FARLATI DANIELE

FARLATI DANIELE (1690 - 1773)

gesuita, storico

Nacque a San Daniele del Friuli il 22 febbraio 1690, da una famiglia benestante. Dopo aver studiato privatamente a San Daniele, dal 1704 al 1707 frequentò il collegio dei gesuiti di Gorizia, per poi entrare nella Compagnia di Gesù, come il fratello maggiore Bernardo. Fu ammesso nel biennio di noviziato a Bologna il 12 novembre 1707; sempre a Bologna seguì i corsi di filosofia (1709-13), proseguendo poi gli studi a Padova (1713-18). L’ultima parte della sua preparazione avvenne nel Collegio Germanico a Roma, dove nel 1721 fu ordinato sacerdote e nel 1722 conseguì il dottorato in filosofia e teologia. Insegnò per alcuni anni nello stesso collegio; nel 1725, dopo aver pronunciato gli ultimi quattro voti solenni (2 febbraio), venne trasferito nella sede dell’ordine a Padova. Qui ebbe il compito di collaborare con il confratello Filippo Riceputi (1667-1742), che forse era stato suo insegnante a Gorizia, al progetto di una grande storia ecclesiastica dell’antica Illiria romana, fortemente caldeggiato da papa Clemente XI, della famiglia Albani, che faceva risalire le proprie origini all’Albania. Il piano dell’opera, presentato fin dal 1720, era imponente: essa doveva comprendere gli atti dei martiri, la serie dei vescovi, le vite dei santi, i concili provinciali, i decreti, le istituzioni monastiche, con l’edizione dei documenti originali. Accanto alla Dalmazia propriamente detta, con il suo retroterra storico, e all’Epiro, esso abbracciava le regioni antiche del Norico, della Pannonia e i territori della stessa diocesi patriarcale di Aquileia. Proprio per esaminare i documenti aquileiesi il Riceputi e il F. si recarono prima del 1728 a Udine e a Cividale. All’inizio un’opera di tali dimensioni suscitò molte obiezioni da parte delle autorità ecclesiastiche locali, preoccupate che fossero messe in dubbio le tradizioni delle rispettive chiese; Venezia a sua volta temeva la pubblicazione di documenti che potessero offrire sostegno a rivendicazioni asburgiche sulla Dalmazia. ... leggi Notevole fu anche lo scetticismo del mondo degli eruditi: ancora nel 1735 mons. Giusto Fontanini scriveva che il progetto era irrealizzabile. L’iniziativa in ogni caso ebbe l’appoggio di Innocenzo XIII, di Benedetto XIV e di numerosi prelati della curia pontificia. Il Riceputi, il F. e i loro collaboratori misero insieme nel collegio di Padova una raccolta di circa 300 volumi di documenti, tra originali e copie, che fu denominata Museo illirico. Nel 1740 venne pubblicato un prospetto dell’edizione, che prevedeva una storia civile ed ecclesiastica del territorio illirico in 18 tomi. Dopo la morte di Riceputi, nel dicembre 1743 Benedetto XIV stabilì che l’opera fosse affidata alle cure del solo F. Questi ridimensionò fortemente il piano originario, che fu limitato alla storia ecclesiastica dell’Illirico, come si configurava all’epoca di Diocleziano. Per modello venne presa l’Italia sacra di F. Ughelli, di cui la seconda edizione era stata pubblicata tra il 1717 e il 1722, in 10 volumi, dalla tipografia veneziana di Sebastiano Coleti, alla quale venne affidata anche la stampa dell’Illyricum sacrum. I primi due tomi in-folio dell’opera uscirono nel 1751 e nel 1753: comprendevano la storia e i documenti della chiesa di Salona, fino alla distruzione della città avvenuta nel secolo VII. Il terzo tomo, dedicato all’arcidiocesi di Spalato, erede del titolo metropolitano di Salona, uscì nel 1765; il quarto, sulle diocesi suffraganee di Spalato, nel 1769. A differenza di Riceputi, che aveva viaggiato a lungo per la Dalmazia, F. non si recò mai personalmente nei territori di cui descriveva la storia e le tradizioni, limitandosi a interpellare una numerosa serie di corrispondenti locali: questo spiega i tempi lunghissimi dell’edizione e anche le numerose imprecisioni geografiche che furono subito segnalate. F. morì a Padova il 27 aprile 1773, lasciando pronto il materiale per i successivi volumi. L’opera fu continuata dal confratello Iacopo Coleti, figlio del tipografo che stampava l’opera, docente di lingue classiche nel collegio di Padova. Il quinto tomo, dedicato a Zara e alle diocesi suffraganee, uscì nel 1775; vi è premessa la biografia di F. Il Coleti curò anche l’unico altro scritto lasciato dall’autore, l’opuscolo polemico De artis criticae inscitia antiquitati obiecta (Venezia, S. Coleti, 1777). La soppressione della Compagnia di Gesù (1773) ritardò la pubblicazione delle sezioni successive dell’Illyricum sacrum. Coleti, usando il patrimonio di famiglia, fece stampare il tomo sesto (Ragusa e Cattaro) nel 1800; il settimo (Antivari, Durazzo e Sirmio) nel 1817, l’ottavo (diocesi antiche della Bosnia e della Serbia) nel 1819, con l’edizione definitiva del Martyrologium Illyricum. Un tomo nono, pronto per la stampa, non fu mai pubblicato per mancanza di finanziamenti. I manoscritti del Museo illirico, rimasti in mano al Coleti, avevano cominciato a essere dispersi fin dal 1776, quando tredici volumi furono donati all’arcivescovo di Spalato. Nel 1795 Coleti depositò undici volumi parzialmente autografi e molte lettere del F. presso la Biblioteca Guarneriana di San Daniele (l’attuale ms 272); nel 1818 altri volumi furono consegnati alla biblioteca del seminario di Padova (ms DCCXV). Recentemente undici volumi, con materiale solo in minima parte confluito nell’edizione a stampa, sono stati ritrovati nella Biblioteca del museo Correr di Venezia (Fondo Cicogna, mss 601-602; 3218-3226).

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Bibliografia

S. CAVAZZA, Farlati, Daniele, in DBI, 45 (1995), 47-50; J. LUČIĆ, in DHGE, 16, coll. 581-594; I. COLETI, Praefatio ad lectorem de vita Danielis Farlati S. J., in Illyricum sacrum, V, Venezia, S. Coleti, 1775, VII-XI; LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 389-391; M. FABER, Zur Entstehung von Farlati’s “Illyricum Sacrum”, «Wissenschaftliche Mittheilungen aus Bosnien und der Hercegovina», 3 (1895), 388-395; F. BULIĆ, Accessiones et correctiones all’Illyricum sacrum del P.D. Farlati di P.G. Coleti, Spalato, Narodna Tiskara, 1910; E. PATRIARCA, Quattro lettere inedite al padre Daniele Farlati, San Daniele del Friuli, Tabacco, 1934 (nozze Floreani-Violino); E. PATRIARCA, Il padre Daniele Farlati e l’“Illyricum sacrum , Udine, AGF, 1935; E. PATRIARCA, La Dalmazia in un carteggio di uomini dotti con gli artefici dell’“Illyricum sacrum”, Udine, AGF, 1935; J. LUČIĆ, Daniele Farlati (1690-1773). U povodu 200. godišnjice smrti, «Historijski zbornik», 25-26 (1972-73), 229-241; M. FERRACCIOLI - G. GIRAUDO, Undici codici del Museo Illirico ritrovati nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia, «Orientalia Christiana Periodica», 72 (2006), 41-89.

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