fondato a Vienna nel 1746, dove, dopo aver realizzato una serie di carte geografiche di vari paesi europei ed una descrizione storico-geografica della Francia e della penisola iberica, mise mano alla sua prima opera, uscita a stampa nel 1752, il Tentamen genealogico-chronologicum promovendae seriei comitum et rerum Goritiae, un lavoro storico-genealogico di ampio respiro, dedicato all’imperatrice Maria Teresa e contenente anche le proprie tesi di giurisprudenza (Theses iuris naturae, gentium et publici Germaniae, munite di frontespizio proprio) con il quale il C. concludeva il corso degli studi. Nell’opera confluivano non solo le ricerche del giovane erudito, ma anche una serie di studi intrapresi principalmente da Sigismondo d’Attems e dal gesuita Erasmus Frölich (l’insegnante che aveva affidato la ricerca e parte del materiale ad essa relativo al C.). L’originalità solo parziale dell’opera avrebbe dato adito, in ambito goriziano, a diverse critiche sui meriti effettivi del C. (che, in ogni caso, grazie a questo primo lavoro venne poi considerato il primo storico del Medioevo goriziano). La brillante carriera politica intrapresa dal giovane dopo la conclusione degli studi a fianco di Beltrame Cristiani, plenipotenziario di Maria Teresa a Milano, venne interrotta dalla morte del padre, fatto che costrinse il C. a rientrare a Gorizia per assumere la guida della famiglia. ... leggi Qui, nel 1756, diventò membro effettivo del consiglio capitanale e collaborò alla definizione dei confini tra l’Impero e Venezia, lavoro cui si legò la realizzazione di una carta del territorio di Gorizia intitolata Comitatus Goritiae, et Gradiscae, cum limitibus Venetis et vicinia […] e pubblicata nella seconda edizione, accresciuta e riccamente illustrata, del Tentamen (1759). Si data invece al 1758 la stampa di una Dissertatio de origine praepositurae Sancti Stephani prope Aquilejam, scritto dedicato ad alcuni annosi problemi tra Venezia e Vienna circa il capitolo dei canonici di Aquileia. Nel 1759 si sposò con Marianna Dietrichstein: l’unione sarebbe stata felice, ma costellata da lutti, da una situazione economica a tratti difficile e dalle condizioni di salute piuttosto precarie del C. Stabilitosi definitivamente a Quisca, nei pressi di Gorizia, avrebbe vissuto il resto della propria vita nella contea, concentrandosi sulla ricerca storico-erudita e sull’attività politica. I filoni di indagine sviluppati dall’erudito furono diversi e in molti casi ebbero come esito la pubblicazione di volumi di grande formato, sontuosi e spesso riccamente illustrati, ma di consultazione generalmente faticosa per l’ampiezza delle note e degli apparati critici. Fa da sfondo a buona parte delle ricerche il proposito di individuare, partendo dalle epoche più antiche, la giusta collocazione storica della nobiltà goriziana, sottolineandone, da un lato, la piena appartenenza all’impero (e, in varie occasioni, la legittimità dell’aspirazione ad entrare in seno all’ordine dei cavalieri di Malta) e rivendicando dall’altro le prerogative della contea e dell’aristocrazia locale (in un’epoca, però, nella quale Vienna era tutt’altro che propensa al riconoscimento delle autonomie territoriali del Goriziano). Altro motivo di costante interesse del C. è rappresentato dalla storia e dalla genealogia familiare, settore dove, a tratti, il rigore storico andava ad affievolirsi a vantaggio di una valorizzazione poco critica delle gesta degli avi. Il frutto principale di questi studi è dato dal Bellum Petriniense (1779), uscito con dedica all’arciduca Massimiliano: è un resoconto delle imprese militari condotte dall’antenato Giovanni Battista Coronini a Petrinja, in Croazia, nel 1594. All’opera erano allegate due ampie tavole genealogiche (in seguito pubblicate autonomamente) sulla famiglia Coronini: la prima dedicata agli antenati di Giovanni Cipriano Coronini (vissuto nel XVI secolo), la seconda ai suoi discendenti. Lo scritto diede adito a qualche discussione sugli effettivi meriti del C. nell’allestimento della ricerca, che alcuni consideravano inferiori ai contributi dati alla stessa da Girolamo Guelmi. In relazione a questa vicenda il Guelmi, da amico, collaboratore e pupillo del conte, sarebbe divenuto, in ambito goriziano, uno dei suoi più ostinati detrattori. Gli interessi del C. per la storia e per la genealogia sono confluiti nell’Operum miscellaneorum (1769), che costituisce una grande raccolta di antichità di interesse locale (notevole la serie dei vescovi di Trieste), corredata da una vasta appendice di documenti di storia e genealogia triestina, goriziana e friulana. Risalgono a questo periodo anche altri lavori storico-dinastici. Riconducibile alla presenza nel goriziano di alcune famiglie di origine bosniaca è la Series genealogico-chronologica omnium Cotromanorum, Jablenovichorum, atque Vilachorum Bosniae banorum, regum, et ducum […] (1776), mentre a ricerche non strettamente legate alla contea sono da ricondurre la Dissertazione circa l’origine delle nobilissime famiglie Waldestein e Wartenberg della Boemia (1766) e lo Specimen genealogicoprogonologicum ad illustrandam augustam Habsburgo-Lotharingicam (1770) riedito a Vienna nel 1774, in versione ampliata e con una piccola variante nel titolo per cura di Francesco Carlo Palma), opera molto impegnativa anche nella veste tipografica. Questo sontuoso volume, a cui il C. aveva contribuito anche disegnando l’apparato illustrativo, conteneva un albero genealogico di Maria Teresa ed era dedicato all’arciduca Pietro Leopoldo. Negli stessi anni il C. aveva curato anche per la parte grafica un’altra sua opera, i Fastorum Goritientium liber I, rassegna di famiglie nobili goriziane, compilata in distici elegiaci con un denso apparato di note erudite (1769) che conobbe anche una seconda edizione – in realtà una versione aggiornata limitatamente a frontespizio e dedica – (1772). Altro testo importante, pur se rimasto manoscritto, come diverse altre opere del C., è la Dissertazione epistolare, o sia ragguaglio critico intorno all’origine, cognome, arma e genealogia de’ Carraresi, famosi nell’istoria per dominio della città di Padova che, giudicato irriverente, aveva spinto Giovanni Roberto Pappafava dei Carraresi ad intentare una causa al C. La stampa della risposta dell’autore venne bloccata in extremis per intervento di Maria Teresa, timorosa degli eventuali esiti politici della diatriba genealogica. Dopo essersi interessato in prima persona, negli anni Sessanta, al recupero e alla bonifica di Aquileia e aver quindi ottenuto la guida del Monte di pietà di Gradisca, il C. visse la fase più importante della propria attività politica e civile nel periodo 1774-78 (come ben documentato dalle pagine della «Gazzetta goriziana», 1774-76, periodico molto vicino all’erudito anche riguardo alla sua attività letteraria e storica). In questi anni, infatti il C. ricoprì l’incarico di vicepresidente della contea senza peraltro mai riuscire ad accedere alla carica di capitano. Parallelamente all’attività politica e alla ricerca erudita il C. si dimostrò sempre scrupoloso nel favorire gli istituti scolastici della città, con particolare attenzione per gli studenti del collegio dei gesuiti. A questo riguardo si deve ricordare come il C., contrario alle riforme giurisdizionaliste, dopo la soppressione nel 1773 della Compagnia di Gesù, si fosse prodigato in prima persona per mettere in salvo il patrimonio documentario ed artistico del collegio. Alla religiosità dell’erudito è da collegare invece la pubblicazione dell’Oratio ex locis scripturae contexta, et tempore vehementissimae tribulationis, aut acerrime persecutionis recitanda (1777) e soprattutto del testo agiografico Ragguaglio istorico della vita e del martirio di santa Eurosia vergine raccolto nell’anno 1771 (1771), santa, questa, alla quale il C. aveva dedicato un altare nella chiesa fatta da lui stesso costruire a Quisca. Dopo il ritiro dall’attività politica il C. non cessò di coltivare, accanto alla cura per la propria residenza (abbellita con reperti archeologici rinvenuti ad Aquileia) gli interessi eruditi e letterari, anche in relazione alla fondazione nel 1780 della colonia goriziana dell’Arcadia che accolse con favore assumendo il nome di Libanio Crissanteo, non senza ospitare nella propria villa il raduno annuale degli arcadi del 1782. Continuò tuttavia ad attirarsi l’antipatia di parte degli ambienti culturali goriziani, astio culminato nei reiterati attriti con Pietro Antonio Codelli e con Girolamo Guelmi, che seppero indirizzare sull’erudito anche il pesante rancore dei conti Antonio e Nicolò Attems. Il culmine, almeno sul piano letterario, degli attacchi mossi al C. è forse rappresentato dai giudizi, pesanti e forzatamente riduttivi, espressi dal Codelli in Gli scrittori friulanoaustriaci degli ultimi due secoli, nel profilo biografico del C., opinioni certamente sature di rancori, se si considera che, in ogni caso, il C. fu a livello italiano ed europeo la personalità più nota (anche se anacronistica per l’impostazione erudita dei propri studi) della cultura goriziana del Settecento. Significativo, a questo riguardo, il giudizio espresso sul C. da Giacomo Casanova, secondo cui l’erudito si era guadagnato «un nome nel Journal des savants per aver dato alle stampe certe sue opere intorno a questioni diplomatiche, scritte in latino», non senza precisare che «nessuno le leggeva, e si preferiva concedergli gratis il titolo di sapiente piuttosto che prendersi la briga di leggerle». A Gorizia il C. fu uno dei principali interlocutori di Lorenzo da Ponte che volle introdurre in seno all’Arcadia Romano-sonziaca e coinvolgere in alcuni progetti editoriali, tra i quali spicca la pubblicazione dei Fasti goriziani (1780). È la traduzione, proposta dal da Ponte e stampata col testo latino a fronte, dei Fastorum Goritiensium; rispetto alla versione originale, l’edizione goriziana arricchiva l’opera di un’ampia raccolta di composizioni del C. e di altri autori (per lo più versi d’occasione), inedite o, se già stampate, disperse in pubblicazioni di vario genere, nonché del capitolo bernesco del da Ponte Gli incomodi dello studio. Maturata in seno all’ambiente accademico è anche Dell’antica moneta goriziana; lettera prima (1785), ultima pubblicazione del C., opera erudita di taglio e formato più leggeri delle precedenti, ma sempre in linea con gli interessi del conte. Accanto ai meriti acquisiti nella Repubblica letteraria, si devono ricordare le importanti onoreficenze ottenute dall’erudito: ricevuto il titolo di cameriere della chiave d’oro nel 1756, fu l’unico nobile goriziano ad essere insignito della croce di cavaliere dell’ordine di S. Stefano d’Ungheria, nel 1765. Nel 1771 ottenne anche il titolo di consigliere di stato. Le attività svolte nella contea non avevano mai staccato il C. dal legame con l’ambiente viennese, con cui continuava a mantenere importanti legami culturali. Nel 1780 si recava a Vienna in occasione della morte di Maria Teresa, soggiorno cui si deve la raccolta di versi In funere augustae Mariae Theresiae imperatricis reginae inscriptiones (1781). L’ultimo viaggio nella capitale, come membro di una delegazione che rivendicava maggior autonomia per la città di Gradisca, si data al 1790. Morì a Vienna il 4 maggio 1791.

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Bibliografia

R. CORONINI DE CRONBERG, Tentamen genealogico-chronologicum promovendae seriei comitum et rerum Goritiae, Vienna, Trattner, 1752 (= Vienna, Kaliwoda, 1759); ID., Dissertatio de origine praepositurae Sancti Stephani prope Aquilejam, Udine, 1758; ID., Dissertazione circa l’origine delle nobilissime famiglie Waldestein e Wartenberg della Boemia, Gorizia, Tommasini, 1766; ID., Operum miscellaneorum tomus primus, Venezia, Zatta-de’ Valeri, 1769; ID., Fastorum Goritientium liber I, cum adnotationibus historico-genealogicis, caesareo regio principi Ferdinando, archiduc. Austriae dedicatus a […], Vienna, Kurzböck, 1769 (= 17722); ID., Specimen genealogico-progonologicum ad illustrandam augustam Habsburgo-Lotharingicam, Venezia, Zatta, 1770 (= Vienna, Trattner, 17742a cura di F.C. PALMA ); ID., Ragguaglio istorico della vita e del martirio di santa Eurosia vergine raccolto nell’anno 1771, Gorizia, Tommasini, 1771; ID., Series genealogico-chronologica omnium Cotromanorum, Jablenovichorum atque Vilachorum Bosniae banorum, regum et ducum […], Gorizia, de’ Valeri, 1776; ID., Oratio ex locis scripturae contexta, et tempore vehementissimae tribulationis, aut acerrime persecutionis recitanda, Vienna, Trattner, 1777; ID., Bellum Petriniense, Gorizia, de’ Valeri, 1779; ID., Fasti goriziani, Gorizia, de’ Valeri, 1780 (= Monfalcone, EdL, 2001); ID., In funere augustae Maria Theresiae imperatricis reginae inscriptiones, Vienna, Trattner, 1781; ID., Dell’antica moneta goriziana; lettera prima, Gorizia, Tommasini, 1785.

«Gazzetta goriziana», 1 (1774) - 3 (1776); MORELLI, Istoria, passim; G.D. DELLA BONA, Osservazioni ed aggiunte sopra alcuni passi dell’Istoria della contea di Gorizia di Carlo Morelli di Schönfeld, Gorizia, Paternolli, 1856; L. MAINI, I Fasti goriziani del conte Rod. ... leggi Coronini. Cenni bibliografici, Gorizia, Paternolli, 1868; M. DE GRASSI, Cultura, impegno scientifico e arte della stampa, in Maria Teresa, 131-144; G. CASANOVA, Storia della mia vita, a cura di P. CHIARA - F. RONCORONI, III, Milano, Mondadori, 1989, 968; S. CAVAZZA, Note sulla storiografia goriziana del Settecento, «Studi goriziani», 75 (1992), 61-77; A. STASI, «Canto gli onor delle sonziache sponde» note su Rodolfo Coronini e i Fasti Goriziani, in R. CORONINI CRONBERG, Fasti goriziani, Gorizia, de’ Valeri, 1780 (= Monfalcone, EdL, 2001); GROSSI, Annali della tipografia, 12, 19-21, 49-50, 56, 76, 80-81, 88-90.

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