BIAVI GIOVANNI

BIAVI GIOVANNI (1684 - 1755)

ecclesiastico, poligrafo, commediografo

Nato a Cervignano del Friuli nel 1684, studiò a Gorizia presso i gesuiti e nel 1705 si trasferì a Vienna per dedicarsi agli studi teologici. Fu consacrato sacerdote dal vescovo di Vienna Francesco Ferdinando di Rummel e, completato il corso di studi teologici, si recò a Cracovia dove nel 1711 conseguì la laurea in filosofia e teologia. Fu impiegato come segretario presso diplomatici di rango, dai quali ebbe ricompense e titoli. Dopo essere stato segretario particolare del principe Lubomirski, passò come auditore alle dipendenze di monsignor Nicolò Spinola, nunzio apostolico in Polonia. Rientrato a Vienna nel 1721, assunse l’incarico di segretario del cardinale Michele d’Altan, che lo volle con sé a Roma e a Napoli, e poi di consigliere di Luigi Tommaso di Harrach, che subentrò all’Altan nella dignità di viceré di Napoli. Nonostante gli impegni pubblici, coltivò le belle lettere e divenne membro dell’Accademia di Firenze e dell’Arcadia di Roma con il nome di Fiorillo Cromonio. Pubblicò a Venezia, nel 1714, il dramma Fulvia dedicato all’imperatore Carlo VI, e a Roma, nel 1722, la tragicommedia Coro dedicata al cardinale d’Altan. Nel 1722 e nel 1723 diede alle stampe a Napoli le tragedie La morte di Cesare e Polinice, mentre le sue rime, stampate in un volume in quarto da Gennaro Musso nel 1722, furono ripubblicate nel 1727. Nel 1721 ottenne dall’imperatore Carlo VI una pensione annua quale ricompensa dei servigi prestati in Polonia e, a partire dal 1728, un corrispondente vitalizio annuale dalla Santa Sede. ... leggi Abbandonata la carriera politica, si ritirò a vita privata nella città natale nel 1733, ricusando l’offerta della parrocchia di Lucinico, presso Gorizia, per dedicarsi allo studio e all’amministrazione dei suoi beni. Durante il suo ritiro compilò una Storia dei fatti accaduti in Europa dal 1700 al 1732 in due volumi manoscritti, che andarono perduti nelle divisioni ereditarie. In virtù dei suoi meriti ottenne dalla Santa Sede il titolo di «patrizio romano» per sé e per i suoi nipoti. Morì a Cervignano nel 1755.

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Bibliografia

DBF, 90; R. NEGRI, Biavi, Giovanni, in DBI, 10 (1968), 300-301; DI MANZANO, Cenni, 38; MARCHETTI, Friuli, 945; CODELLI, Scrittori friulano-austriaci, 50-52; MORELLI, Istoria, III, 306-308; DI MANZANO, Annali, VI, 458; F. SPESSOT, Giovanni Biavi e nipoti (nobili friulani-patrizi romani), «Studi goriziani», 15 (1954), 33-40; FORMENTINI, Contea di Gorizia, 56-57.

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