BATTISTI CARLO

BATTISTI CARLO (1882 - 1977)

bibliotecario, glottologo

Immagine del soggetto

Carlo Battisti nei panni di Umberto D. nel film di Vittorio De Sica, 1952 (collezione privata).

Di famiglia originaria della Val di Non (Fondo), nacque a Trento il 10 ottobre 1882. Completato il Liceo classico a Trento, si iscrisse alla Facoltà di filosofia dell’Università di Vienna (1901-1905). Dall’ottobre 1906 fu impiegato presso la Biblioteca universitaria di Vienna; nel 1909 ottenne la libera docenza in romanistica, che gli consentì di tenere dei corsi di letteratura italiana fino al 1914, anno nel quale viene chiamato alle armi ed assegnato al fronte orientale. Preso prigioniero dei russi, riuscì a insegnare francese nell’Università di Tomsk, il più importante centro culturale della Siberia. Rientrato avventurosamente in Italia a fine guerra, il 17 luglio 1919 assunse la direzione della Biblioteca governativa di Gorizia, chiusa dal maggio 1915, quando era ancora classificata come una delle sei “Studienbibliothek” dell’Impero asburgico (biblioteche annesse ai licei classici in città non sedi universitarie). A Gorizia, insieme con la moglie Frida Frenner (che risulta pure impiegata in biblioteca) si fermò fino al febbraio 1925, anno nel quale venne chiamato dall’Università di Firenze per insegnare storia comparata delle lingue romanze. Imponente il lavoro, amministrativo e scientifico, portato avanti da B. nei quattro anni goriziani, soprattutto volto a imprimere alla Biblioteca le caratteristiche biblioteconomiche delle altre biblioteche governative italiane. Provvide a una nuova inventariazione e catalogazione del materiale librario recuperato dopo la guerra e si adoperò perché le istituzioni culturali italiane inviassero in omaggio le proprie edizioni, oltre ad acquisire direttamente presso i maggiori editori italiani le pubblicazioni più meritevoli, senza dimenticare il mercato librario tedesco, soprattutto per il settore della filologia classica. ... leggi Per salvaguardare il patrimonio archivistico e bibliografico goriziano, unì alla Biblioteca governativa, la Biblioteca e Archivio provinciale e la Biblioteca civica, costituendo un efficace sistema bibliotecario e documentario, che per la provinciale è durato fino al 1941, mentre per la civica è ancora in atto. Nel 1923 fondò la rivista «Studi Goriziani» che da allora, seppur con qualche interruzione, continua ad uscire. In essa B. pubblicò ben dodici contributi che coprono i suoi interessi linguistici oltre a quelli professionali, di archivistica e biblioteconomia (ancora utile il saggio sul centenario della Biblioteca inserito nel terzo volume). Risalente al periodo goriziano è il volume edito da Le Monnier nel 1922, Studi di storia linguistica e nazionale del Trentino. Dal momento del trasferimento a Firenze, la sua vita fu votata totalmente agli studi e agli impegni accademici. L’interesse principale di B. è stato l’esplorazione dei nomi locali del Trentino e dell’Alto Adige, portata avanti con ricerche sia sul campo sia sulle fonti d’archivio, purtroppo – come ha rilevato G. B. Pellegrini – «la lingua troppo tecnica e lo stile, la documentazione assai varia, tratta anche dalla storia, dall’archeologia, dall’archivistica» non hanno giovato alla diffusione dei suoi studi presso un pubblico che non fosse dotato di una buona preparazione specialistica. Della sua vasta produzione, si ricordano il Dizionario toponomastico atesino (Firenze, 1936-1972, in venti volumi), l’Atlante Toponomastico della Venezia Tridentina (Firenze, 1951-1956, sette volumi), il Dizionario etimologico italiano (Firenze, 1950-1957, cinque volumi) condotto in porto, con l’allievo Giovanni Alessio, in dieci anni di lavoro, e nell’ambito della manualistica l’Avviamento allo studio del latino volgare (Bari, 1949) e la Fonetica generale (Milano, 1938) nella quale per la prima volta l’elettrotecnica era applicata alle indagini di fonetica sperimentale. Numerosissimi i contributi pubblicati sull’«Archivio per l’Alto Adige», di cui fu condirettore con il fondatore Ettore Tolomei dal 1936 al 1945 e successivamente direttore fino al 1977 (su questo importante aspetto della vita di B. si veda «Archivio per l’Alto Adige», 101, 2007, parte II). Nel 1970 pubblicò presso Olschki la Autobibliografia, con una presentazione di G. B. Pellegrini, ricca di 486 contributi a partire dalla pubblicazione a puntate della tesi di laurea nelle annate XIX-XXI (1904-1906) dell’«Archivio trentino». Per i suoi trascorsi di bibliotecario a Vienna e a Gorizia, B. fu anche direttore della Scuola per bibliotecari e archivisti paleografi dell’Università di Firenze, nella quale insegnò biblioteconomia dal 1937 al 1953. Fuori dall’ambito accademico, B. è noto per la partecipazione nel 1952 al film diretto da Vittorio De Sica, Umberto D., nel quale interpretava il protagonista, un pensionato statale. Questa esperienza, nata quasi per caso, lo portò a studiare il linguaggio cinematografico e a farsi lui stesso regista, nel 1961, di un documentario folclorico ladino intitolato Le nozze fassane. B. morì ad Empoli il 6 marzo 1977. Recentemente sono stati rinvenute, nelle collezioni del Phonogramm Archiv di Vienna, registrazioni e trascrizioni, effettuate nel 1913, di testi dialettali veneti e pugliesi, che fanno quindi ritenere l’esperienza cinematografica non proprio una eccezione nella lunga vita di B., sulla quale rimane comunque una zona d’ombra che corrisponde alla fine della prima guerra (e forse anche un po’ prima), quando B., che era stato pur sempre un funzionario dell’Impero asburgico, fu incaricato, nel giugno del 1919, dal Comando supremo dell’esercito italiano a relazionare sullo stato delle biblioteche e degli archivi goriziani. Tale incarico dovette probabilmente sollevare dei malumori, tanto che per anni B. fu perseguitato da accuse, non troppo velate, di ostilità verso l’Italia e costretto a numerosi proclami scritti di illibatezza politica (per i quali si rinvia al fascicolo personale conservato a Roma nell’Archivio centrale dello Stato).

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Bibliografia

G. B. PELLEGRINI, Battisti Carlo, in DBI, 34 (1988), 317-321; D. PORCEDDA, “Come scienziato e come cittadino”. L’impegno di Carlo Battisti per la Biblioteca e l’Archivio Storico Provinciale, «Studi Goriziani», 101-102 (2001), 153-161; M. MENATO, Carlo Battisti e gli “Studi Goriziani”: due note, in Una mente colorata. Studi in onore di Attilio Mauro Caproni per i suoi 65 anni. Promossi, raccolti, ordinati da Piero Innocenti, I, Manziana, Vecchiarelli, 2007, 351-362 (con ampia bibliografia).

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