LUCCHINI LUIGI

LUCCHINI LUIGI (1847 - 1915)

gesuita, certosino, erudito, insegnante, poeta

Immagine del soggetto

Padre Luigi Lucchini.

Alla nascita il 25 maggio 1847 a Lateis fu battezzato come Tiburzio Luigi, figlio di Osvaldo e Lucia Somvilla. Nacque in una famiglia in vista di questa comunità di Sauris, vantando fra i suoi avi il notaio e perito Andrea e diversi sacerdoti (almeno lo zio Leonardo e il prozio Pietro). Fu accolto nel Seminario di Udine, dal quale fu ammesso accolito il 15 giugno 1867, subdiacono il 6 giugno 1868 ed al diaconato il primo agosto 1869; il 18 settembre di quell’anno fu consacrato presbitero. Come per molta parte del clero originario di Sauris, nel 1870 fu destinato alla parrocchia di S. Margherita di Sappada col ruolo di cooperatore domestico, nel mentre a parroco era stato eletto Andrea Schneider, anch’egli di Sauris. Lo scambio fra presbiteri di queste due comunità di parlanti varianti proprie del tedesco fu costante e duraturo nel tempo. Tuttavia, per L. l’esperienza sappadina fu breve. A seguito della morte per avvelenamento del parroco suo compaesano, rifiutò l’invito dell’arcivescovo a proporsi per il beneficio e il 13 settembre 1872 chiese di essere trasferito. Fu, in tutta probabilità, richiamato in Seminario a ricoprire la carica di professore di grammatica alle classi ginnasiali; lo era certamente nel 1878, in prossimità di un’ulteriore riforma del corso di studi che migliorò sensibilmente la preparazione dei presbiteri, e vi rimase almeno fino al settembre 1882. Due anni prima, in occasione dell’ingresso di Pietro Plozzer a parroco di Sauris, aveva pubblicato le Memorie del santuario di S. Osualdo in Sauris arcidiocesi di Udine, che rappresenta il primo tentativo di ricostruzione storica documentata delle vicende di uno dei santuari più noti e frequentati, almeno fino alla fine del Settecento, delle Alpi orientali. ... leggi Il 6 agosto 1882, in occasione della consacrazione di Pietro Antonio Troiero, un altro fra i molti preti nativi di Sauris, pubblicò il suo secondo scritto, Saggio di dialettologia sauriana, una prima sintesi sulla fonetica e la grammatica di questa variante del tedesco, dove, pressoché per primo, univa all’analisi linguistica l’annosa questione delle origini e della provenienza della comunità tedesca alle pendici della vallata del Lumiei. Non senza esimersi dal riconsiderare criticamente le leggende di fondazione – i militi e cacciatori tedeschi transfughi rifugiatisi lassù – vi pubblicò la ballata Der Olte Pick Dörfar und ’s Schwäbele [Il vecchio picchio di Sauris di Sotto e la rondinella], da annoverarsi fra i primi tentativi letterari in saurano, dove ai temi autobiografici – la rondinella, costretta a rimanere lontana dalla sua terra per poi farvi ritorno in primavera – si unisce la descrizione degli stenti patiti da chi abita fra le nevi per lunghi mesi, ma è capace col proprio ingegno di sopravvivervi, come il picchio forando il tronco degli alberi. Lasciato il Seminario probabilmente già nel settembre di quello stesso anno, intraprese gli studi per diventare gesuita. Entrato nella compagnia, fu mandato a Scutari in Albania, in seno alla missione volante intrapresa dalla provincia veneta al principio degli anni Ottanta dell’Ottocento grazie al padre Domenico Pasi, volta ad estendere l’evangelizzazione di un’area ancora soggetta allora all’Impero ottomano. Fu forse per accondiscendere alle autorità austriache, che non guardavano sempre di buon occhio la presenza dei padri italiani in quell’area, che L. venne destinato a