PONTINI ANTONIO

PONTINI ANTONIO (1832 - 1918)

ingegnere, disegnatore

Immagine del soggetto

Antonio Pontini in un ritratto giovanile disegnato da G. Collamarini, 1855 (Udine, Civici musei).

Immagine del soggetto

Mausoleo dei Curii, Aquileia, disegno a matita di Antonio Pontini, 20 settembre 1891 (Udine, Civici musei).

Nacque a Terzo d’Aquileia l’8 dicembre 1832. Compiuta buona parte degli studi a Vienna, nel 1856 si laureò in matematica all’Università di Padova, titolo che consentiva l’avvio alla professione di ingegnere, ma come ingegnere civile esercitò pochissimo. Fece parte di commissioni edilizie per conto del comune di Udine e delle apposite commissioni che stesero il Piano di ampliamento della città di Udine tra le porte Anton Lazzaro Moro e Grazzano, adottato nel luglio 1878, e il Piano regolatore della parte meridionale della città di Udine sino alla Ferrovia, approvato dal consiglio comunale il 3 aprile 1880. Fu anche progettista: intervenne nel palazzo degli studi (poi Istituto tecnico A. Zanon, piazza Garibaldi) rielaborando il progetto di Valentino Presani per il completamento della nuova ala laterale 1874-1875), di cui aveva in precedenza spedito all’Esposizione di Vienna (1873) le sei tavole illustrative; progettò due giardini d’infanzia, uno in via Villalta (ora Baldissera) e uno in via Tomadini, nell’area dell’Istituto Renati. Fu membro, e per lunghi anni vicepresidente, della Commissione provinciale per la conservazione dei monumenti. La sua vera professione fu quella di insegnante di disegno topografico nel R. Istituto tecnico di Udine, dal 1866, e di disegno industriale e stilistica nella Scuola d’arti e mestieri nel 1885. Fu anche uno dei primi insegnanti di disegno ornamentale, geometrico, architettonico, meccanico, di figura e di invenzione nella sezione di architettura e meccanica della Scuola di disegno domenicale per artieri istituita nel 1860 a Trieste, e si adoperò per crearne una analoga a Udine, convinto che il disegno fosse «base dell’istruzione professionale» e che l’artigiano dovesse «riprodurre in disegno» ciò che aveva progettato. ... leggi L’ordinamento da lui proposto fu fondamentalmente adottato dalla quasi totalità delle scuole professionali friulane. Sulla sua personalità e sulle sue doti umane si è soffermato affettuosamente Giovanni Del Puppo nella commemorazione funebre tenuta nell’ambito dell’Accademia udinese; asciutto nei modi, era essenziale ed arguto, spesso sorridente. P. viene ricordato soprattutto per la sua attività di disegnatore “stagionale”, «pittore del tempo libero», che nel corso delle sue peregrinazioni estive lungo tutto il Friuli riprodusse fedelmente «vecchie case villereccie, chiesuole sperdute nella campagna o fra i monti, rocche dirute il cui ricordo persino è oramai scomparso» in schizzi e disegni a matita e a inchiostro e in acquarelli monocromi o «tinteggiati con una cura meticolosa senza mai cadere nel finito, nel leccato». Il suo continuo disegnare sulla carta a volte destava sospetto e due episodi, avvenuti a Lignano e a San Martino di Terzo, finirono sulla stampa. Non è conosciuto o citato come artista, non figura nei repertori. Amante dell’arte, autodidatta ispirato dalla scuola dello svizzero Alexandre Calame (1810-1864) – considerato tra i migliori pittori romantici di paesaggi alpini – e degli acquarellisti inglesi suoi contemporanei, P. «s’accontentò d’impossessarsene dei grandi tratti» e peraltro non pare avesse in comune con questi artisti il senso di inquietudine e di mistero presente proprio nel concetto romantico della natura. Aveva tra i suoi strumenti di lavoro una pubblicazione con illustrazioni proprio di Alessandro e di Arturo Calame (ed altri celebri artisti): La Svizzera (Milano, 1876), edita a fascicoli. Come Joseph Turner (1775-1851), che d’estate e d’autunno viaggiava e disegnava, mentre d’inverno lavorava in atelier, così P. comprava le cartoline per rifinire a casa i disegni eseguiti sul posto. Gli premeva «serbare ‘chiaro’ intelliggibile il ricordo delle cose vedute»; non era mai falsa la prospettiva, prevalevano la verità lineare delle cose e la resa dei particolari più interessanti, ma nella figura «non andava più in là della macchietta… alquanto stentata», come egli stesso riconosceva, e forse proprio per questo a volte scriveva nome e cognome sotto i personaggi ritratti, un’esasperazione del suo desiderio