REGGIO ISAAC SAMUEL

REGGIO ISAAC SAMUEL (1789 - ?)

rabbino

Immagine del soggetto

Isacco Samuele Reggio in un'incisione su disegno di Castro, litografia di C. Kunz, Trieste [XIX secolo] (Gorizia, Biblioteca statale isontina).

Nato a Gorizia nel 1789 da Abraham Vita e Malchina Morpurgo, crebbe e si formò con il padre, rabbino capo di Gorizia di orientamento mistico, ma aperto alla cultura secolare e alla scienza. Frequentò perciò anche le scuole “normali” e, successivamente, lo Staatsgymnasium di Gorizia, dove ebbe modo di approfondire la conoscenza delle lingue classiche e della filosofia. Perfezionò gli studi rabbinici a Trieste sotto la guida del rabbino Izhak Mordekai Cologna e svolse il ruolo di precettore. Tornato a Gorizia, sotto la dominazione francese, venne chiamato a insegnare umanità, storia e geografia al rinnovato liceo del quale fu pure, per un breve periodo, cancelliere. Allontanato dall’incarico col ritorno dell’Austria nel 1813, si dedicò a studi prevalentemente esegetici e filosofici e ad un’intensa attività pubblicistica presso le più importanti riviste ebraiche europee del tempo. Ispiratosi agli ideali dell’illuminismo ebraico diffusi dal filosofo berlinese Moses Mendelssohn, volle svolgere anche presso il mondo austriaco, ed in particolare quello di lingua e cultura italiana, un’opera di promozione, aggiornamento e modernizzazione della cultura ebraica che favorisse la piena integrazione e l’emancipazione degli ebrei. Notevole la sua edizione, con traduzione italiana a fronte e commento ebraico, dell’intero Pentateuco in cinque volumi stampata a Vienna per i tipi di Strauss nel 1821, nonché l’edizione di diversi libri biblici. In particolare si segnalano una versione poetica del libro di Isaia (stampata a Udine nel 1831), nella cui prefazione, in linea con i più aggiornati studi esegetici e filologici, si avanzavano dubbi sull’attribuzione del libro ad un unico autore, e una introduzione originale al libro di Esther, Mafteah el meghillàt Esther, nella quale sostenne l’identificazione del re persiano citato nel libro con Dario I. Fin dal 1822 fu tra i più convinti promotori della necessità di realizzare un istituto di nuova concezione per la formazione dei rabbini italiani del Regno Lombardo-Veneto, secondo l’auspicio dell’imperatore Francesco I, istituto che venne poi effettivamente realizzato a Padova nel 1829 e al quale fu invitato ad insegnare, ma egli rinunciò per motivi personali e familiari a favore dell’amico e collega Samuel David Luzzatto. ... leggi Per quanto riguarda la sua opera filosofica, essa si inserisce con coerenza in una linea sostanzialmente razionalista, che da Mosè Maimonide giunge fino al Mendelssohn. Non a caso la sua opera principale mai tradotta in italiano, intitolata Ha-torà we-ha-filosofyiah [La Torà e la filosofia], è volta a sostenere, con grande erudizione e un linguaggio moderno, un’integrazione degli studi secolari con quelli religiosi, sottolineando la mutua utilità di questo duplice approccio. Identica preoccupazione si rileva anche nell’impostazione di alcune sue edizioni di testi inediti o rari della tradizione rabbinico-filosofica ebraica, in particolare della Behinat ha-dat [Examen Religionis] del filosofo ebreo cretese Elia Del Medigo con doppio commento (uno filologico e l’altro filosofico), nonché l’edizione di due opuscoli: Qol Sakhal [La voce dello stolto] e Sha’agat Aryè [Il ruggito del leone], attribuiti da R. al rabbino veneziano Leone da Modena (1571-1648), con un estratto dell’autobiografia del presunto autore, un’ampia introduzione e commento. Alla morte del padre, avvenuta nel 1841, R. subentrò gratuitamente alla cattedra rabbinica di Gorizia, che mantenne per quasi dieci anni, cercando di ottemperare esigenze tradizionali e spinte innovatrici, tradizione aškenazita, sefardita e italiana. Spirito critico e acuto, R. è una delle figure più interessanti e rappresentative dell’ebraismo italiano ed europeo dell’Ottocento, non tanto forse per la sua originalità filosofica ed esegetica, quanto piuttosto per l’esemplare impegno volto a tradurre in termini moderni le esigenze di un rinnovamento nel modo di intendere ed esprimere l’ebraismo stesso.

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Bibliografia

G. TAMANI, I. S. Reggio e l’illuminismo ebraico, in Gli ebrei a Gorizia e a Trieste fra “Ancien régime” ed emancipazione, a cura di P.C. IOLY ZORATTINI, Udine, Del Bianco, 1984, 29-40; M. GRUSOVIN, Isacco Samuele Reggio rabbino e filosofo, «Quaderni giuliani di storia», 17/2 (1996), 7-29; D. MALKIEL, The Reggios of Gorizia; modernization in micro, in The Mediterranian and the Jews, 2. Society, Culture and Economy in Early Modern Times, a cura di E. HOROWITZ - M. ORFALI, Ramat Gan, Bar Ilan University Press, 2002, 67-84; M. GRUSOVIN, Isacco Samuele Reggio versus Aaron Chorin, «Transylvanian Review», 13/4 (2004), 117-129; ID., I riferimenti a Maimonide nell’opera Torà e filosofia del rabbino goriziano Isacco Samuele Reggio, in Percorsi di storia ebraica, a cura di P.C. IOLY ZORATTINI, Udine, Forum, 2005, 337-354; D. MALKIEL, Nuova luce sulla carriera di Isacco Samuele Reggio, in Cultura ebraica, 137-159.

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