GHEDINA GIUSEPPE

GHEDINA GIUSEPPE (1825 - 1896)

pittore

Nacque il 1° marzo 1825 a Cortina d’Ampezzo, primo di undici figli, da Gaetano, proprietario di un albergo, e da Maria Rosa Di Poi. Le sue giovanili inclinazioni all’arte, favorite dalle buone condizioni economiche della famiglia, lo portarono ad iscriversi all’Accademia di belle arti di Venezia, dove fu allievo di Ludovico Lipparini, Michelangelo Grigoletti e Francesco Lazzari, e dove subito si segnalò per qualche ottima copia di figure. Terminati gli studi nel 1844, esordì in pubblico nel 1845, esponendo a Trieste il dipinto Laura e Petrarca. Si trasferì quindi a Roma, per ritornare nel 1852 a Venezia, dove frequentò un corso di estetica: nello stesso anno presentò all’Esposizione di Venezia il quadro di soggetto storico Andrea Contarini costretto ad accettare il dogato (oggi nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia), con il quale vinse la medaglia d’oro. Suscitò invece qualche critica il dipinto presentato all’Esposizione del 1858. Nel 1853 ritornò a Cortina, per iniziare qualche anno dopo un’attività pittorica lontano da casa, che lo portò nel 1860 a Solagna presso Vicenza, poi a Stevenà in Friuli, dove affrescò nella volta del presbiterio della chiesa parrocchiale l’Incoronazione della Vergine e gli Evangelisti nei pennacchi (1860 ca.), e nel 1866 a Venezia (affreschi, oggi perduti, raffiguranti Amleto e il Bagno delle pompeiane in palazzo Papadopoli). Dal 1867 alla morte, avvenuta il 12 maggio 1896, visse quasi sempre a Cortina (affreschi e pala d’altare nella parrocchiale, dipinti nella chiesa della Madonna della Salute a Cadin, dipinti in collezioni private e una ricca decorazione esterna con immagini allegoriche e scene di genere – con la collaborazione dei fratelli Luigi e Angelo – nella casa paterna, detta “ciasa dei pupe”), salvo qualche presenza in Friuli, dove fu amico dello storico e pittore gemonese don Valentino Baldissera. Nel 1873-1874 gli venne commissionata dalla parrocchia di Tarcento la pittura del soffitto della navata del duomo, che costituisce il dipinto più importante tra quelli da lui eseguiti in Friuli. ... leggi Di grande dimensione, in parte perduto nel terremoto del 1976, raffigura l’Assunzione della Vergine e si ispira all’Assunta dipinta nel 1846 per la cattedrale di Esztergon in Ungheria da Michelangelo Grigoletti, che a sua volta guardò all’Assunta dipinta da Tiziano nel 1518 per la chiesa dei Frari di Venezia. E tuttavia mancano a G. l’avvampante intensità del colore e la grandiosità delle forme dell’opera del Tiziano e anche del dipinto di Grigoletti: intonazioni fredde e quasi traslucide, richiami ad un neoclassicismo non più attuale, linee di contorno eccessivamente marcate sono indicative della sua personalità. Il dipinto ottenne comunque grande successo presso i contemporanei e motivò la scelta effettuata dal comune di Udine, che gli chiese di eseguire un affresco (la Madonna dell’uva e angeli musicanti, 1880 ca.) nella loggia del Lionello, a sostituire quello di Giovanni Antonio Pordenone, distrutto nel 1876 nell’incendio della loggia. Al 1880 risale una pala d’altare per la chiesa di Feletto Umberto. La pittura di G., di carattere decisamente accademico, spesso “tizianesca”, come nell’affresco di Tarcento, è corretta nella tecnica ma talvolta fredda, anche se impostata su colori freschi e cantanti. Non mancano accenti “nordici”, vicini all’arte dei “Nazareni”, conosciuta attraverso la mediazione del fratello Luigi che aveva frequentato l’Accademia di Monaco.

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Bibliografia

SACCOMANI, Ristauro, 9, 16; V. B.[ALDISSERA], Giuseppe Ghedina, «Pagine friulane», 9/7 (1896), 118-119; G. FABBIANI, Chiese del Cadore, Belluno, Tip. Vescovile, 1964, 95, 98, 141; Arte poco nota dell’Ottocento nel Friuli Occidentale. Catalogo, a cura di A. FORNIZ, San Vito al Tagliamento, Ellerani, 1971, 75-79; G.C. MENIS - L. BROS, Civiltà del Friuli centro collinare, Pordenone, GEAP, 1984, scheda 150; F. VIZZUTTI, Breve storia della pittura bellunese dal secolo XV al XIX secolo, Belluno, Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, 1986, 52; A. SCROCCO, Cenni sul pittore ampezzano Giuseppe Ghedina (1825-1896), «AFT», 11 (1989), 175-178; EAD., Il pittore ampezzano Giuseppe Ghedina, Cortina d’Ampezzo, La Cooperativa di Cortina, 1991; F. DELL’AGNESE, La pittura a Caneva dal Rinascimento al XIX secolo, in Caneva, 434, 437; Giuseppe Ghedina pittore tra il divino e l’umano (1825-1896). Catalogo della mostra, San Vito di Cadore, Grafica Sanvitese, 1997; F. VIZZUTTI, Ghedina, Giuseppe, in DBI, 53 (1999), 516-517; M. DE GRASSI, Ghedina Giuseppe, in Pittura nel Veneto. L’Ottocento, I, 239; II, 736-737; M. VISENTIN, Appunti per una storia della pittura murale negli spazi sacri, in Tra Venezia e Vienna, 175-191; G. BERGAMINI, Il duomo di San Pietro. L’arte, in Tarcento. Il duomo di San Pietro apostolo, a cura di F. DE VITT, Udine, Forum, 2009, 179-185 (con bibliografia).

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