NICOLÒ DI LIONELLO

NICOLÒ DI LIONELLO (? - 1439)

orafo

Di N. di L., zio dell’omonimo e più celebre Lionello Nicolò di Erasmo, non si conoscono opere capaci di restituirne la qualità d’arte e la perizia tecnica quali i non pochi documenti che lo riguardano lasciano intravedere. Sappiamo così che nel 1398 viene pagato 183 ducati per un san Giovanni d’argento fatto per il duomo di Udine e che nel 1402 tre sue coppe d’argento del peso di once 14 ed un quarto e mezzo vengono acquistate dagli ambasciatori della comunità udinese Nicolò Soldoneri e Giovanni di Fagagna per farne dono al nobile veneto Antonio II da Ponte, canonico d’Aquileia ed uditore delle cause del palazzo apostolico, nell’occasione in cui egli ebbe a prender possesso della sede vescovile di Concordia. Dall’esame delle carte emerge un altro interessante aspetto della vita di N.: l’amicizia e la stima che Domenico Brunacci orefice, incisore dei ferri e saggiatore ufficiale della zecca, ebbe a nutrire nei suoi confronti. Una stima che risaliva lontano se il Brunacci ebbe a scegliere ancora nel 1402 N. come primo dei testimoni ai patti dotali con Maddalena di Veziglio (Gueziglio) da Fagagna vedova di Teobaldo “ospite” in Udine e rimasta immutata nel corso della vita poiché nel testamento del 1417 egli disponeva sempre a favore di N. la cassetta con gli strumenti necessari per saggiare la moneta assieme agli stampi e punzoni contenuti in altra cassetta con serratura tedesca. La fitta rete delle frequentazioni d’arte di N. è indicativa dell’importanza del personaggio all’interno della categoria degli orafi annoverando, con il Brunacci una serie di esponenti del composito panorama udinese: Antonio Dall’Oro di Pietro da Vicenza, Candido di Tebaldo, Francesco di Giovanni da Verona, Giacomo di Zuioso, Giovanni di Miglioranza, Gregorio di Nicolò della Stufa, Stefano della Burgulina cui si aggiungono Antonio di Daniele e Giovanni di Antonio Nicoletti intervenuti nei fatti di famiglia dopo la morte del maestro. ... leggi N. di L. ebbe casa a Udine in Mercatovecchio presso quella di Lodovico orefice di Pantaleone; sposò certa Giacoma di ser Odorico da San Daniele e fu tra l’altro custode ufficiale dell’orologio nella piazza maggiore dal 1402 al 1426. Morì nel 1439 e fu sepolto in S. Pietro martire, a Udine. Già nel 1422 egli aveva provveduto a testare disponendo a sua volta a favore del nipote Nicolò (di Erasmo) gli arnesi del mestiere.

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Bibliografia

V. MASUTTI, Gli orefici di via Mercatovecchio nella prima metà del Quattrocento, «Quaderni della FACE», 54 (1979), 23-27; Ori e tesori, 13, 186; GOI - BERGAMINI, Ori, 25, 64, 106, 159-160, 172, 187-188, 214-216, 241-242, 251, 316-320; MASUTTI, Zecca, 79-80, 82, 108 (doc. 3).

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