TOPPO (DI) BRISSA († 1299)

TOPPO (DI) BRISSA († 1299)

vescovo

Nacque intorno alla metà del XIII secolo da Ippolita di Valvasone e Sigfrido di Toppo, dal nome dell’omonimo castello, che all’inizio del secolo era passato alla famiglia ministeriale dei Ragogna. La prima notizia certa di B. è degli inizi del 1276, quando figura ultimo elencato (di più fresca nomina) fra i canonici del duomo di Concordia. L’anno successivo e nel 1281, era presente a Cividale a transazioni della famiglia di Ragogna. L’8 marzo 1285 presenziava alla pace conclusa, ad opera del vescovo di Concordia, tra Venezia e il patriarca d’Aquileia Raimondo della Torre. Morto poco dopo il vescovo di Trieste, Ulvino de Portis, B. si trovava a Spilimbergo, quando il 14 luglio 1285 gli venne notificata la notizia della sua elezione a vescovo da parte del capitolo triestino. La sua elezione venne confermata dal patriarca solo il 19 aprile 1287. B. resse la diocesi triestina in un momento difficile: le condizioni del trattato di pace concluso dal patriarca nel 1285 con Venezia erano state particolarmente pesanti per la città, tanto che nella primavera del 1289 il vescovo dovette chiedere al parlamento friulano, appositamente riunitosi, soccorsi per i Triestini assediati dai Veneziani, ottenendo l’invio di truppe patriarcali che riuscirono a liberare la città senza poter, tuttavia, risolvere il blocco marittimo né le scorrerie nei feudi diocesani. In quello stesso anno B. riconobbe nella cattedrale le reliquie di S. Giusto, al quale l’edificio è dedicato come patrono della città, e verosimilmente fu lui a disporne la conservazione nello scrigno d’argento in cui sono tuttora custodite. ... leggi Nel giugno del 1290, a Modoletto di Pagnacco, il vescovo consacrava la locale chiesa di S. Bernardo, su richiesta del decano di Cividale, Bernardo di Ragogna, che aveva dotato la chiesa di rendite, riservandone il giuspatronato ai nipoti, figli del suo defunto fratello Matteo. Quello stesso anno, per poter far fronte alle spese militari, B. dovette dare in pegno al fiorentino Cino Diotisalvi la muda di Trieste, così come nel 1293 fu costretto a cedere al vescovo di Capodistria le decime di Muggia, per lui non più riscuotibili, in cambio della pieve di San Canzian d’Isonzo. Il 20 dicembre di quell’anno fu B., facendo le veci del patriarca, a consacrare Giacomo di Ottonello vescovo di Concordia. I contatti col patriarcato divennero più intensi allorché Arrigo della Torre, parente di Raimondo, divenne podestà di Trieste. Forse sempre come conseguenza delle pressanti condizioni economiche, ma anche in un’ottica di più concreta gestione delle risorse, nel 1295, col consenso del patriarca di Aquileia e del capitolo di Trieste, il vescovo affittava al Comune la gastaldia e i regalia, riservandosi solo i diritti di zecca e della muda. Alla fine di settembre del 1299 B. era in lotta con il comune di Umago per affermare i propri diritti di vescovo, moriva pochi giorni dopo, il 2 ottobre 1299.

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Bibliografia

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