SOMEDA PIETRO

SOMEDA PIETRO (1707 - 1775)

giurista, esperto di agricoltura

Immagine del soggetto

Frontespizio dell'orazione pronunciata da Pietro Someda, in qualità  di priore del collegio degli avvocati, in memoria dello scomparso Domenico Michieli, 1771.

P. S. nacque a Udine il 12 dicembre 1707, da Gio Batta e Paola Moreali, dei quali si hanno scarse notizie. Frequentò le scuole dei Barnabiti e quelle del seminario patriarcale, portandosi poi ventenne a Padova, dove si laureò in giurisprudenza. Secondo Battistella la famiglia proveniva dall’Engadina (Giovanni q. Zanotto è accolto nella comunità nel 1536), ma sull’origine precisa permangono punti oscuri. Acquisì una posizione di prestigio nel Seicento grazie alla fiorente attività commerciale (con diversi negozi e spezierie) e alle relazioni civili strette in Poscolle, borgo di residenza; nel Settecento i Someda si inserirono anche in altre professioni. P. divenne infatti uno dei principali avvocati del foro udinese (dagli anni Quaranta del secolo al 1770), specialista in diritto canonico, e in particolare difensore di istituti ecclesiastici e delle chiese metropolitane. Nel 1743 sposò Francesca Cecati di Rivolto, che portò in dote estese terre, e con la quale ebbe numerosa prole. Partecipe del clima di rinnovamento settecentesco fu in contatto stretto con i protagonisti della vita culturale cittadina, tra cui spiccava Antonio Zanon. Figurò così tra i firmatari, insieme a Zanon e Fabio Asquini, dei capitoli presentati all’Accademia di Udine nel 1762 per la costituzione della Società di agricoltura pratica, nata con l’intento di promuovere studi ed esperimenti tesi allo sviluppo e al progresso teorico e pratico del settore agricolo ed economico. S. vi partecipò sia attraverso lo scambio, la corrispondenza assidua, l’attività accademica, sia applicando i nuovi principi diffusi dai soci nella proprietà di Rivolto. ... leggi Di interessi versatili (tra i manoscritti dell’Archivio Someda si deducono gli indici dei libri che componevano la ricca biblioteca, con opere di storia ecclesiastica e profana, giurisprudenza, filosofia e retorica, medicina, economia, teologia, matematica, accanto ai classici latini e greci e agli autori coevi), per conto del comune si occupò tra l’altro di sviluppare un progetto per l’approvvigionamento idrico di Udine, non realizzato, studiando i sistemi adottati per gli acquedotti in Francia. L’impegno fattivo si completò con l’attività letteraria, espressione di maniera oscillante tra elogio contingente e tema conviviale. I testi restituiti dal fascicolo autografo conservato presso l’Archivio di stato di Udine (Archivio del Torso, 5/2, numerato come Raccolta del Torso 2299 e intitolato «Composizioni poetiche di me Pietro Someda») assemblano una produzione varia, ma per lo più dedicata ai versi encomiastici e d’occasione, una galleria piena di notabili e una successione scontata di celebrazioni e indirizzi di saluto (da un indice dell’autore: «per nozze, venuta, partenza ed altre occasioni dei luogotenenti e altri ragguardevoli, per frati e monache, per scherzo, solennità sacre, dediche e ringraziamenti, morte, prima messa, lode»). Una penna senza guizzi, ma con emergenze a stampa socialmente distinte, tra le quali si ricordano i sonetti giovanili, in friulano nella raccolta per la partenza del luogotenente Michele Pisani (1730), in italiano per Niccolò Tiepolo (1734), e l’orazione pronunciata in quanto priore del collegio degli avvocati per commiato a Domenico Michieli (1771). Agisce, ma assai stemperato e privo di incisività, il modello collorediano nei versi che richiamano la cornice conviviale, il motivo del cibo e dell’intrattenimento (Sonetto ad un pranzo di ferragosto, 1774; Sopra un porchetto arrostito, 1769, di fronte agli accademici della Società di agricoltura pratica; una canzone sul viaggio e la visita in Toscana alla Accademia dei Georgofili, letta a Udine). Anche la tematica della critica sociale ha precedenti seicenteschi (sonetto contro «il lusso italiano», 1772; sonetto contro «il costume presente italiano», 1773), ma si appoggia al nuovo impulso per il progresso, al ‘primato delle cose’ (sonetto per Pietro Leopoldo d’Austria che «risolse di patire l’innesto del vaiolo», s.d.). I componimenti figurano per lo più in italiano, e marginalmente in latino, in veneto e in friulano. A quest’ultimo è dato però ampio spazio nel Vocabolario furlano e toscano (manoscritto 2271 del fondo principale della Biblioteca civica udinese, attribuito al S. e datato alla seconda metà del secolo), segno dell’apertura di S. a dibattiti non chiusi nel cerchio cittadino o regionale. Si tratta non solo del primo tentativo compiuto di vocabolario friulano, ma anche di uno strumento atto ad avvicinare alla norma toscana, entro un programma che accomuna i vocabolari dialettali del Settecento, in Friuli sostenuto anche da Zanon. I quasi quattrocento vocaboli, i cui corrispondenti sono offerti dalla quarta edizione della Crusca, esibiscono scorci lessicali che orientano nella definizione di un vocabolario domestico. Le voci sono tratte dalla vita quotidiana e dagli ambiti di mestiere. Insieme a locuzioni, entrate italianeggianti, rari forestierismi, restituiscono una fotografia utile per la storia linguistica, come per le vicende economiche e culturali. S. morì a Rivolto il 26 novembre 1775 e venne sepolto nella parrocchiale di S. Michele Arcangelo.

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Bibliografia

ASU, Someda; Ibid., del Torso, 5/2, f. 4; ms BCU, Principale, 2271, [P. Someda], Vocabolario furlano e toscano.

E. DEL TORSO, Breve cenno genealogico della famiglia Someda, San Daniele, Pellarini, 1909 (nozze Faggioni-Someda de Marco); A. BATTISTELLA, I Lombardi in Friuli, Milano, Cogliatti, 1911, 80; P. SOMEDA DE MARCO, Pietro Someda. Umanista friulano del Settecento, «Atti dell’Accademia di Udine», 6 (1954-57) [estratto Udine 1957], 187-201; L. CARGNELUTTI, Fabio Asquini e i suoi corrispondenti, in La Nuova Olanda. Fabio Asquini tra accademia e sperimentazione, a cura di L. MORASSI, Udine, Magnus, 1992, 63; G. ASQUINI, Lingua friulana o gallo-carnica, a cura di M. C. CESCUTTI, Udine, SFF, 2008.

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