BORGHESAN GIANNI PLACIDO

BORGHESAN GIANNI PLACIDO (1924 - 2004)

fotografo

Immagine del soggetto

Italian siesta, fotografia di Gianni Borghesan, 1955.

Esponente di spicco di una eminente famiglia di fotografi, nacque nel 1924 a Spilimbergo e apprese il mestiere dal padre Angelo, fotografo ed attore dilettante, che aveva rilevato lo studio fotografico di Olga e Pietro Zamperiolo. Chiamato alle armi nel 1943, dopo l’8 settembre venne caricato con altri militari su un treno per essere deportato in Germania; salvato da un frate, riuscì fortunosamente a fuggire. Dopo la guerra ereditò lo studio del padre ed iniziò ad esercitare il mestiere di fotografo, eseguendo principalmente ritratti, con risultati che Italo Zannier definisce comparabili con quelli dei più noti ritrattisti nazionali, come ad esempio Elio Luxardo, fotografo dei divi delle pellicole dei “telefoni bianchi” negli anni Quaranta. La svolta avvenne agli inizi degli anni Cinquanta, quando aderì ideologicamente alle nuove istanze del neorealismo, che in Friuli contava protagonisti assoluti sia in letteratura – Elio Bartolini (V.) e Pier Paolo Pasolini – che in pittura – Anzil, Ugo Canci Magnano, Giuseppe Zigaina. Iniziò a collaborare con importanti riviste specializzate, tra cui «Ferrania», «Fotografia», «Rivista Fotografica Italiana» e, nel 1955, insieme con Aldo Beltrame, Carlo Bevilacqua, Toni Del Tin, Fulvio Roiter e Italo Zannier, diede vita, a Spilimbergo, al “Gruppo friulano per una nuova fotografia”, sorto con lo scopo di restituire a questa disciplina valenza culturale e di assegnarle un ruolo non secondario in ambito sociale. ... leggi Ma B. trasforma in poesia la protesta talvolta gridata del fotogiornalismo degli anni Cinquanta (Gianfranco Ellero), soprattutto grazie alla luce diafana e immobile che ne caratterizza le fotografie e alla personale sensibilità che lo accompagna nel fermare con l’obiettivo i segreti volti dell’umanità che lo circonda. All’attività di routine (ritratti in studio, cerimonie, eccetera) unì un interesse artistico da cui nacquero immagini “impegnate” che espose in mostre personali (a Pordenone, Spilimbergo, Maniago) e collettive (a New York, Milano ed anche alla Biennale veneziana del 1995). Sue fotografie sono poste a corredo di varie pubblicazioni e sono inoltre presenti in cataloghi di mostre e libri di argomento fotografico. Ha inoltre prodotto alcuni portfolio e fotolibri, tutti relativi a Spilimbergo o, più latamente, al Friuli. B. morì nel 2004. Residenti in Spilimbergo, dove continuano l’attività di famiglia, sono anche il fratello Giuliano (Jano), nato nel 1934, per lunghi anni operoso in Marocco, ed il nipote Gianni Cesare, nato a Casablanca nel 1966.

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Bibliografia

DBF, 104; G. BORGHESAN, Via Manin N° 18, Spilimbergo, Udine, Doretti, 1972; ID., Case Strade Persone. Spilimbergo, testi di L. Morandini e G. Colledani, Udine, AGF, 1991; ID., Friuli paese, a cura di I. ZANNIER, Milano/Lestans, Motta/CRAF, 1998.
G. ELLERO, Gianni Borghesan fotografo in Spilimbergo, Udine, Aviani, 1972; I. ZANNIER, Fotografia in Friuli 1850-1970, Reana del Rojale, Chiandetti, 1979, 27; Fotografia in Friuli. Gianni Borghesan. Catalogo della mostra (Pordenone, ottobre-dicembre 1982), a cura di ID., Pordenone, Centro iniziative culturali Pordenone, 1982; Neorealismo e fotografia. Il Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia 1955-1965, a cura di ID., Udine, Art&, 1987; G. ELLERO, I Borghesan una dinastia di fotografi, Pordenone, Confartigianato imprese, 2008; Photography and Neorealism in Italy, 1945-1965. From Luigi Crescenzi to the “Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia” to Mario Giacomelli. Catalogo della mostra (New York, 4-23 agosto 2010), a cura di W. LIVA, Spilimbergo, CRAF, 2010.

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