MORANDINI LUCIANO

MORANDINI LUCIANO (1928 - 2009)

scrittore, poeta, insegnante, politico

Immagine del soggetto

Il poeta Luciano Morandini in un ritratto di Nino De Carne, 2002.

Nacque il 10 gennaio 1928 a San Giorgio di Nogaro (Udine) da Domenico, disegnatore presso il genio militare di Udine, e Maria Pez. Nel paese natio visse l’infanzia e la fanciullezza evocate nel romanzo di formazione San Giorgio e il drago (1984) e nel Promemoria friulano (1998), sua autobiografia intellettuale e morale. Operazione non nostalgica, né idealizzante: M. rivendicava a sé l’incanto del bambino, ma già una percezione da “lettore operaio” brechtiano: «L’infanzia trascorsa a San Giorgio si configura come presa di coscienza di una realtà non certo idilliaca, lontana dalle roboanti affermazioni propagandistico-ideologiche del regime (delle quali, anzi, viene messa in evidenza tutta la discrepanza con l’effettivo ordine delle cose)» (Riva). Trasferitosi con la famiglia a Udine, si iscrisse al Liceo classico Iacopo Stellini. Scoppiata la guerra, dovette interrompere gli studi allorché fu reclutato dalla Todt; li riprese dopo la Liberazione e, nell’aspettativa di una palingenesi morale e sociale inaugurata dall’esperienza resistenziale, trovò nel personalismo di Mounier (che fu poi oggetto della sua tesi di laurea) una visione globale dell’uomo compatibile con il suo marxismo «poco intellettualistico, molto naturale, istintivo». Dopo il liceo, M. si iscrisse alla Facoltà di filosofia dell’Ateneo triestino e si accostò alla rivista torinese «Momenti» (1948-1954), voce del movimento neorealista, alla quale già collaboravano Dino Menichini, Mario Cerroni, Domenico Cerroni Cadoresi, Tosco Nonini, Alcide Paolini, Tito Maniacco e Arrigo Bongiorno. Il rapporto con «Momenti», scrisse poi nel Promemoria friulano, «rappresentò l’inizio dell’incontro tra intellettuali friulani e intellettuali delle altre aree nazionali. ... leggi Fu un fatto importante, perché una terra contadina, isolata come il Friuli, intrecciava i propri freschi impulsi culturali e creativi a quelli di altre terre nazionali». Dall’esperienza della redazione friulana di «Momenti» nacquero nel 1955 i «Quaderni del Provinciale», collana di poesia cui dettero il loro apporto artistico anche i pittori, tra i quali Giuseppe Zigaina, Giovanni Toffolo detto Anzil, Enrico De Cillia, Emilio Culiat, Ugo Canci Magnano, e nella quale M. pubblicò la sua prima raccolta di poesie, Terra d’amore, cui fecero seguito Fino all’arco dei monti (1956) e Monrupino (1958). A raccogliere l’eredità di «Momenti» fu la rivista, anch’essa torinese, «Situazione» (1955-1956), che fu testimone della lacerazione della cultura di sinistra in conseguenza del XX congresso del Partito comunista dell’Unione sovietica (PCUS) e dei fatti d’Ungheria; al suo interno il filone friulano fu «uno dei più costanti e consistenti difensori di una linea avversa ai neo e agli ismi – specialmente se volti a rinverdire filoni del decadentismo –, alle posizioni non costruttive (tale era ritenuta per esempio quella di Pasolini) e alle operazioni dell’industria culturale. E non è un caso che tutto questo veda protagonisti i friulani, la provincia, una realtà preindustriale in cui l’intellettuale poteva ancora ritagliarsi uno spazio per esercitare e difendere la propria funzione etico-civile» (Chiabudini). Nel 1958 «Situazione» fu sostituito da «la situazione», bimestrale di poesia e cultura diretto da Alcide Paolini con redazioni a Udine, Torino e Venezia; della redazione udinese M. fece parte con Paolini, Carlo Della Corte, Adolfo Diana, Paolo Venchieredo. «La rivista dimostrò, ancora una volta, la vitalità di una provincia intesa come luogo alternativo del Paese, suscitatore ed elaboratore di idee e progetti, non luogo chiuso, separato dal resto del mondo, riflettente l’angusto che in esso può esistere» (Promemoria friulano). La rivista, che visse sino al 1962, stabilì rapporti non solo con i principali poeti italiani, ma anche con molti stranieri, soprattutto sloveni. L’impegno intellettuale di M. gravitò in quegli anni anche intorno al Centro di ricerche culturali Piero Calamandrei di Udine, che diede vita alla rivista «Politica e cultura», codiretta da Loris Fortuna (che la finanziò) e da M., responsabile del settore culturale. Espressione della “vocazione europea” del Friuli, con redazioni a Lubiana, Parigi e a Düsseldorf (particolarmente fruttuoso fu il rapporto col mondo letterario jugoslavo), la rivista ebbe vita brevissima. Approdato Fortuna in parlamento, M. sperimentò la partecipazione alla politica attiva come capogruppo del Partito socialista italiano (PSI) nel primo consiglio comunale di centrosinistra di Udine, ma presto, deluso dalla prassi del partito, passò all’opposizione come socialista autonomo. «Risposta ad ogni scacco» fu per lui la poesia, «ma non in forma consolatoria… dolente per ogni soddisfatta irresponsabilità, per ogni dolce quiete, negatrice d’ogni ottimistica militanza». E intenso fu da allora il suo lavoro letterario. Cospicua la produzione poetica: Il coraggio della speranza (1958), Il prezzo (1962), Epistola inevasa (1969), Il linguaggio della tensione (1971), Dalle botteghe del vino (1971), L’aringa d’oro (1974), Le gabbie (1975), L’incubo di Ior (1975), Dalla domenica dei silenzi (1976), Lo sguardo e la ragione (1979), Sequenze elementari (1979), Infrantume (1986), L’albero di Mantes (1990), Fabula notturna (1996), Lunario dell’insonnia (2000), Berlusconiane (1995), Camminando camminando (2004), Lemmi in fila (2006), Voci (2008). Una sua Cantata al monco senza rima fu pubblicata nel libro di Pierluigi Visintin Romano il mancino e i diavoli rossi (2002). Col terremoto del 1976 si aprì per M. una breve parentesi di produzione poetica in friulano: nel 1977 venne pubblicata la piccola raccolta (dieci liriche soltanto) Il tai e âtri rubis nella collana “I librus di vie Manin 18”, così chiamata in riferimento al recapito spilimberghese del cenacolo di scrittori e poeti allora costituitosi, animato da Gianfranco Ellero. Oltre a M. ed Ellero, vi figurano Beno Fignon, Umberto Sarcinelli, Mario Argante, Ernesto Treccani, Elio Bartolini, Domenico Cerroni Cadoresi, Dino Menichini e Marcello Pirro. Alcune altre poesie friulane di M. entrarono a far parte di Piazzale con figure (1983). Avvicinatosi alla prosa nel 1984 con San Giorgio e il drago, pubblicò poi i romanzi Lo sfrido (1989), amaro bilancio del suo impegno politico e sociale, Gli occhi maghi (1992), incentrato sulla figura di Irene di Spilimbergo, e L’orologio di Saba (1996), in cui M. celebra, con evidente rispecchiamento, «il fascino di un poeta consegnato alla voce e al colore delle cose, fedele alla poesia ‘onesta’, di cultura ‘separata’, tormentato dalla febbre d’attingere la verità che gli giace al fondo». Dell’onestà della poesia di M. parlò Andrea Zanzotto introducendo Il linguaggio della tensione: «Non v’è altro termine infatti per definire meglio un atteggiamento (ormai raro) di fronte alla letteratura e alla vita, e poi il carattere di un’opera, in cui una illuminata tensione etica si coniuga con la forza liberatrice di uno sguardo puro sulle cose, sui fatti, sugli esseri». Nel 2007 ricevette il premio Scritture di Frontiera per l’opera complessiva nell’ambito del premio internazionale Trieste dedicato a Umberto Saba. M. fu anche direttore responsabile delle riviste «Zeta» e «Diverse Lingue», collaboratore come recensore e opinionista di riviste e quotidiani e curatore di programmi culturali per la Rai regionale e per Radio Koper/Capodistria. Sua prima moglie fu la poetessa Elsa Buiese, deceduta nel 1987. Molto apprezzato fu il suo insegnamento negli istituti superiori. Morì a Udine il 15 settembre 2009. Postuma è stata pubblicata la silloge poetica Il filo dei giorni (2010).

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Bibliografia

Poeti italiani del secondo dopoguerra, a cura di M. CERRONI, Roma, Labor, 1955; A. GIACOMINI, La poesia di Luciano Morandini, «La Panarie», 7/2-4 (1969), 6-7; T. MANIACCO, La dissoluzione dell’elegia. Considerazioni sulla poesia in Friuli, «Majano nuova», 1 (1970), 44-47; E. GUAGNINI, La lirica di Luciano Morandini, «La Battana», 9/28 (1972), 21-32; D. MENICHINI, Poesia friulana del Novecento in lingua italiana, «AAU», s. VIII, 1 (1973-1975), 287-306; L. CHIABUDINI, Neorealismo in Friuli. Problematiche culturali ed esperienze poetiche 1947-1958, Udine, La Nuova Base, 1985; Il neorealismo friulano nella letteratura e nell’arte. Atti del convegno internazionale di Udine, Udine, Campanotto, 1987; A. FELICE, Fabula notturna, «La Panarie», 30/118 (1998), 125-128; M. RIVA, Il linguaggio della tensione. La poesia di Luciano Morandini dagli anni Cinquanta ad oggi, Udine, Campanotto, 2004.

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