INDRI DOMENICO (1845-1917)

INDRI DOMENICO (1845-1917)

impresario

Immagine del soggetto

Domenico Indri.

Tra i numerosi operai, tagliapietre e scalpellini, muratori e carpentieri, segantini, carriolanti e badilanti che verso il 1894 raggiunsero la Russia per la costruzione di vari tratti della ferrovia Transiberiana, in particolare quello oltremodo difficoltoso dell’ansa del lago Baikal, ci fu anche, in qualità di impresario e palîr, cioè reclutatore di mano d’opera, D.I. (Valùt) della borgata Rope di Pradis di Sopra, in Comune di Clauzetto. Qui nacque il 25 ottobre 1845 da Lorenzo, originario di Vito d’Asio, e da Lucia Zannier. Appresi i primi rudimenti del leggere, dello scrivere e del far di conto s’incamminò per il mondo. Fu dapprima in Austria, come garzone, poi in Germania, in Ungheria e in Romania e dal 1883 nel Caucaso impegnato nella costruzione della ferrovia che da Batumi sul Mar Nero collegava Baku sul Mar Caspio. Qui, a contatto con maestranze e operai russi, maturò una solida esperienza di strade ferrate e imparò bene la lingua. La grande occasione gli arrivò nel 1893, su invito di tale Taburno, inviato del governo zarista. Alla moglie scriveva: «Mi domanda di stare al affare di metter binari fino alla Cina… e a me pare di andarci con una scuadra che mi credo di guadagnar bene e impatriare per sempre collaiuto di Dio». Nel 1894 fece arrivare da Clauzetto, per metterli a disposizione dell’impresario Pietro Brovedani che lavorava tra Omsk e Tomsk, 34 operai dell’alta Val Cosa. Nel suo carnet puntualmente registrava, fin dal 26 marzo 1894, giornate, acconti e saldi a 56 operai, in gran parte friulani della pedemontana spilimberghese, i primi ad arrivare in Siberia. ... leggi Ben presto si associò per lavori ferroviari ed extra ferroviari in una “compagnia” composta da Pietro Collino (Fragniç) di San Rocco di Forgaria, Gio.Batta Vidoni (Parùs) di Artegna e Giovanni Toffoli (Cjargnel) di Forgaria a capo di un Gruppo di lavoro consistente in un centinaio di operai, tra cui diversi russi. I. tiene tutto registrato, spese per biglietti di viaggio, alimenti, telegrammi, passaporti, pagamenti, materiali. Viaggiava molto sul territorio russo e manteneva tutto un intreccio di relazioni con l’Italia per favorire il reclutamento di scalpellini e manovalanza, anche nel Bolognese e Modenese. Conosceva bene anche il tedesco e per le sue capacità e per il suo dinamismo era considerato dalle maestranze zariste un ingegnere. Con il socio Collino partecipò a Mosca alla costruzione del Museo delle belle arti Alessandro III, quale responsabile degli scalpellini tra cui si ricordano i provetti Domenico Tambosco di Forgaria e Luigi Tramontin (Laurinçut) di Clauzetto. Rientrato nel 1907 nella natia Pradis, vi morì il 1 ottobre 1917 cadendo da un noce.

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Bibliografia

G. COLLEDANI, Domenico Indri, impresario sulla Transiberiana, «Il Barbacian», 22/1 (1985); ID., Il piccolo transiberiano, «Il Barbacian», 49/2 (2012); ID., Nell’emporio di Ivan Aleksandrovic, «Il Barbacian», 51/2 (2014).

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