Scutari, sede del Seminario pontificio sorretto dai gesuiti, dove il corso di studi esigeva anche l’insegnamento del tedesco. La sua permanenza in Albania fu, probabilmente, intervallata dai prolungati soggiorni di studio in Inghilterra, certamente al St. Beuno’s College a Liverpool e, probabilmente, nel Stonyhurst College (Lancashire), dove perfezionò l’apprendimento di diverse lingue. Il 6 ottobre 1887, durante un’escursione nei dintorni di Scutari, subì un attentato da parte di un giovane pastore, nel quale rimase ucciso il suo compagno, M. Pastore. Probabilmente fu per sciogliere il voto fatto mentre sfuggiva ai colpi di fucile riparando in un burrone che predispose le Considerazioni sulla vita e sulle grandezze di s. Giuseppe per tutti i giorni del mese, un’opera «da servire tanto di lettura spirituale, come di punti di meditazione con applicazioni pratiche adatte a tutti», predisposta per la stampa soltanto nel 1912. Di ritorno dall’Inghilterra, chiamato a Costantinopoli a deporre al processo per l’omicidio di cui era stato testimone, fra il settembre e l’ottobre 1890 passò per l’ultima volta a Sauris, prima di essere destinato a Mangalore in India, arrivandovi il 10 gennaio 1891 in qualità di professore nel Seminario di St. Joseph in seno al St. Aloysius College fondato nel 1880. Ragioni di salute lo costrinsero al rientro a Venezia «per prepararsi al grande passaggio», come testimonierà Fulgenzio Schneider tracciandone la biografia, presso la sede della provincia dell’ordine, ove giunse l’11 novembre 1904. Con grande probabilità fu per coniugare le necessità di cura, la volontà di esercitare con crescente discrezione il suo ministero e soddisfare la sua anima contemplativa, che scelse di diventare certosino. Fece l’ingresso nell’ordine il 2 gennaio 1905 a Lucca e, intraprendendo un nuovo cammino di studio e meditazione, raggiunse la grande vestizione in quella stessa Certosa di Farneta il 2 febbraio 1910, adottando il nome di Gian Luigi. In seguito fu procuratore generale dell’ordine a Roma, prima di raggiungere la Certosa di Trisulti (Frosinone), divenendovi priore il 9 maggio 1912. Probabilmente, già alla fine del 1914 si ritirò nella Certosa di Tecchiena, grangia dipendente da Trisulti, dove morì l’8 febbraio 1915. Una ricca messe di sue lettere, indirizzate in larga parte al cugino Vincenzo ed al nipote Leopoldo, testimonia il profondo attaccamento al suo paese, al quale sono di fatto riservati molti degli scritti editi e noti finora. Ne era già una testimonianza eloquente l’elegia latina L’alpestre paese di Sauris, composta in occasione della visita pastorale di Giovanni Maria Berengo del 16-17 settembre 1887 e successivamente edita (1910 e 1912), nella quale si descrivono le dure condizioni ambientali dominate dal freddo («Educat in duris aestas vix fraga rubetis | Cum subito ventis aspera saevit hyems»), si esalta l’intraprendenza dell’abitante di quella terra («contentus vivere parcus») e si biasimano coloro che han scelto di abbandonarla per l’Argentina, per i quali augura un presto rientro («Terricolas revoca, quos oppositus tenet orbis»). La sua erudizione e la vasta conoscenza delle lingue furono messe al servizio dell’insegnamento, specie nella lontana Mangalore, che occupò larga parte della sua vita attiva, fino a quando non virò i suoi interessi alla vita contemplativa, fatta «in gran parte di solitudine e di silenzio» trovandola vieppiù «così bella e soave», come testimonia una sua missiva del 18 giugno 1914. A lui la comunità di Sauris ha dedicato la Biblioteca civica.

