LUPIERI GIOVANNI BATTISTA

LUPIERI GIOVANNI BATTISTA (1776 - 1873)

medico, patriota

Immagine del soggetto

Ritratto di Giovanni Battista Lupieri, olio su tela di Antonio Micolini (collezione privata).

Nacque a Luint di Ovaro (Udine) il 17 giugno 1776 da una delle più antiche e benestanti famiglie locali, che traeva le sue rendite dalle proprietà che aveva in Carnia e a San Vincenti in Istria. Compì gli studi di retorica e filosofia presso le scuole del Seminario vescovile di Udine. Passò poi all’Università di Padova, dove si laureò in medicina e chirurgia nel 1801. Nello stesso anno iniziò a praticare in Carnia la vaccinazione jenneriana, che continuò come privato e come pubblico ufficiale per cinquant’anni. Nel 1806, sotto il Regno italico, fu nominato medico-fisico per l’ispezione dei coscritti di tutta la Carnia e del Canal del Ferro, incarico che mantenne fino alla caduta del governo nel 1814. Oltre ad esercitare con molto onore la professione medica sia in Carnia che in Cadore (la sua condotta comprendeva anche Sappada, nel Bellunese), ricoprì numerose cariche pubbliche politiche, amministrative e militari, tra le quali quella di capitano della 3a compagnia della guardia nazionale del distretto di Rigolato. Nel 1809, durante un’azione militare condotta dalla guardia nazionale, insieme con la truppa francese, contro i briganti tirolesi, fu catturato a Rigolato, fatto prigioniero e trascinato in una lunga peregrinazione attraverso Brunico, Bressanone, Merano, Sillian, fino a Lienz, città dove le truppe del generale Rusca e del generale Zucchi sconfissero i tirolesi e liberarono i prigionieri. Dopo diversi mesi di durissima prigionia e varie vicissitudini rientrò finalmente a Luint. Nel 1848, a causa dei rivolgimenti politici in atto anche nel Friuli, fu riattivata la guardia nazionale e Lupieri fu nuovamente nominato comandante per il distretto di Rigolato. Il 30 marzo del 1848 il Governo provvisorio del Friuli ordinava la mobilitazione della guardia e L. partiva dalla Carnia con la sua truppa di 271 guardie per accompagnarle al Comitato di guerra a Udine. ... leggi Da lì esse furono inviate a Palmanova a rinforzo delle altre truppe degli insorti, ma il 17 aprile le truppe regolari nemiche ebbero il sopravvento, il governo austriaco fu immediatamente ripristinato e la guardia nazionale fu nuovamente disciolta. I sommovimenti politici continuarono anche nel 1849 ed in quel clima di riscossa l’unico figlio maschio di L., Giulio Cesare, studente presso le scuole del Seminario di Udine, abbandonava di nascosto la casa paterna per accorrere alla difesa della Repubblica di Venezia. Arruolatosi con le truppe del generale Pepe, cadde in un combattimento presso il forte di Margher il 9 maggio 1849. L’impegno politico di L. a favore della causa dell’unità nazionale continuò fino alla sua realizzazione nel 1866. Fu in quegli anni responsabile, assieme al genero dottor Antonio Magrini, marito dell’unica figlia Eugenia, del comitato segreto per la Val di Gorto che agiva in stretto collegamento con quello di Tolmezzo e con i patrioti cadorini. Fu per questo che la sua abitazione fu soggetta a perlustrazioni politiche e al controllo delle autorità di polizia. Nella terza guerra d’indipendenza, a pochi giorni dall’annessione del Friuli al Regno d’Italia, perdeva il nipote prediletto Giulio Magrini. Questi, studente liceale a Firenze e fervente patriota, si era arruolato volontario con le truppe regolari del generale Cialdini e, a seguito delle estenuanti marce e dei bivacchi di avvicinamento al Friuli, fu colpito da febbre tifoidea che lo portò alla morte in pochi giorni. L. fu anche uomo di molteplici interessi culturali. Pur vivendo in un piccolo e isolato villaggio come Luint, intrattenne sempre rapporti con il mondo culturale udinese. Da questi contatti ebbe lo spunto nel 1847 di un progetto per la creazione di un “gabinetto di lettura” nella Val di Gorto sul modello di quello udinese, ma, dati i tempi, le autorità governative non permisero la sua realizzazione. Dopo la medicina il suo interesse maggiore fu per lo studio e la sperimentazione agricolo-forestale. Fu membro del comitato dell’Associazione agraria friulana fin dalla sua ricostituzione e socio corrispondente dell’imperial regia Associazione agraria di Gorizia. Intrattenne numerose corrispondenze scientifiche con i giornali dell’epoca: l’«Annotatore friulano» e l’«Alchimista friulano». Nel 1859 fu nominato socio corrispondente dell’Accademia udinese di scienze, lettere e arti. Coltivò con passione lo studio della poesia e della storia. Si cimentò con discreto successo in produzioni letterarie e in traduzioni di testi dal latino e dal francese. Nel 1866 fu insignito dal re Vittorio Emanuele II dell’onorificenza di cavaliere dell’ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro per il suo provato patriottismo e per il valido concorso da lui dato al compimento dell’unità della patria. Morì a Luint il 19 marzo del 1873.

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Bibliografia

G.B. LUPIERI, Autobiografia, Udine, Del Bianco, 1894 (nozze Magrini-Zannier); ID., Memorie storiche e biografiche, a cura di di B. AGARINIS MAGRINI, Udine, Forum, 2010.

P.C. CARACCI, Appunti per una storia della medicina in Friuli, Udine, AGF, 1975 [estratto da «Atti dell’Accademia udinese di scienze, lettere e arti», s. VIII, 2 (1973-1975)], 84-85; ID., G.B. Lupieri, un singolare medico carnico del XIX secolo, Eminenti medici del XIX e XX secolo in Friuli. Atti del convegno di studio, Udine, Accademia udinese di scienze, lettere e arti, 1987, 9-19; B. AGARINIS MAGRINI, Echi del 1848 nell’Epistolario del dottor Lupieri, medico carnico, in Età Restaurazione, 203-213.

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