STUCCHI SANDRO

STUCCHI SANDRO (1922 - 1991)

archeologo

Nato a Gorizia il 19 luglio 1922, svolse dapprima la sua attività di ricerca e di studio nel Goriziano e nell’Aquileiese, laureandosi a Milano nel 1944 con R. Paribeni, discutendo una tesi sulle Opere fortificate dei Romani al confine orientale d’Italia. In questo ambito compì ricognizioni e studi appunto sull’assetto del territorio nord-orientale in età romana, con punte di forte rammarico per il sopravvenire di nuovi confini che incidevano a fondo nel Goriziano. Lo studio di maggiore rilevanza, specialmente per l’originalità degli strumenti impiegati, riguardò la centuriazione d’età romana, che egli ricostruì puntualmente in base alle riprese aeree, con l’aiuto del Governo militare alleato (La centuriazione romana del territorio tra il Tagliamento e l’Isonzo, «Studi Goriziani», 1949). Nella sua terra d’origine studiò i resti dei “Claustra Alpium Iuliarum”, il sistema viario d’età romana, i “castra” nominati da Paolo Diacono («Ce fastu?», 1948-1949) e Forum Iulii (Roma, 1951). Diplomatosi con G. Q. Giglioli, anche dopo che ebbe frequentata la Scuola archeologica italiana di Atene, riprese più volte a interessarsi, sempre con grande acutezza e severità, dei monumenti di Aquileia e del suo territorio. A parte incarichi in soprintendenze e musei (Ancona), insegnò nelle Università di Urbino e di Roma. Intervenne in diverse campagne di scavo e in studi in corso a Festòs, a Olimpia e specialmente a Cirene, dove fin dal 1957 avrebbe concentrato a lungo i suoi interessi, indagando, in molte campagne estive, svariati monumenti e dando vita alla collana “Monografie di archeologia libica”. In Libia (fu attivo anche a Leptis Magna) egli è ricordato con gratitudine ed ammirazione, tanto che ottenne quella cittadinanza. ... leggi Si preoccupò che le scoperte dei monumenti antichi venissero completate, nei limiti del possibile, dall’anastilosi (ad esempio l’arco Severiano di Leptis o il tempio di Zeus di Cirene), non tanto a fini spettacolari, quanto per renderne immediata la lettura. Dedicò grande attenzione alla scultura, per esempio all’efebo di Mozia e alle due statue bronzee di Riace. Morì a Roma il 21 giugno 1991.

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Bibliografia

La bibliografia di S. Stucchi è raccolta in «MSF», 71 (1991), 318-319; in «Studi Goriziani», 75/1 (1992), 11-18, e in Studi miscellanei, 29, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1996, XVI-XXIV. Alcuni titoli che riguardano la sua terra d’origine: Aidussina romana, «Ce fastu?», 21 (1945), 29-37; Le difese romane alla porta orientale d’Italia ed il vallo delle Alpi Giulie, «Aevum», 19 (1945), 342-356; Farra d’Isonzo. Sepolcreto romano di età imperiale, «Notizie degli scavi», s. VIII, 1 (1947), 21-30; La basilica paleocristiana di Aquileia, «Rivista di archeologia cristiana», 23-24 (1947-1948), 169-207; La villa rustica romana di Lucinico di Gorizia, «Studi Goriziani», 11 (1948), 113-158; Il ritratto bronzeo di Costantino nel Museo di Cividale, ibid., 13 (1952), 7-45; Contributo alla conoscenza della topografia, dell’arte e della storia della Colonna Traiana, «AAU», s. VII, 1 (1957-1960), 73-168; Considerazioni architettoniche ed epigrafiche sui monumenti del Foro aquileiese, «Aquileia Nostra», 36 (1965), 2-36 (con L. GASPERINI); Giovanni Battista Brusin «l’aquileiese», «MSF», 57 (1978), 5-58.

S. TAVANO, S. S., «MSF», 71 (1991), 315-319; M. BARBANERA, S. S.: un profilo, «Studi Goriziani», 75/1 (1992), 7-18; C. BO et al., Ricordo di S. S., in Studi miscellanei, cit., XIII-XV; U. FURLANI, Sandro Stucchi, archeologo goriziano, «Studi Goriziani», 91-92 (2000), 211-213.

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