CLARICINI (DE) ALESSANDRO FILIPPO FERDINANDO

CLARICINI (DE) ALESSANDRO FILIPPO FERDINANDO (1811 - 1880)

amministratore pubblico

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Alessandro de Claricini.

Nacque a Versa (Romans d’Isonzo) il 27 gennaio 1811 da Giuseppe ed Elisabetta de Finetti, in una famiglia nobile d’origine bolognese, pervenuta a Cividale nel XIII secolo. Frequentò il ginnasio a Gorizia e l’Università a Vienna, ospite dei Colloredo Mels con il fratello Leopoldo, futuro ingegnere e architetto. Conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1834. Nel 1843 era attuario criminale a Treviso. La rivoluzione del 1848 lo sorprese nel Veneto, ma poiché i suoi sentimenti lealisti gli impedirono di solidarizzare con i patrioti, preferì ritirarsi volontariamente nelle sue proprietà di Versa. Nel 1850 lavorava ormai con funzioni dirigenziali nell’I. R. Tribunale distrettuale (poi Pretura urbana) di Gorizia. Consigliere comunale fin dal 1851, la sua carriera si svolse prevalentemente negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta del XIX secolo, nel periodo degli esperimenti costituzionali che portarono la monarchia asburgica dal neoassolutismo al dualismo (1859-1867). Liberale moderato, di orientamento federalista, si batté nel 1860 per il ripristino delle prerogative costituzionali, sebbene Gorizia fosse una delle città dell’Impero in cui la giunta municipale insediata nel 1851 non era stata congedata d’autorità dal ministro dell’Interno Alexander Bach. Convinto fautore del dialogo fra le nazionalità, il d. C. tentò di conciliare le posizioni dell’aristocrazia locale fedele agli Absburgo con quelle dell’emergente borghesia di sentimenti nazionali soprattutto italiani e sloveni, per favorire lo sviluppo economico e il progresso sociale. ... leggi Fu l’ultimo direttore del Casinò di società, cuore della mondanità aristocratica locale, fondato nel 1837; nel 1863 subentrò il Casinò del teatro, che aprì le porte alla borghesia commerciale e industriale della città isontina. I suoi interessi in campo economico si indirizzarono prevalentemente all’agricoltura: dal 1861 al 1869 fu presidente dell’I.R. Società agraria goriziana, nella quale si prodigò per combattere le malattie che infestavano la vite e il baco da seta, anche promuovendo la stampa di «Atti e memorie», il periodico scientifico dell’associazione. Capo del Partito patriottico, ne uscì dichiarandosi indipendente e fu eletto podestà di Gorizia nel 1869, battendo il candidato del Partito liberale Luigi Pajer. Durante il suo mandato fu introdotta l’illuminazione a gas, ripristinata la strada per Moncorona/Kromberk (Slovenia), progettato un nuovo acquedotto. Dimessosi nel 1873, causa la crisi indotta da una petizione popolare promossa dall’avversario Luigi Pajer, diede alle stampe Gorizia nelle sue istituzioni e nella sua azienda comunale durante il triennio 1869-1871, ampia e dettagliata memoria che dedicò ai concittadini, utilissima per lo studio delle istituzioni civiche e dell’operato del comune nella Gorizia della metà del XIX secolo. Pubblicò inoltre Conversione dell’israelita sordomuto Giacomo Morpurgo di Gorizia battezzato sotto il nome di Stefano Morpurgo (1859) e Antico inginocchiatoio aquileiese (1879). Conservò, ordinandoli, gli scritti dell’amico Francesco Leopoldo Savio. Alfiere di Gorizia «porta fra i popoli», d. C. fu per sua stessa definizione «un italiano attaccatissimo all’Austria»: avversato da tutti coloro che non gradivano il ruolo di conciliatore nella questione nazionale, si schierò in difesa del diritto della popolazione slovena all’autonomia linguistica, culturale e politica. Morì a Gorizia il 12 agosto 1880.

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Bibliografia

Mss ASPG, Miscellanea, 239, A. de Claricini, Autobiografia; 240/3.6, Giornale di Alessandro De Claricini.

A. DE CLARICINI, Gorizia nelle sue istituzioni e nella sua azienda comunale durante il triennio 1869-1871, Gorizia, Tip. G. Seitz, 1872.

DBF, 202; PSBL, 3 (1976), 190 (con bibliografia); V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 2, Milano, Enciclopedia-storico nobiliare italiana, 1929, 480-481; S. PERINI, La guerra del 1866 nei ricordi di Alessandro De Claricini, «Studi Goriziani», 57/1 (1988), 61-71; D.L. FAIN, Società di cultura a Gorizia nel XIX secolo, in Ottocento goriziano 1815-1915, a cura di L. PILLON, Gorizia, LEG, 1991, 23-63: 32-36, 46; A. GALLAROTTI, Le raccolte dei manifesti del Comune di Gorizia, della Biblioteca Statale Isontina e della Biblioteca Civica (1826-1927), Gorizia, BSI, 1988, 128; L. FERRARI, Gorizia ottocentesca, fallimento del progetto della Nizza austriaca, in Friuli-Venezia Giulia, I, 315-375: 324, 356-357; A. GALLAROTTI, Personaggi goriziani del Millennio, Monfalcone, EdL, 2002, 31-32.

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