di documentare fedelmente. P. ha disegnato molte architetture che non ci sono più e gli studiosi locali, in ossequio alla fedeltà di esse, hanno attinto spesso alla sua cospicua raccolta di disegni, sia a fini di documentazione iconografica, sia di originale corredo illustrativo. Egli seguì con costante interesse le vicende delle prime campagne di scavo di Aquileia e dei restauri, anche nella sua funzione di esponente della Commissione provinciale per la conservazione dei monumenti, lasciando i suoi disegni archeologici a testimonianza storico-antiquaria del rinnovato interesse per le antichità aquileiesi manifestatosi alla fine dell’Ottocento. Altri disegni eseguiti nel paese natale documentano le caratteristiche abitazioni ad archi (ora per lo più chiusi), le case rustiche con il fogolâr, i casoni della località di Murucis [Muris], ai margini di una zona paludosa a ridosso della laguna. Dopo essere stato membro del consiglio di presidenza dell’Esposizione provinciale di Udine del 1868, partecipò all’Esposizione provinciale del 1883 con vedute di Grado, acquarelli dal vero di Aquileia, un tempio egiziano e Carnia, studio dal vero. Collaborò all’illustrazione della Guida delle Prealpi Giulie, pubblicata nel 1912 a cura della Società alpina friulana, «con disegni in penna», per i quali Marinelli fece «un particolare ringraziamento» a P. che, mettendo a disposizione la ricca raccolta di artistici disegni fatti in varie parti del Friuli, «permise di illustrare convenientemente la guida con ben riuscite vignette». Numerosi sono infatti i disegni degli album donati ai Civici musei, relativi alle località di Venzone, Gemona, Osoppo, Artegna, Buia, Magnano, Tricesimo, San Daniele, Cividale, e loro dintorni, Tarcento e Valle del Torre, paesi della zona morenica, Nimis e Valle del Cornappo, colli di Attimis e Faedis, San Pietro e Valle del Natisone, colli di Buttrio e di Rosazzo, Cormons e Collio. Anche in Lagune di Grado di G. Caprin (1890), i disegni di G. de Franceschi sono derivati «da bozzetti del prof. A. Pontini». Disegni ancora inediti risultano essere presso privati; alcuni sono stati pubblicati, come Anduins, 1910. Progetto dello Stabilimento balneare (acque solforose), un acquarello che P. donò durante un soggiorno, come testimoniò Pietro Ceconi di Vito d’Asio nel 1967, e due acquarelli conservati presso la Fondazione Coronini Cronberg: Grado (1889), che riproduce il fortino napoleonico (demolito nel 1903) e la lanterna-faro (demolita nel 1902), tema di altri disegni conservati nei Musei udinesi; Piano d’Arta (monocromo giocato sulle gamme del verde), una prospettiva su più piani in profondità che conduce alla chiesa di S. Spirito di Chiusini. P. si spense a Udine il 30 aprile 1918. Donò tutti i suoi schizzi e disegni (in mezzo ai quali si trovano occasionalmente disegni di altra mano), assieme a libri e stampe per esercitazioni, alla Biblioteca e all’allora Museo comunale di Udine, con una riserva (inserita nel verbale di deposito e nel testamento olografo): «siccome di miei disegni della Provincia e del Friuli orientale, parte eseguiti nel sito, parte copie e riproduzioni a casa e nè [sic] qualche migliaio e se qualche amico desiderasse avere una mia memoria pregherei il Conservatore di darcela». I disegni conservati dai Civici musei udinesi sono oltre quattromila, contenuti in album (I-XXIX), assemblati senza criteri geografici o cronologici. Vi sono inoltre due cartelle, una con settantasei Disegni vari di A. Pontini studente (ma in realtà datati dal 1846 al 1868), l’altra con Progetti d’architettura, tra cui: Ospitale di S. Daniele, Collegio Toppo Wasserman, Progetto di un edifizio scolastico per la pubblica istruzione elementare, oltre ai due già citati. Della donazione fanno parte anche stampe sciolte, «modelli da disegnare»: Studi di paesaggi (architetture e paesaggi); Ricordi storici della guerra d’Oriente (Firenze, 1856); Die Bilder-Welt (ritratti, Lipsia, 1853). Inoltre, un migliaio di cartoline, inserite nel 1941 nella fototeca (sezione Archivio Friuli); volumi di vario genere, tra cui pubblicazioni di interesse locale, manuali per esercitazioni di disegno, repertori tematici sono stati inseriti nella Biblioteca d’arte dei Civici musei. Documentazione sull’ingegnere-professore è conservata nell’Archivio storico dei Civici musei e materiali analoghi presso la Biblioteca civica V. Joppi di Udine.

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Bibliografia

BCU, Principale, 1582-1583, tre cartolari (stime, scritti vari, commedie e corrispondenza); ibid., 2288 (1-3) (ma depositato presso l’Archivio di Stato dal 7 giugno 1959): disegni, appunti, progetti e liquidazioni; Civici musei udinesi, Archivio storico, Pratiche varie Lascito Pontini (scritti suoi o che lo riguardano: appunti, circolari di enti, disegni architettonici, corrispondenza, progetti e planimetrie relativi a proprietà, es. in Terzo d’Aquileia, accompagnati da conteggi e corrispondenza, copia del testamento, elenchi di cartoline e disegni del lascito).

Catalogo ufficiale completo della Esposizione provinciale in Udine 1883 compilato dal Comitato esecutivo, Udine, Tip. M. Bardusco, 1883, 26; G. CAPRIN, Lagune di Grado, Trieste, Stabilimento artistico tipografico G. Caprin, 1890, 149, 219, 291-293, 298; «La Patria del Friuli», 26 settembre 1900, 5 luglio 1909; O. MARINELLI, Guida delle Prealpi Giulie, Udine, Società alpina friulana, 1912; Elenco dei doni pervenuti al Museo Civico di Udine dal I° gennaio 1919 in poi, «Bullettino del Museo civico di Udine», 1/4-5-6 (1923), 12; G. DEL PUPPO, Antonio Pontini, «AAU», s. V, 1 (1915-1921), 143-151; ID., Antonio Pontini, «Avanti cul brun!», Udine, Doretti, 1966, 147-153; ID., A ore perdute i paesaggi friulani del Pontini, «Il Friuli», aprile 1976, 22; La vecchia Grado. Architettura. Ambiente, in Gravo. 57Congrès Societât filologjiche furlane, [a cura di L. CICERI], [Udine], SFF, 1980, 291-300; G. MILOCCO, L’ingegner Antonio Pontini, il benefattore, in Terzo. ... leggi Fatti e personaggi tra l’Ottocento e il Novecento, Terzo di Aquileia, s.n., 1992, 66-84; ID., Antonio Pontini e l’illustrazione archeologica, «Bollettino del Gruppo archeologico aquileiese», 2/2 (1992), 44-45; C. DONAZZOLO CRISTANTE, Immagini della Val Pesarina nei disegni di Antonio Pontini, in Prato Carnico itinerari e ricerche, a cura di A. GIUSA - M. VILLOTTA, Passariano (Udine), Centro regionale di catalogazione dei beni culturali, 1994, 83-86; EAD., Friuli dal monte al mare. I disegni di Antonio Pontini: realtà e fantasia, «AAU», 92 (1999), 131-152; EAD., L’artista Antonio Pontini, in Antonio Pontini un artista friulano nell’Aquileia di fine Ottocento, a cura di M. BUORA - C. DONAZZOLO CRISTANTE, Trieste, Editreg, 2000, 9-15 (Quaderni Aquileiesi, 4); F. IURIG BERNARDIS, Antonio Pontini, schede in Paesaggi e vedute. Catalogo a cura di C. BRAGAGLIA VENUTI [et al.], Gorizia/Torino, Fondazione Palazzo Coronini Cronberg/Allemandi, 2003, 84-85; M. ASQUINI, Per una storia delle trasformazioni urbanistiche di Udine nel secolo XIX, in Tra Venezia e Vienna, 55-63: 55; L’architettura a Udine nell’Ottocento. Itinerari in città e provincia, a cura di G. BUCCO - M. DE RE, Udine, Associazione udinese Amici dei musei e dell’arte, 2004, 9-11; G. BUCCO, L’educazione artistica in Friuli Venezia Giulia nel primo Novecento, in Ado Furlan nella scultura italiana del Novecento, a cura di F. FERGONZI - C. FURLAN, Udine, Forum, 2005, 119-136: 120-124; C. DONAZZOLO CRISTANTE, Di castelli friulani. Memorie a confronto. Dai disegni di Antonio Pontini alle fotografie di Attilio Brisighelli, Udine, Comune di Udine/Civici musei, 2007; M. SFERRAZZA PASQUALIS, Terra di acque, temporali e primule, «Il Barbacian», 46/1 (2009), 31.

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