MACHNITSCH RODOLFO

MACHNITSCH RODOLFO (1863 - 1938)

ingegnere

Immagine del soggetto

Ritratto dell'ingegner Machnitsch, olio su tela di Alma Marcuzzi Soller, 1930 (Gorizia, Musei Provinciali).

Nacque a Venezia il 7 marzo 1863; risiedette dapprima a Tolmino, da dove proveniva la sua famiglia, e poi, dal 1904, a Gorizia. Dopo la guerra ebbe residenza in vari luoghi, tra cui Trieste, Aquileia e Cervignano. Nel 1906 in qualità di “Oberingenieur” (nella curia era definito nel 1909: «Architectuts superior sectionis edilis Capitanatus Goritiensis»), fu incaricato dal capitano distrettuale di Gradisca di redigere un articolato programma di lavori per una manutenzione straordinaria della basilica di Aquileia, in particolare per i danni provocati dall’umidità lungo la parete destra o meridionale. Del fatto si interessò anzitutto la Società per la conservazione della basilica, della quale era presidente l’arcivescovo Francesco B. Sedej. L’intervento dell’estate 1909, che prevedeva un canale di drenaggio per isolare dall’interno la parete, portò alla scoperta del mosaico che nei mesi seguenti sarebbe stato riconosciuto come quello grandioso che fu fatto eseguire dal vescovo Teodoro entro il 320: in tal modo l’ingegnere operò anche come archeologo, quando si procedette all’asportazione dell’alto strato di terra e rovine che fin dal IV secolo era stato sovrapposto al mosaico. Fu immediata la resistenza di un gruppo di anticlericali, tra cui si distinse per asprezza Enrico Maionica, che in questo caso non esitò ad assumere persino atteggiamenti prossimi all’irredentismo: accampò diritti in quanto direttore del Museo archeologico, compiacendosi però che sotto la basilica apparisse una notevole traccia di romanità, alla quale egli preferiva dedicarsi sia dal punto di vista professionale, sia per rivendicare precedenze non cristiane. ... leggi Prima che i responsabili, guidati da M. (compresi i giornalisti del cattolico «L’eco del Litorale»), dessero notizia della scoperta appena avviata e dunque ancora in corso, Maionica ne scrisse il 29 luglio su «Il Piccolo», dopo essersi introdotto in basilica di notte (altri suoi interventi sulla stampa seguirono in agosto sullo stesso giornale; in appoggio a Maionica e in opposizione a M. si schierarono invece «Il gazzettino popolare» e «Il corriere friulano»). In definitiva spettano a M. la scoperta e l’identificazione del mosaico (in ciò aiutato dagli studiosi della Società), dopo che venne alla luce la figura del Buon Pastore con cui si dimostrò il carattere cristiano e antico del monumento. Negli anni seguenti M. continuò nelle sue scoperte ma anche nel restauro del monumento, che vide accresciuto enormemente il suo prestigio con la visita e lo studio di autorevoli personalità. Sue, come anche di Karl Drexler, sono molte fotografie pubblicate allora in luoghi diversi e suoi sono stati diversi altri interventi. È discutibile l’abbattimento della parete orientale affrescata dell’aula meridionale del tempo di Teodoro, come anche l’eliminazione sistematica del livello musivo d’età cromaziana, mentre ha avuto carattere sperimentale l’innalzamento al livello moderno del mosaico teodoriano scoperto in corrispondenza della navata sinistra popponiana. M. fu confermato più volte nel comitato della Società e si assunse vari altri incarichi (fu anche nella Commissione per il Museo diocesano di Gorizia). Spettano a lui la scoperta del tratto nord-orientale del mosaico cromaziano (a sinistra ma fuori della cripta) e il restauro della casa canonica. Tra il 1913 e il 1914 la sua presenza si fece più rara, forse per l’arrivo di Anton Gnirs e per l’intraprendenza di K. Drexler. Dopo la ritirata di Caporetto fece parte della Commissione «pel restauro della provincia di Gorizia». Più tardi, seguendo direttive ben note, italianizzò il cognome in Macchini e risiedette a Cervignano, dove morì nel 1938.

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Bibliografia

R. MACHNITSCH, Il mosaico scoperto nella Basilica di Aquileia, «Il Popolo», 22 luglio 1910; ID., Vie di comunicazione, in Gorizia con le vallate dell’Isonzo e del Vipacco, Udine, Società alpina friulana, 1930, 185-189; ID. (con A. FERRUCCI ), Da S. Lucia a Tolmino e a Caporetto, ibid., 368-426.

TAVANO, Monumenti, 64-65, 93, 98; TAVANO, Aquileia e Gorizia, 33-51, 44-47, 63-68, 72, 76-79, 82-84, 86-87, 93, 105, 107, 117-119, 138.

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