GIACOMO DETTO NIBISIO (ante aprile 1311)

GIACOMO DETTO NIBISIO (ante aprile 1311)

notaio

Immagine del soggetto

Signum del notaio gemonese Giacomo detto Nibisio.

G. detto N. svolse la sua attività di notaio a Gemona per tutta la seconda metà del Duecento fino ai primi anni del secolo successivo. Non è rimasta traccia di un suo registro di imbreviature datato al I aprile 1259, per il quale N. è stato a lungo considerato l’autore del più antico protocollo notarile conservatosi in Friuli: dunque il più antico registro (o per meglio dire, frammento di registro) ‘friulano’ conservatosi è di mano di Giovanni da Lupico (1265). I cinque protocolli di G. N., che coprono un arco di tempo che va dal 1270 al 1302, sono in ogni caso fra i più antichi conservatisi in regione, arricchendo la nutrita serie di registri degli altri notai gemonesi del Duecento. Le non molte pergamene autografe pervenute permettono di stabilire che G., il quale si sottoscriveva ancora «Iacobus dictus Nibisius imperiali auctoritate notarius» almeno fino al 1286, già dal 1288 omise il «dictus». Poche sono peraltro le notizie biografiche sul notaio: molto spesso citato nelle fonti assieme al fratello Vidussio di Pugutta (o Pugutan), quest’ultimo sembra essere stato il soprannome del defunto padre dei due fratelli, che avevano una ‘statio’ nella piazza del mercato di Gemona. In questo stesso luogo, centrale per l’attività della comunità, il notaio aveva una casa con portico e ballatoio (‘linda’) che risulta spesso come data topica delle note sue e dei suoi colleghi, alcuni dei quali – come Romano, Biachino, Giovannibono e il figlio di questi, Ermanno – ebbero anch’essi la loro dimora nel foro di Gemona. Il notaio non sembra aver avuto figli dalla moglie Margherita, la quale fece testamento – il marito presente e consenziente – il 23 agosto 1303. Pur scarse, le fonti permettono comunque di inquadrare G. N. nella solida economia cittadina, partecipe alla vita politica del suo comune. ... leggi Fu il notaio infatti a stilare l’atto con il quale alla fine di settembre del 1270, nel periodo di vacanza della sede aquileiese, i due rectores di Gemona, appartenenti alla classe mercantile, elessero temporaneamente (fino al 30 di novembre) capitano di Gemona un loro pari, tale Giacomo Visich, in palese deroga a una tipica prerogativa patriarcale. Negli anni Ottanta del secolo, fra i conoscenti di N. vi è anche Pace dal Friuli, futuro professore di logica dello Studium patavino, venuto ad abitare per alcuni anni a Gemona in seguito al matrimonio con Margherita di Pellegrino, avvenuto a Venzone, il 30 gennaio del 1283, con atto stilato dal notaio. A metà novembre del 1287, G. scriveva una nota in cui egli stesso e il fratello rinunciavano nelle mani di Mattia del fu Enrico di Gemona un mulino del quale erano stati investiti «iure Aquilegensis ecclesie». L’anno successivo il notaio Bonomo, redigendo le sue ultime volontà, lasciava le sue note a Biachino Cirioli, suo consaguineo, o in alternativa a G. N. Nel giugno del 1293, maestro G. notaio di Gemona è l’ultimo di una serie di notabili che – scomunicati da Raimondo della Torre per aver assediato il castello di Gemona, ferendone il capitano Alamannino, suo nipote – chiesero e ottennero l’assoluzione del patriarca. Pur privo del suo appellativo, nel maestro G. è improbabile individuare altri notai gemonesi; né è verosimile l’identificazione con l’omonimo scolastico di cui si ha notizia in quegli stessi anni (1282-1301): proveniente dal borgo di Porta Tosa di Milano, sembra poco credibile un suo coinvolgimento in una sommossa comunale contro rappresentanti delle istituzioni suoi compatrioti. Il notaio G. N. fu in realtà più in contatto con la vivace comunità dei mercanti fiorentini di Gemona, come è testimoniato anche dalla vicenda connessa al testamento di Nello Coppi, che andò avanti dal 1292 al 1299 e coinvolse anche i notai Marino di Galucio e Bartolomeo da Gemona.  Il 22 ottobre del 1302, G. N. e Vidussio vendevano i diritti di censo su un terreno in Maniaglia (un borgo a sud di Gemona) al figlio della tenutaria di quel terreno, il quale così riscattava anche il debito che la madre aveva nei confronti del notaio e di suo fratello. Il 20 ottobre 1303 i due fratelli comparirono davanti al capitano di Gemona, Obizzone della Porta da Vicenza, per reclamare il pagamento di una loro casa data in affitto. La data di morte del notaio, ignota, è da collocare nel primo decennio del secolo XIV: ancora vivente il 9 gennaio 1305, una nota di maestro Pellegrino da Gemona fu scritta sotto il portico «quondam Nibisii notarii de Glemona» il 4 aprile 1311. Molti anni dopo, nel 1369, il camerario della pieve di S. Maria di Gemona annotava le spese per l’anniversario di «Nibìs» il 17 aprile; d’altronde le spese per l’anniversario di «Nibìs nadar», senza data, furono pagate dal camerario di quella stessa chiesa ancora nell’anno 1390.

Chiudi

Bibliografia

ACG, Pergamene, b. 1649, ni 15, 32; ASU, NA, b. 2220, fascicoli 1-3, 8-9; MANC, Pergamene Capitolari, t. VIII, n° 70.
G.G. LIRUTI, Notizie di Gemona, Venezia 1771 (r. anastatica Bologna 1973), 59-60, 70, 75-76; BIANCHI, Indice, ni 374-375, 408, 499, 570; SOMEDA DE MARCO P., Notariato, 105; ZENAROLA PASTORE, Atti, 22 n. 22; Quaderni gemonesi del Trecento, Pieve di Santa Maria, a cura di F. VICARIO, I, Udine 2007, 36, 98; ivi, II, Udine 2008, 18; C. SCALON, Chiesa e laicato nella formazione scolastica e culturale in Friuli, in Gemona nella Patria del Friuli: una società cittadina nel Trecento, a cura di P. Cammarosano, Atti del Convegno di studi (Gemona del Friuli, 5-6 dicembre 2008), Trieste 2009,  135-153: 137 e n. 13; G. BRUNETTIN, Per una storia del ceto dirigente patriarchino: il caso di Gemona (secc. XIII-XV), ivi, 317-368: 327; PANI, Gualtiero, 274 n° 170, 350 n° 256, 399-400 n° 295;  S. BLANCATO, Le note di Giovanni da Lupico, notaio patriarcale (1265, 1267-1271, 1273, 1277-1279, 1283-1285, 1288, 1294-1298), Roma 2013 (Fonti per la storia della Chiesa. Serie medievale, 15), 109-110 e n. 83; BLANCATO, I notai del Patriarcato, 65, 79-80, 84, 366-370, 498, 533 n° X, 540-541 n° XV.  

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *