SPILIMBERGO (DI) IRENE

SPILIMBERGO (DI) IRENE (1538 - ?)

pittrice, letterata

Immagine del soggetto

Ritratto di Irene di Spilimbergo nell'antiporta della "Storia delle belle arti friulane..." di Fabio di Maniago, Udine 1823.

Immagine del soggetto

Frontespizio delle "Rime di diversi nobilissimi, et eccellentissimi autori, in morte della Signora Irene delle Signore di Spilimbergo...", Venezia 1561.

I. vide la luce a Spilimbergo il 17 ottobre 1538. Sua madre era la nobildonna veneziana Giulia Da Ponte, figlia di Giovan Paolo, sposa del conte Adriano di Spilimbergo. Dopo la prematura scomparsa del padre e il secondo matrimonio della madre, il nonno si assunse il compito di educare I. e la sorella Emilia nella sua casa veneziana. La sua formazione intellettuale poté così avvenire in un ambiente culturalmente assai vivo e si avvalse dell’apporto di rinomati maestri di musica e di letterati. Il nobile Da Ponte era amico di Tiziano Vecellio che gli fece il ritratto. Il dipinto, recentemente ricomparso sul mercato antiquario (Antichità Pietro Scarpa, Venezia), è stato esposto nel 2005 a Pordenone nella mostra dedicata alla vita culturale ai tempi di Pomponio Amalteo. La prematura morte di I., avvenuta a Venezia il 17 dicembre 1559, spezzò la vita di una persona dotata di fascino e di grande sensibilità. La biografia (Vita della Signora Irene) tradizionalmente ascritta a Dionigi Atanagi da Cagli che la inserì nella raccolta Rime di diversi / nobilissimi, et eccel / lentissimi autori, / in morte della Signora Irene / delle Signore di Spilimbergo, edita a Venezia, per i tipi di Domenico e Gio. Battista Guerra nel 1561, voluta dal patrizio veneziano Giorgio Gradenigo, ammiratore della giovane e (forse) innamorato della madre (Rozzo), creò intorno alla figura di I. una fama che non conobbe eclissi e che attrasse l’attenzione di Pietro Giordani (nel 1839) e poi di Benedetto Croce, colpito dalla delicata figura, «fiore di bontà, d’ingegno e leggiadria». Non mancano indizi, secondo U. Rozzo, a sostegno dell’ipotesi che l’estensore della Vita sia stato lo stesso Gradenigo. ... leggi Nel prezioso volume oltre a composizioni di numerosi celebri poeti del tempo (tra i quali il sedicenne Torquato Tasso) venne pubblicato anche un carme latino scritto da Tiziano: l’artista, oltre ad unire la sua voce al rimpianto espresso dai poeti contattati dal Gradenigo per la scomparsa della fanciulla, ne cantò l’abilità di infondere vita ai suoi ritratti («[…] egregia poteras spirantes fingere vultus / pictura et quod deest addere sola decus […]»). Le sue sembianze ci sono state tramandate dal ritratto conservato a Washington (National Gallery, già nella collezione Widener) insieme a quello della sorella Emilia, riferito al pittore Gian Paolo Pace (Pase, Paze) poi ritoccato, secondo alcuni, da Tiziano. Secondo Tietze e Tietze Conrat, il Pace seguì come modello, per ritrarre le due fanciulle, il ritratto della loro madre Giulia da Ponte, ritenuto opera di Tiziano intorno al 1540 (collezione L. D. Peterkin ad Andover in Massachussets). La storiografia antica la voleva alunna del grande cadorino, circostanza non impossibile se si considera l’amicizia dell’artista per il nonno materno di I., ma difficilmente dimostrabile a causa dell’incertezza che riguarda la produzione pittorica della giovane artista, che avrebbe scoperto a diciotto anni la sua vocazione per la pittura e ai cui rudimenti sarebbe stata avviata da una non ben identificata pittrice veneziana Campaspe. Fabio di Maniago ricorda tre dipinti (due dei quali firmati) nel palazzo comitale di Maniago, pervenuti alla sua famiglia come eredità da un ramo della casa Spilimbergo. Lo studioso friulano descrive minuziosamente le pitture che raffiguravano la Famiglia di Noè entra nell’arca, il Diluvio universale, la Fuga in Egitto. Tali opere, citate anche da Ruggero Zotti che le vide nel 1914, vennero alienate dai proprietari e se ne ignora l’attuale ubicazione. Il di Maniago cita anche, riprendendo la notizia dalla Storia pittorica del Lanzi, un Baccanale riferito tradizionalmente ad I. «presso i signori Claudi a Monte Albodo» presso Sinigaglia: opera già dispersa ai tempi in cui il di Maniago scriveva la sua Storia. Senza fondamento è l’antica attribuzione alla giovane artista del San Sebastiano nella chiesa parrocchiale dei SS. Mauro e Donato a Isola d’Istria (opera da riferirsi ad artista di scuola di Palma il Giovane come proposto da T. Brejc) e incerta è l’attribuzione di un presunto autoritratto della pittrice nel Civico museo di Padova. Secondo Heinemann, che riferisce interamente alla mano di Tiziano il ritratto di I. oggi a Washington, spetterebbe alla pittrice e non a Gian Paolo Pace il ritratto di Emilia di Spilimbergo nello stesso Museo.

