ANDREOLI GIOVANNI MARIA

ANDREOLI GIOVANNI MARIA

stuccatore

Immagine del soggetto

Particolare della decorazione a stucco di Giovanni Maria Andreoli nella sala rossa del Museo diocesano e gallerie del Tiepolo a Udine.

Membro della famiglia lombarda degli architetti Luca senior e iunior, Francesco e Pietro, l’A. è attivo in Friuli come stuccatore tra il secondo e il terzo decennio del secolo XVIII, come dimostrano i documenti che lo vedono impegnato in importanti commissioni tra 1726 e il 1747. In particolare negli anni tra il 1726 e il 1729 si colloca la decorazione a stucco dello scalone e delle sale rossa, gialla e azzurra del ricostruito palazzo Arcivescovile. L’A. prende parte così al grandioso cantiere settecentesco con il quale Dionisio Dolfin intendeva dare rinnovata immagine del patriarcato. All’A. spettano le delicate cornici a stucco della sala rossa che appena in rilievo contornano il Giudizio di Salomone e i quattro Profeti del Tiepolo. Con raffinato gusto rocaille, nella stessa sala diventano vere e proprie composizioni figurative gli stucchi colorati con i quali A. rappresenta Gioele che uccide Sisara, Giuditta con la testa di Oloferne, La moglie di Putifarre che tenta di sedurre Giuseppe, Susanna e i vecchioni. Attivo nei cantieri contemporanei di maggiore prestigio, l’A. negli stessi anni lavorava anche a Passariano nella decorazione della cappella annessa alla villa (1728-29). Nel complesso fu protagonista in Friuli dell’affermazione dello stucco come arte autonoma, riscattato dal ruolo decorativo subalterno alla pittura a favore di una nuova vocazione figurativa: ne sono esempio gli stucchi eseguiti a Udine nel 1730 nel palazzo Desia-Tomasoni in via Grazzano e le scenografiche composizioni di palazzo Gallici-Beretta in via Vittorio Veneto. Lo stesso A. venne incaricato della decorazione anche di significativi spazi sacri. Nel 1736 decorò infatti il soffitto della chiesa delle Zitelle a Udine, realizzata su progetto di Francesco Andreoli. Collegato a un cantiere di famiglia fu anche l’incarico degli stucchi ornamentali delle due sovraporte e del soffitto dell’archivio entro la costruita cappella delle Anime nella chiesa di S. Giacomo a Udine, per il quale venne pagato nel 1747.

Bibliografia

M. SACCOMANI, Il ristauro della Loggia comunale di Udine e gli artisti friulani, Udine, Jacob e Colmegna, 1878, 37; G. BIASUTTI, Storia e guida del Palazzo Arcivescovile di Udine, Udine, AGF, 1958, 38; M. BUORA, Guida artistica di Udine. Arte e Storia tra vie e piazze, Trieste, Lint, 1986, 277; DELLA PORTA, Case, 75-76; P. GOI, Palazzo Montereale-Mantica e l’arte dello stucco in Friuli, in Palazzo Montereale-Mantica, Pordenone, Camera di Commercio, 1987, 138-139; ID., Il Seicento e il Settecento, in La scultura nel Friuli-Venezia Giulia, II, Dal Quattrocento al Novecento, a cura di P. GOI, Pordenone, GEAP, 1988, 133-271; ID., Scultura del Settecento nel Friuli-Venezia Giulia, in Giambattista Tiepolo, 98; ID., Il contesto architettonico e plastico delle opere di Tiepolo in Friuli, «Quaderni di Venezia Arti», 4 (1998), 183-190; G. BERGAMINI, “Ornati e stucchi” a Udine tra Sei e Settecento, in L’arte dello stucco in Friuli nei secoli XVII-XVIII. Storia, tecnica, restauro, interconnessioni. Atti del convegno internazionale (Villa Manin di Passariano/Udine, 24-26 febbraio 2000), Udine, Comune di Udine, 2001, 241, 244-246, 248; G. BERGAMINI - G. D’AFFARA, Palazzi del Friuli-Venezia Giulia, Udine, Magnus, 2001, 144; M.C. OLIVIERI, La chiesa di San Giacomo e la cappella delle anime del Purgatorio, «Quaderni dell’Accademia», 12 (giugno-dicembre, 2004), 15-31.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *