BLACEO BERNARDINO

BLACEO BERNARDINO (1500 - 1570)

pittore, intagliatore

Immagine del soggetto

Angeli musicanti, particolare del trittico di Bernardino Blaceo del 1552 (Rivignano, chiesa del Rosario, ora nella parrocchiale).

Figlio di ser Bartolomeo, nacque a Udine intorno al 1510. Sposò Elena vedova di Porcio, dalla quale non ebbe figli. Viene per la prima volta citato in un documento del 1530 a Cordovado, dove dipinse per la parrocchiale quattro tavole con le figure dei santi Lorenzo, Stefano, Pietro e Paolo, ancora acerbe ed impacciate nell’esecuzione. Nel 1537 eseguì un trittico con figure dipinte entro una struttura lignea per la chiesa di Lonca di Codroipo, in cui diede prova delle sue capacità e dell’appartenenza ad un mondo artistico suggestionato più dalla poetica di Pellegrino da San Daniele che da quella del Pordenone. Nel 1540 stimò un’ancona intagliata da Giovanni Antonio Cortona per la chiesa di Meduno. Nel 1551 partecipò, insieme con Pomponio Amalteo, Francesco Floreani e Giovanni Battista Grassi, ad un concorso pubblico bandito dalla fraterna di S. Lucia per una pala d’altare. Vinse, e per 260 ducati fu incaricato di eseguire il lavoro che portò a termine nel 1553. Il dipinto, collocato sull’altare maggiore della chiesa nel 1554, all’inizio dell’Ottocento, in seguito alla soppressione dei conventi, tra i quali quello degli agostiniani cui apparteneva la chiesa di S. Lucia e alla demanializzazione dei loro beni voluta da Napoleone, fu portato a Padova e successivamente a Venezia, per essere in seguito concesso in deposito alla casa di pena di Padova e da qui trasferito nel 1918 nel museo di quella città. Raffigura la Madonna in trono con Bambino ed i santi Agostino, Lucia, Caterina e Francesco, ed è una delle più belle pale d’altare del Cinquecento friulano, capolavoro del pittore per la corretta, anche se tradizionale, impaginazione, per il gusto ritrattistico che lo informa, per la dolcezza e l’eleganza del modellato, per l’uso di un colore caldo e cantante che va dal rosso acceso al giallo squillante, al verde, al blu, al rosa, al marrone. ... leggi Sono caratteri che si ritrovano anche nelle altre sue opere di maggior impegno, in particolare nel trittico con la parte architettonica intagliata e gli scomparti dipinti con Madonna con Bambino e figure di santi, eseguito nel 1552, su commissione della famiglia Savorgnan, per la chiesa del Rosario di Rivignano e ora nella parrocchiale, e nella monumentale ancona intagliata e dipinta che nel 1565 si era impegnato ad eseguire per la chiesa di Remanzacco. Purtroppo di essa rimangono solo le parti dipinte (quattro tavole con I santi Sebastiano, Rocco, Martino e Stefano), ma le fonti ricordano dettagliatamente il lavoro, che sul piano concettuale trovava uguali in opere di altri pittori friulani, Pomponio Amalteo e Giovanni Battista Grassi in primis. A differenza dei quali, comunque, il B. evita drammaticità e magniloquenza, riduce al minimo il movimento e dipinge personaggi bonari, tranquilli, dallo sguardo dolce, malinconico ed assorto. Queste caratteristiche si ritrovano anche nelle due tavole del 1569 con I santi Valentino e Giacomo, ora nel museo di Cividale, e nelle tele con figure di santi e sante, resto di un grande altare di cui è andata perduta la parte lignea, nella parrocchiale di Flaibano. Altre opere del pittore si conservano nella parrocchiale di Dignano: due tavole con I santi Gallo e Gottardo, in origine nella pieve di S. Pietro; nel Museo diocesano di Udine: una tela con la raffigurazione di cinque santi, proveniente dalla chiesa di Campeglio di Faedis. È dubbio se appartenga alla sua mano o a quella di Pomponio Amalteo una pala d’altare nella pieve di Cesclans, con la Madonna in trono e i santi Stefano e Giovanni Battista, datata 1536. I documenti ricordano altri lavori oggi non più esistenti: gonfaloni per il duomo di Udine e per Adorgnano (1543), per Zompicchia e Percoto (1547), per Pavia di Udine (1549) e per Manzinello, Venzone, Soleschiano e Ziracco (1550), per Zompicchia (1554) e per Camino di Buttrio (1562); una pala d’altare per Gradisca di Sedegliano (1562), altre per Sant’Andrat del Judrio (1563) e per Ara di Tricesimo (1568). Come scultore ligneo intagliò un Crocifisso per la chiesa di S. Paolo a Colloredo di Soffumbergo (1568). È stata rubata nel 1973 una statua lignea di San Giovanni Battista, ultimo resto di un’ancona intagliata e dipinta per la chiesa di Dignano nel 1564: la fotografia in bianco e nero dell’opera è sufficiente a far capire le buone capacità dell’artista nel campo dell’intaglio. Nel 1557 il B. fu eletto membro del consiglio della città di Udine; l’anno dopo gli fu affidato il compito si stendere una pianta di Udine, utilizzata poi dall’architetto incaricato dal generale Stefano Pallavicino di studiare le fortificazioni. Morì a Udine il 23 gennaio 1570, il giorno dopo aver redatto un minuzioso testamento.

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Bibliografia

DI MANIAGO, Storia, 52, 183; JOPPI, Contributo quarto, 31; A. RIZZI, Contributo alla pittura minore del Cinque e Seicento in Friuli. Novità per il Blaceo, «Sot la nape», 15/2 (1963), 11-17; F. MARIACHER, Blacci, Bernardino, in DBI, 10 (1968), 752-753; G. BERGAMINI, Il pordenonismo in Friuli e Bernardino Blaceo, «Arte in Friuli. Arte a Trieste», 1 (1975), 35-49; F. QUAI - G. BERGAMINI, Documenti per lo studio dell’arte in Friuli nei secoli XV e XVI. VII, «Sot la nape», 37/2 (1985), 27-31; G. BERGAMINI, Blaceo (Blacci), Bernardino, in AKL, 11 (1995), 303-304; V. GRANSINIGH, Blaceo, Bernardino, in DI MANIAGO, Storia, 21; In hoc signo. Il tesoro delle croci. Catalogo della mostra (Pordenone/Portogruaro, 4 aprile-31 agosto 2006), a cura di P. GOI, Milano, Skira, 2006, 367; Capolavori salvati. Arte sacra 1976-2006. Trent’anni di restauri. Catalogo della mostra (Udine, 22 settembre-31 dicembre 2006), a cura di G. BERGAMINI - L. BROS, Udine, Museo diocesano e gallerie del Tiepolo, 2006, 82-84, 112-117; Pomponio Amalteo. Pictor Sancti Viti 1505-1588. Catalogo della mostra (San Vito al Tagliamento, 28 settembre 2006-7 gennaio 2007), a cura di C. FURLAN - P. CASADIO, Milano, Skira, 2006, 200-203.

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