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Bibliografia

ACAU, Ordinazioni sacre, 651, 1862-1869; Sauris, Archivio parrocchiale, Civile austriaco, Nascite, f. 48; ibid., Lucchini, 1/[2], Corrispondenza di p. L. Lucchini, 1890-1918; Trisulti, Archivio storico della Certosa, 2/12, Elenco dei monaci e conversi dimoranti nella Certosa di Trisulti; ms BCU, Principale, 1564, Per la visita pastorale di m.r Berengo alla Parrocchia di Sauris. Distici latini.

Scritti di L. Lucchini: Memorie del santuario di S. Osualdo in Sauris arcidiocesi di Udine, Udine, Tip. del Patronato, 1880 (A don Pietro Plozzer che celebra la prima messa nel santuario di S. Osualdo in Sauris); Saggio di dialettologia sauriana, Udine, Tip. del Patronato, 1882 (A d. Pietro Antonio Trojero nel giorno 6. agosto 1882 in cui celebra la prima messa questo saggio di patria favella in segno di esultanza offre…) (18852); L’alpestre paese di Sauris, ricordo patrio dedicato a don Beniamino Petris curato di Maiaso nell’occasione del suo giubileo sacerdotale, 1860-1910, Udine, Tip. del Crociato, 1910 (nuova ed.: L’alpestre paese di Sauris, elegia d’un solitario claustrale dedicata a s. ecc. ill.ma e rev.ma mons. Antonio Anastasio Rossi arcivescovo di Udine nell’occasione della sua visita pastorale 3. 4. e 5. agosto MCMXII, Udine, Stabilimento commerciale tipografico-librario A. Moretti e G. Percotto, [1912]); Considerazioni sulla vita e sulle grandezze di s. Giuseppe per tutti i giorni del Mese, con Appendice per la pratica del suo culto, Udine, Tip. S. Paolino, 1912.

p. F. CORDIGNANO s. ... leggii., L’Albania a traverso l’opera e gli scritti di un grande missionario italiano il p. Domenico Pasi s. i. (1847-1914), 1, L’uomo in preparazione e nella Diocesi delle Sette bandiere, Roma, Istituto per l’Europa orientale, MXMXXXIII (Pubblicazioni dell’Istituto per l’Europa orientale Roma, s. II, Politica, storia, economia, XXV); Documenti per la storia di Sappada/Plodn. 1295-1907, a cura di A. PERATONER, Pieve di Cadore, Edizioni Tiziano, 2005, 283-284; E. NAVARRA, Il fondo Lucchini. Una fonte per lo studio socio-economico della Carnia nel primo ’800, «M&R», n.s., 16/2 (1997), 89-99; B. PETRIS VA PLOTZN, Letteratura saurana, in EMFVG, 3/II, La storia e la cultura, 1289-1296; Sauris nelle nozze d’oro di D. Antonio Trojero rievoca la sua storia e i suoi sacerdoti, Udine, AGF, 1932 (rist. anast. a cura del Circolo culturale saurano F. Schneider, Sauris, 2009); F. SCHNEIDER, Genealogia della mia stirpe, a cura di D. ISABELLA, con la collaborazione di L. PROTTO, Udine, Forum, 2007, 73-74; ID., Raccolta di antiche tradizioni ed avvenimenti fino ai giorni nostri di Sauris, presentazione dell’opera di F. Schneider, Presentazione e biografia dell’autore di D. Isabella, glossario di T. Minigher, Sauris, Circolo culturale saurano F. Schneider, 1992, 57-58; Il seminario di Udine. Seminario patriarcale di Aquileia ed arcivescovile di Udine. Cenni storici nel terzo centenario dalla fondazione, [a cura di G. MARCUZZI - G. ELLERO - P. PASCHINI - G. VALE], Udine, Tip. pontificia del Patronato, 1902, 482; Testi saurani = Zarar stiklan, [a cura di] B. PETRIS VA PLOTZN, Udine = Baidn, Grillo, 1978, 22-31; A. TILATTI, La Parrocchia di Sauris: le chiese, gli uomini, i santi, in Sauris Zahre. Una comunità delle Alpi Carniche, a cura di D. COZZI - D. ISABELLA - E. NAVARRA, Udine, Forum, 1998, 63-90.

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