VATTOLO GASPARE

VATTOLO GASPARE (1709 - 1790)

ecclesiastico, giurista, teologo

Immagine del soggetto

Ritratto di Gaspare Vattolo nell'antiporta della sua opera "Elementi di scienza civile...", Venezia 1757.

Nacque in Udine nel 1709. Dottore in legge, dopo essere stato ordinato sacerdote, divenne docente di teologia morale e prefetto degli studi nel seminario locale, insegnandovi per un ventennio, dal 1732 al 1753, un impegno che, a suo dire, gli tolse forze e salute. Proprio allora fu riaperta ad Udine, nel portone interno di via Poscolle, la scuola di diritto che già aveva funzionato nei secoli XV-XVI, indirizzata a chi voleva istruirsi nel diritto per essere buon reggitore della cosa pubblica o perfezionarsi nel notariato. Dal 7 gennaio 1754 vi fu istituita la cattedra di “Instituta civilia erudita et pratica”, per insegnare il diritto romano, senza trascurare le innovazioni che nel corso del tempo la legislazione aveva prodotto. Egli fu chiamato ad occuparla dall’amministrazione comunale «nota essendo di lui virtù ed attività e per la cattedra per molti anni sostenuta con applauso universale in questo seminario e per la stima che si è acquistato anco fuori di patria». Per il corso scrisse l’opera Elementi di scienza civile con nuovo metodo ordinati per istruzione della gioventù specialmente udinese, stampata a Venezia presso Perlini nel 1757. Si tratta, infatti, di un manuale teorico-pratico destinato agli studenti, in cui dapprima si mostra lo sviluppo storico del diritto romano, per passare poi a ciò che il periodo barbarico aveva introdotto, continuando con il dominio patriarcale (che il V. giudica di sommo disordine giurisprudenziale) per giungere al periodo veneziano. Segue l’articolata trattazione dei vari istituti giuridici. Lavoro molto chiaro, scolastico, con numerosi esempi pratici di ciò che teoricamente vi viene spiegato. Al V. si devono diverse altre opere, per lo più di argomento teologico-morale, su posizioni di morale sostanzialmente rigorista, linea allora assai diffusa tra il clero friulano. ... leggi «Moralistarum dogmaticorum institutum amplector […] probabilistarum institutum rejicio, eorum tamen doctrinas absolute non dedignor». Così egli s’esprime, facendo comunque notare che non rifiutava a priori ogni loro affermazione, anche se afferma che il lassismo porta alla distruzione della coscienza ed il probabilismo non si fonda su alcuna autorità di Scrittura o di patristica, che, invece, da sole sono bastevoli ad offrire materiale per decidere qualunque questione morale. Il probabilismo, sostiene, si basa su opinioni di moderni autori, perdendosi in una casistica minuta, che non ha affatto migliorato la vita morale degli uomini. Il V. però rifiuta tanto le estremizzazioni del lassismo quanto quelle dell’eccessivo rigorismo, fonte di disperazione per l’anima. Guida equilibrata deve essere per noi la prudenza, quella virtù, la cui analisi torna in diversi suoi trattati, tra i quali si possono ricordare: Epitome theologiae moralis, edita a Udine nel 1743, riassunto dei suoi corsi seminariali; Theologia dogmatico-moralis, pubblicata in tre volumi a Roma nel 1760 (riedita nel 1764 e nel 1790), dedicata al patriarca di Venezia Giovanni Bragadin e che tratta degli argomenti delle sue lezioni al seminario; Institutiones ad clericos ordinandos, editae iussu Bartholomeo Gradonico Archiep. Utinensi pubblicata a Udine nel 1763; Istruzioni dogmatiche e morali secondo il metodo e la dottrina del catechismo, uscita nel 1768 a Venezia; Massime di Isocrate spiegate con i veri principi della filosofia morale cristiana, Udine 1773; Ragionamento intorno la sapienza e prudenza ossia istruzione per migliorare i costumi e formare nella pietà i giovani, Udine 1779; La filosofia dei costumi, ossia ragionamento sulla scienza e prudenza umana per dirigere le proprie azioni secondo le regole della diritta ragione, Udine 1780; La vera idea dell’umiltà cristiana, pubblicata nel 1783 a Udine. Suoi sono anche gli Elementi di vita civile (Udine 1756), attribuiti al nobile Girolamo Pavona, che in realtà fu solo l’offerente del testo ai deputati della città di Udine. Altre opere ancora restano manoscritte: Tractatus de aetatibus humanis, Tractatus de anima et angelis peractus ab Antonio Furlano, Considerazioni morali sull’antico testamento e istoria di quanto operò Gesù. Il Moschini ricorda anche un’inedita Orazione in morte dell’abate Giambattista Follini, precettore di retorica nel seminario udinese, morto nel 1732. Opere, spesso rivolte all’educazione della gioventù, che incontrarono seguito, se la Theologia dogmatico-moralis fu più volte ristampata e pubblicata pure in Germania e gli Elementi di scienza civile ripresi a Lucca. Il V. rientrò in seminario come prefetto degli studi nel 1762, rimanendovi fino al 1766, quando venne pensionato. Fu segretario perpetuo dell’Accademia udinese. Morì ad Udine nel 1790.

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Bibliografia

G. MOSCHINI, Della letteratura veneziana del secolo XVIII fino ai nostri giorni, IV, Venezia, Palese, 1806-08, 51; G. DANDOLO, La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquant’anni, Venezia, P. Naratovich, 1855, 76; G.G. LIRUTI, Lettera inedita a Carlo Fabrizi, Udine, Zavagna, 1873 (nozze Biasutti-Modena); G. OCCIONI BONAFFONS, La scuola di Instituta iuris formata in Udine nel secolo XV, Udine, 1884 (nozze Schiavi-Bressanutti); Il seminario di Udine, Udine, Tip. Del Patronato, 1902, 445; DI MANZANO, Cenni, 215-216; M. DE GRASSI, Il libro veneziano illustrato del Settecento, Monfalcone, EdL, 1990; DBF, 830.

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