Chiudi

Bibliografia

D. ATANAGI DA CAGLI, Vita della Signora Irene, in Rime di diversi nobilissimi, et eccellentissimi autori, in morte della Signora Irene delle Signore di Spilimbergo, Alle quali si sono aggiunti versi Latini di diversi egregii Poeti, in morte della medesima Signora, Venezia, Domenico e Gio. Battista Guerra, 1561; L. LANZI, Storia pittorica della Italia. Dal Risorgimento delle Belle Arti fin presso al fine del XVIII secolo [1808], a cura di M. CAPUCCI, II, Firenze, Sansoni, 1970, 77-78; DI MANIAGO, Storia, I, 90-94, 184-185; R. ZOTTI, Irene di Spilimbergo, Udine, Del Bianco, 1914; G. GRONAU, Pace, Gian Paolo, in AKL, 26 (1932), 117; B. CROCE, Irene di Spilimbergo, in Poeti del pieno e del tardo Rinascimento, I, Bari, Laterza, 1945 (19582), 365-367; H. TIETZE - E. TIETZE CONRAT, I ritratti Spilimbergo a Washington, «Emporium», 59/699 (1953), 99-107; C. MUTINI, Atanagi, Dionigi, in DBI, 4 (1962), 503-506: 505; F. HEINEMANN, La bottega di Tiziano, in Tiziano e Venezia. Atti del convegno internazionale di studi (Venezia, 1976), Vicenza, Neri Pozza, 1980, 433-440: 438; G. COMELLI, Irene di Spilimbergo in una prestigiosa edizione del Cinquecento con un carme latino di Tiziano, in Spilimbèrc, 223-236; C. SCALON, La biblioteca di Adriano da Spilimbergo (1542), Spilimbergo, Comune di Spilimbergo, 1988, 20-21; Irene di Spilimbergo 1538-1559, a cura di I. ZANNIER, Udine, AGF, 1991; U. ROZZO, Biblioteche italiane del Cinquecento tra Riforma e Controriforma, Udine, AGF, 1994, 71-87: 75-76 n. ... leggi 41; Spilimbergo, Irene di in The Dictionary of Art, New York, Grove-Mc Millan, 29 (1996), 400; A. ALISI, Istria, città minori, trascrizione e note di M. WALCHER, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1997, 101-102; V. GRANSINIGH, Irene di Spilimbergo, in DI MANIAGO, Storia, II, 32; A. GENTILI, Tiziano Vecellio, Ritratto di Giovan Paolo da Ponte, in Gentilhomeni, 170-171.

Chiudi

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *