CASELLA DONATO

CASELLA DONATO (1551 - 1628)

ecclesiastico, poeta

Nacque a Pordenone nella seconda metà del Cinquecento da Alvise e Pierina Locatelli. Consacrato sacerdote, cominciò a esercitare il proprio ministero in Pordenone presso la chiesa di S. Marco. Amante della poesia in volgare e in latino, compose alcuni versi pubblicati in raccolte antologiche: Poesie di diversi volgari et latine, per la morte dell’eccellentissimo dottore il signor Alfonso Belgrado (1593) edita a Venezia presso Rampazzetto, Poesie latine et volgari composte da diversi nobilissimi ingegni in lode dell’illustrissimo signor Nicolò Contarini luogotenente della Patria del Friuli, et particolarmente sopra due bellissime fontane nuovamente per opera da lui con un artificio singolare condotte nella città di Udine (1598) e Lagrime di diversi nobilissimi spiriti in morte della molto illustre signora Lucina Savorgnana Marchesi (1599), stampate a Udine presso Natolini. La partecipazione del C. a questi progetti editoriali è un segnale evidente di come, in questo periodo, egli fosse già ben inserito nel tessuto culturale della sua città e cominciasse ad avere dei riferimenti importanti anche a Udine e a Venezia. Nel 1599 partecipò al concorso per ottenere la cura di S. Quirino: il 12 febbraio, ritenuto idoneo dagli esaminatori sinodali, fu investito del beneficio. Dal novembre del 1603 al giugno del 1605 il C., ottenuta una dispensa dalla residenza, si assentò dalla propria sede per completare i suoi studi a Padova, dove conseguì il dottorato in teologia. Tornato in diocesi, si occupò in prima persona dell’amministrazione della chiesa di S. Quirino, ingrandendo la casa canonicale e istituendo l’anagrafe parrocchiale. ... leggi In questi anni i suoi orizzonti si erano ampliati, come dimostrano i nuovi rapporti con la curia concordiese di Portogruaro e il suo inserimento all’interno del capitolo cattedrale. Nel 1619 fu chiamato ad assumere l’ufficio di vicario generale dell’episcopato, incarico che avrebbe mantenuto sino alla morte. Nel settembre del 1626 in tal veste si trovava a Pordenone per benedire la prima pietra di una cappella che i suoi concittadini avevano deciso di erigere in ricordo di un’apparizione della Vergine presso un capitello costruito sulla strada che portava alla chiesa di S. Gregorio. In questo periodo la produzione poetica dell’ecclesiastico era senza dubbio condizionata dai nuovi e numerosi impegni, ma non si interruppe. Il Liruti riferisce, infatti, di aver potuto scorrere presso gli eredi udinesi del C. un manoscritto mutilo, contenente circa millecinquecento versi inediti. Lo stesso erudito friulano riporta, inoltre, di aver letto un inno sacro di venti strofe, dal titolo Ad Sanctum Quirinum martyrem pontificem presbyteri Donati Casella theologi eiusdem ecclesiae in diocesis Concordiensis servi, De Sancti Quirini radii translatione, scritto dal C. e pubblicato a Udine nel 1622, in occasione della traslazione di una reliquia del vescovo di Scizia nella chiesa di S. Quirino. Di questa edizione non rimane però traccia documentaria. Prete Silvestro Ravenna, suo successore nella chiesa di S. Quirino, provvide a curare una nuova edizione dell’inno, dedicato al vescovo di Concordia Matteo Sanudo il Giovane, nel 1629, un anno dopo la morte del C., avvenuta a Portogruaro il 27 gennaio 1628. La nuova edizione presenta due epigrammi inediti dell’ecclesiastico pordenonese: il primo, di dodici versi, rivolto al presule e il secondo, di otto, intitolato Ad Sanctum Quirinum protectorem.

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Bibliografia

LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 362-363; V. CANDIANI, Pordenone. Ricordi cronistorici dall’origine del Friuli a tutto il 1900, Pordenone, Tipo-litografia Gatti, 1902 (= [Pordenone], Stavolta, 1976), 266, 412; DEGANI, Le nostre scuole, 249, 537, 545; A. BENEDETTI, Storia di Pordenone, a cura di D. ANTONINI, Pordenone, Edizioni de “Il Noncello”, 1964, 300, 319, 328; F. METZ, Iddio, la Madonna, i santi, i preti e gli uomini, in San Quirino. Storia di un territorio, a cura di P. GOI, San Quirino, Edirisma, 2004, 317-382: 322, 332-334.

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