LANZI LUIGI

LANZI LUIGI (1732 - 1810)

gesuita, storico dell’arte

Immagine del soggetto

Ritratto di Luigi Lanzi, incisione del 1798 eseguita da Giovanni Battista de Rubeis (Udine, Civici musei).

Nato il 13 giugno 1732 a Treia, nei pressi di Macerata, dal 1744, per cinque anni, studiò nel collegio gesuitico di Fermo, nel quale ricevette la tonsura nel 1747. Entrò nella Compagnia di Gesù nel 1749 a Roma, perfezionandosi negli studi di retorica e in seguito insegnò presso diversi collegi dei gesuiti. Compì studi di filosofia e teologia nel collegio romano, dal 1759 al 1763, e nel 1761 fu ordinato sacerdote. Dal 1765 al 1772 insegnò retorica presso la casa professa di S. Andrea al Quirinale e durante tale periodo iniziò ad approfondire lo studio dell’antichità, in particolare dell’epigrafia classica, dando alle stampe alcuni testi spirituali in versi. A causa della soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773, la quale lo sorprese nei territori del granducato di Toscana, nel 1775 entrò al servizio del sovrano, Pietro Leopoldo I, in qualità di aiuto custode e antiquario del Gabinetto delle gemme e medaglie della Galleria fiorentina. In siffatta veste curò il riordino della collezione dei bronzi antichi e rinascimentali e la catalogazione delle ceramiche antiche. Nel 1778 e nell’anno seguente risiedette a Roma, per studiarne le antichità, entrando in relazione con numerosi eruditi, tra i quali spiccano i nomi di Ennio Quirino Visconti e del cardinale Stefano Borgia. Rientrato a Firenze si dedicò con crescente passione all’analisi delle collezioni granducali, ampliando i propri interessi anche alla scultura e alla pittura: indagini che tradusse nell’interessante guida divulgativa La real Galleria accresciuta e riordinata del 1780 e nell’importante saggio Notizie preliminari circa la scoltura degli antichi e vari suoi stili, edito nel 1785. Iniziò pure a occuparsi dell’arte e della lingua etrusca, esponendo le sue ricerche nei tre tomi del Saggio di lingua etrusca e di altre antiche d’Italia per servire alla storia de’ popoli, delle lingue e delle belle arti, apparso nel 1789, testo fondamentale che diede avvio alla moderna etruscologia. ... leggi Durante l’inizio degli anni Ottanta il L. viaggiò moltissimo, visitando l’Italia centrale, l’Emilia, la Romagna, Venezia e dal 1784 soggiornò a Roma fino al 1790, quando ricevette la nomina a reale antiquario granducale. L’attenzione prestata nei confronti della pittura trovò espressione dapprima nel volume La storia pittorica della Italia inferiore, edito nel 1792, riservato alle espressioni della scuola fiorentina, senese, umbra, romana e napoletana. Il successo ottenuto con tale pubblicazione spinse il L. ad approntarne una nuova edizione, che includesse anche le scuole pittoriche dell’Italia settentrionale e perciò nel 1793 e nell’anno seguente intraprese una serie di ricognizioni in quelle zone. Il frutto di simili ricerche si ebbe nei tre tomi della Storia pittorica della Italia, dati alle stampe a Bassano nel 1795-96, dove sono comprese tutte le scuole della penisola, trattate con un’attenzione e un metodo che inducono a considerarli come l’avvio della moderna storiografia artistica; nel 1809, sempre a Bassano, ne fu edita l’edizione definitiva. Il L. fu anche autore di scritti religiosi, in particolare gli Opuscoli spirituali del 1809 e apprezzato ideatore di iscrizioni commemorative, raccolte nel volume Inscriptionum et carminum libri tres, del 1807. Morì a Firenze il 31 marzo del 1810 e fu sepolto nella chiesa di S. Croce. La figura del L. è legata al Friuli per la sua permanenza a Udine, per quasi cinque anni, tra il novembre del 1796 e l’ottobre del 1801. La lunghezza del soggiorno fu dovuta essenzialmente alle vicissitudini dell’epoca, legate alle guerre napoleoniche, che spinsero l’abate a fuggire da Bassano, dove aveva ultimato l’edizione del 1795-96 della Storia, cercando rifugio nel capoluogo friulano, ritenuto, a torto, luogo sicuro dall’avanzata francese e dove risiedevano l’amico e allievo Mauro Boni, allora precettore del figlio del luogotenente veneziano, e padre Angelo Maria Cortenovis, studioso d’antiquaria con il quale aveva avuto rapporti epistolari, nonché rettore del collegio barnabita, presso il quale trovò ospitalità. Tuttavia l’arrivo delle armate di Bonaparte a Udine, nel marzo del 1797, con la conseguente requisizione del collegio, costrinsero il L. a trasferirsi nell’abitazione di Alfonso Belgrado, cancelliere della curia diocesana, dove restò per tutto il proseguo del soggiorno udinese, che dovette protrarsi a causa del cattivo stato di salute e soprattutto dell’occupazione francese del granducato di Toscana, con la deposizione di Ferdinando III di Lorena, finché il trattato di Lunéville tra Francia e Austria (del 9 febbraio 1801), gli rese possibile il rientro. Durante il periodo trascorso in Friuli, il L. non lasciò mai Udine, impedito dalle sue difficili condizioni fisiche, nondimeno ebbe modo di approfondire la conoscenza della pittura locale, esprimendo a questo proposito alcuni giudizi in una missiva al Boni e accrescendo in modo notevole le parti relative agli autori friulani, inseriti nella scuola veneziana, nell’edizione definitiva, corretta e ampliata, della Storia, del 1809. Impresa, quest’ultima, che fu avviata e quasi completamente portata a termine proprio nel corso degli anni passati nel capoluogo friulano, anche grazie a una fitta rete di corrispondenti (oltre a quello già citato con il Boni, molto assidui furono i carteggi intrattenuti con Bartolomeo Gamba e Giovanni de Lazara), che gli inviavano notizie e commenti. Diverse furono le pubblicazioni che nel corso del lustro friulano il L. editò, in particolare legate a questioni di natura antiquaria, come la Dissertazione sopra una urnetta toscanica e difesa del «Saggio di lingua etrusca», apparsa nel 1799, il De’ vasi antichi volgaremente chiamati etruschi e la Serie di pitture copiate da tredici vasi antichi detti volgarmente etruschi, nei quali dimostrò la derivazione dell’arte etrusca da quella greca, entrambe del 1801. Inoltre diede alle stampe gli elogi, in occasione della loro scomparsa, di padre Francesco Maria Stella, barnabita studioso di fisica (nel 1799), e di Angelo Maria Cortenovis, al quale dedicò dapprima un breve profilo per un periodico veneziano (con la data 1800) e in seguito un più articolato ricordo in un volume edito a Udine nel 1801.

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Bibliografia

L. LANZI, Storia pittorica della Italia, I-II, Bassano del Grappa, Remondini, 1795-1796; ID., Saggio di lingua etrusca e di altre antiche d’Italia per servire alla storia de’ popoli, delle lingue e delle belle arti, Roma, Pagliarini, 1789; ID., Storia pittorica della Italia. Dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo, I-VI, Bassano del Grappa, Remondini, 1809 (ed. a cura di M. CAPUCCI, I-III, Firenze, Sansoni, 1968-1974); ID., Saggio di lingua etrusca […], Roma, Pagliarini, 1789; ID., Dissertazione sopra una urnetta toscanica e difesa del Saggio di lingua etrusca, «Memorie per servire alla storia letteraria e civile», (1799) luglio-agosto, 39-61; settembre-ottobre, 75-98; novembre-dicembre, 5-22; ID., Elogio del P.D. Francesco Maria Stella Barnabita, «Memorie per servire alla storia letteraria e civile», 1799 (novembre-dicembre), 83-85; ID., Elogio del P.D. Angelo Maria Cortenovis chierico regolare della Congregazione di San Paolo, «Memorie per servire alla storia letteraria e civile», (1800) luglio-agosto, 90-106; ID., Elogio del P.D. Angelo Maria Cortenovis chierico regolare della Congregazione di San Paolo, Udine, Pecile, 1801; ID., De’ vasi antichi volgaremente chiamati etruschi, s.n.t. [estratto da «Novelle di letteratura, scienze, arti e commercio», 27 agosto 1801]; ID., Serie di pitture copiate da tredici vasi antichi detti volgarmente etruschi, esposte con illustrazioni in italiano e francese, Venezia, Remondini, 1801.

P. PASTRES, Il soggiorno udinese di Luigi Lanzi: alcune lettere inedite e uno scritto poco noto, «Arte/Documento», 11 (1997), 228-239; ID., Il soggiorno friulano del Lanzi, il suo ‘metodo’ e il suo influsso sulla concezione storiografica di Fabio di Maniago, in Fabio di Maniago e la storiografia artistica in Italia e in Europa tra Sette e Ottocento. ... leggi Atti del convegno internazionale di studi (Pordenone-Udine, 25-27 novembre 1999), a cura di C. FURLAN - M. GRATTONI D ’ARCANO, Udine, Forum, 2000, 31-37; ID., Un inedito “giudizio” di Luigi Lanzi sulla pittura friulana, «MSF», 81 (2001), 287-295. C. GAUNA, La Storia pittorica di Luigi Lanzi, arti storia e musei nel Settecento, Firenze, Olschki, 2003; P. PASTRES, «Un occhio pregiudicato è in continuo pericolo d’illusione»: tre lettere di Luigi Lanzi sul proprio metodo di lavoro e sulla Storia pittorica, «Annali di critica d’arte», 2 (2006), 207-238; M. ROSSI, Le fila del tempo. Il sistema storico di Luigi Lanzi, Firenze, Olschki, 2006; L. LANZI, Lettere a Mauro Boni 1791-1809, a cura di P. PASTRES, Udine, Forum/Deputazione di storia patria per il Friuli, 2009.

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