BROCHETINO GIOVANNI PIETRO

BROCHETINO GIOVANNI PIETRO (? - 1541)

ecclesiastico, notaio

Sono scarne le notizie documentarie sul sacerdote sacilese G. P. B., allievo dell’illustre umanista Giovanni Stefano Emiliano detto il Cimbriaco, dottore “in utroque iure”. Nel 1494 il comune di Sacile gli assegnò «officium campanarum» del duomo cittadino, dunque la funzione di sacrestano, con l’obbligo di prestare «debitam obedientiam reverendo domino plebano», incarico che ancora ricopriva nel 1496 quando fu presente «alla consecration de dicta gesia de Sant Nicolò et altare». In qualità di notaio rogò dal 1491 al 1541, ma le vicissitudini occorse all’Archivio notarile antico sia durante il secondo conflitto mondiale che nelle disastrose alluvioni del 1965-66 hanno determinato la perdita degli atti di sua mano, fatta eccezione per due protocolli di «Istrumenti» relativi agli anni 1506-08 e per alcuni documenti sparsi che riportano il suo “signum” tabellionale. Nel 1521 pubblicò inoltre a Venezia, presso lo stampatore Alessandro de Bindoni, un misogino libello contro il lusso degli ornamenti femminili intitolato Speculum mulierum, partecipe della minore letteratura formativa ed edificante. Morto con ogni probabilità nel 1541, anno in cui si interruppe l’attività notarile, il B. fu sepolto nella chiesa di S. Gregorio a Sacile, nella tomba pavimentale che aveva fatto predisporre per sé e i suoi familiari già nel 1529, come si può evincere dall’epigrafe. Nello stemma di famiglia, scolpito al centro della lastra tombale, campeggia un bue rampante e nell’atto di scagliare una freccia con l’arco: la casata, alla quale appartengono altri quattro notai attivi a Sacile tra il XVI e il XVII secolo, è infatti denominata «a Bobus» oppure «de Bovis». Il B. è con ogni probabilità il committente dell’affresco raffigurante San Giacomo e il miracolo dell’impiccato sulla parete destra della chiesa, in corrispondenza della tomba: parrebbe indicarlo il termine BOBVS preceduto da IO[HANNES] nell’iscrizione che, pur alquanto lacunosa, corre su due righe nella parte inferiore: P[…E]DITVM MEE CVMPVST[…]R IO[…] | BOBVS FIERI CVRAVIT 1519. Oltre a fornirci la data di esecuzione del dipinto, realizzato da uno sconosciuto frescante locale negli stessi anni nei quali la chiesa di S. Gregorio veniva totalmente riedificata, essa sembra alludere al pellegrinaggio al santuario galiziano di Santiago di Compostela (CVMPVST[…]), come confermato anche dalla rappresentazione del Miracolo dell’impiccato che ricorre frequentemente lungo le principali direttrici viarie percorse dai fedeli diretti alla tomba dell’apostolo Giacomo: il pellegrinaggio del B. a Santiago non è documentato, ma forse fu compiuto da un’altra persona in sua vece, secondo un costume all’epoca non infrequente. ... leggi Due soli esemplari dello Speculum mulierum sono oggi conservati in istituzioni italiane, rispettivamente nella Biblioteca della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e nella Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna. Nel piccolo trattato (in volgare, ad esclusione del titolo e delle frasi che concludono il proemio e l’esposizione stessa), dopo aver reso omaggio a personalità della vita pubblica sacilese, idealmente riunite in un incontro dal quale finge sia scaturita la decisione di dare alle stampe l’opera, il B. si scaglia contro le donne che definisce «sepulcrum fetidum, esca malorum et pecuniae dispendium», passando poi a indicare con capziose distinzioni come «se debiano honeste adobare senza peccato e lassare le lascivie» al fine di «pervenir al stato della lor salute eterna». Lo stesso frontespizio, opera dell’anonimo incisore «F.», consente all’autore di additare significativamente alle sue contemporanee due esempi di temperanza femminile, le eroine bibliche Sara e Giuditta raffigurate in atto di sorreggere il libello. In virtù dell’incisione nel frontespizio la cinquecentina, dalla fortuna critica circoscritta, è inserita in importanti repertori bibliografici di libri figurati del XV e XVI secolo.

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Bibliografia

Ms BCU, Principale, 3849 (G.B. della Porta, Index Alphabeticus Notariorum Patriae Fori Iulii. Editio II, 1901-1946, ad vocem “Brocchettini De Bovis pre Gio. Pietro di Simone”).

Lettere inedite d’illustri friulani del secolo XVIII o scritte da altri uomini celebri a personaggi friulani, Udine, Mattiuzzi, 1826, 269-276 (lettera di Giuseppe Maria Pujati ad Antonio Bartolini, 17 marzo 1802); P. D’ESSLING, Les livres a figures vénitiens de la fin du XVe siècle et du commencement du XVIe, II, Florence-Paris, Olschki-Leclerc, 1909, 425-426 n2122; L. BAER, Mit Holzschnitten verzierte Buchumschläge des XV. und XVI. Jahrhunderts, Frankfurt am Main, Weisbrod, 1923, m. 50; T. DE MARINIS, Raccolta degli antichi libri figurati veneziani: il castello di Monselice, Verona, Bodoni, 1941, 25; M. SANDER, Le livres à figures italien depuis 1467 jusqu’à 1530, I, Milano, Hoepli, 1942, 258 n1403; G. MARCHESINI, Annali per la storia di Sacile anche nei suoi rapporti con le Venezie, Sacile, Bellavitis, 1957, 502, 954, 1011; T. PERFETTI, Il collegio dei notai di Sacile e il suo statuto, in Sacile. Storia, ambiente, uomini, a cura di N. ROMAN, Udine, Doretti, 1983, 59-72: 65; Le edizioni italiane del XVI secolo. Censimento nazionale, II, Roma, Istituto centrale per il catalogo unico delle Biblioteche italiane e per le Informazioni bibliografiche, 1989, 295; P.C. BEGOTTI, La civiltà delle buone maniere, in Nobili di Sacile 1481-1797. Momenti di vita pubblica e privata tratti da documenti d’archivio. Catalogo della mostra (Sacile, 3-18 dicembre 1994), a cura di N. ROMAN, Sacile, Comune di Sacile, 1994, 89-93: 91; Mille protagonisti, 85; S. MIOTTO, “Desideroso iodi andare in Galicia famosa”. Un pellegrino sacilese del XVI secolo a Santiago di Compostella, «La Loggia», 7 (2004), 69-76; EAD., “Le donne se debiano honeste adobare senza peccato ”. Un sacilese del primo Cinquecento contro il lusso degli ornamenti femminili, «La Loggia», 8 (2005), 65-71.

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