FOGOLINO MARCELLO

FOGOLINO MARCELLO (1483 - ?)

pittore

Immagine del soggetto

San Francesco tra i Santi Giovanni Battista e Daniele, pala d'altare di Marcello Fogolino per il duomo di Pordenone, 1523.

Nato verosimilmente a Vicenza tra il 1483 e il 1488, il F. apprese i primi rudimenti dell’arte dal padre Francesco, modesto pittore di origine friulana. Sarebbe stato tuttavia Bartolomeo Montagna il riferimento imprescindibile delle opere degli esordi, come testimoniano l’Immacolata Concezione ora nella parrocchiale di Cornedo Vicentino (1505-06) e la Madonna col Bambino tra i santi Giobbe e Gottardo già nell’oratorio di S. Barbara a Vicenza (1506-07) ora a Milano, Pinacoteca di Brera. Nitore descrittivo e accurata resa dei particolari caratterizzano invece l’Epifania della chiesa di S. Bartolomeo a Vicenza (1508-09; ora Vicenza, Museo civico), opera cardine della giovinezza, eseguita prima della forzosa partenza per Venezia, determinata dalla conquista della città vicentina da parte delle truppe imperiali. Dopo il soggiorno veneziano, durato circa otto anni, il F. rientrò a Vicenza, dove realizzò opere nelle quali gli stilemi montagneschi si stemperano in morbidezze tonali di matrice giorgionesca, come appare evidente nella Madonna col Bambino e santi già nella chiesa di S. Francesco nuovo (ora Berlino, Gemäldegalerie). Del 1519 è il vasto ciclo affrescato nel coro della chiesa di S. Domenico, concepito secondo un gusto arretrato, ma ricco di nuovi spunti compositivi, mentre il 1521 apre il triennio friulano, estremamente significativo e ben documentato. Dipinto inaugurale del periodo fu la pala dell’altare della parrocchiale di Pasiano di Pordenone (1521), raffigurante Sant’Antonio da Padova tra i santi Antonio Abate e Floriano, non valutabile a causa delle ridipinture; seguì, nel medesimo anno, la commissione degli affreschi delle pareti del coro e dell’esterno dell’arco trionfale della chiesa di S. Lorenzo a Rorai Grande, dove il Pordenone aveva affrescato le vele, decorazioni per la maggior parte perdute. ... leggi Al F. andrebbero riferite le tracce di sinopia della Crocifissione della parete di fondo. Entro il giugno 1523 il pittore eseguì l’ancona raffigurante San Francesco tra i santi Giovanni Battista e Daniele del duomo di Pordenone, nella quale si avvertono i primi influssi dello stile del Pordenone e il vigore di una rinnovata e squillante tavolozza; dello stesso anno è la pala per la scuola di S. Biagio di Pordenone, anch’essa ora in duomo, una Madonna col Bambino tra i santi Biagio e Apollonia, caratterizzata dall’ampiezza dei volumi, dai panneggi ammorbiditi e gonfiati e da una inedita grazia. Assai compromessa è la Madonna col Bambino tra i santi Giovanni e Paolo di Visinale di Prata, opera piuttosto modesta, commissionata nel 1523, mentre di ben altra qualità è la Madonna col Bambino tra i santi Giacomo, Filippo (?) e Cristoforo, firmata, ora nella chiesa parrocchiale di Brugnera (1524 circa), dove le citazioni pordenoniane si fondono con l’idillica resa del paesaggio e il gusto per la citazione classica e naturalistica. Parte della critica attribuisce infine al F. gli affreschi con soggetti mitologici delle facciate di casa Varaschini-Veroi in corso Vittorio Emanuele e di casa Mantica-Tomadini in via del Mercato a Pordenone. Accusato di omicidio insieme al fratello e collaboratore Matteo, nel 1527 l’artista venne bandito in perpetuo dai territori della Serenissima e fuggì a Trento; qui, a partire dal 1531, il principe vescovo Bernardo Clesio lo coinvolse, con Dosso Dossi e il Romanino, nella decorazione del Magno Palazzo, in cui affrescò il refettorio e la camera terrena del Torrion basso. Per il successore Cristoforo Madruzzo lavorò nelle dimore vescovili di Castel Selva presso Levico (1536) e Castel Toblino (1536-39), nella residenza di Cavalese (1539-40) e nell’appartamento madruzziano di Castel Valer (1543-45); contemporanea è inoltre una capillare produzione di pale d’altare e affreschi per palazzi, caratterizzata da uno stile eclettico. Nel 1545 il F. realizzò gli affreschi della sala delle Metamorfosi del castello di Cles, due anni dopo le Storie di Mosè nel palazzo del vescovo Philos Roverella ad Ascoli Piceno, cicli in cui l’enfasi pordenoniana e i retaggi tardo quattrocenteschi si fondono in una compiuta sintesi. Di nuovo in Friuli come informatore della Serenissima, entro il 1548 eseguì per il conte di Gorizia, Francesco della Torre (V.), le portelle di un Flügelatar con Storie di Mosè, in parte conservate (Gorizia, palazzo Lantieri). Dell’artista resta anche una produzione grafica, costituita da una serie di stampe, firmate o siglate con il monogramma “M. F.”. Una lettera del 21 luglio 1558, in cui si chiedono informazioni sul pittore, è l’ultima testimonianza relativa al F.

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Bibliografia

L. PUPPI, Marcello Fogolino pittore e incisore, Trento, CAT, 1966; E. CHINI, Aspetti dell’attività di Marcello Fogolino a Trento: gli affreschi al Buonconsiglio e i dipinti di tema sacro, in Bernardo Cles e l’arte del Rinascimento nel Trentino. Catalogo della mostra (Trento, 16 dicembre 1985-31 agosto 1986), Milano, Mazzotta, 1985, 105-139; Fogolino, Marcello, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, II, Milano, Electa, 1988, 716; P. CASADIO, Chiesa di S. Giacomo in cimitero (attualmente nella chiesa parrocchiale), 1. Madonna col Bambino e i Santi Cristoforo, Giacomo e Filippo, in La tutela dei beni culturali e ambientali nel Friuli Venezia Giulia (1986-1987) (Relazioni della Soprintendenza per i beni ambientali architettonici, archeologici artistici e storici del Friuli-Venezia Giulia, 8), Trieste, Litografia Ricci, 1991, 317-319; C. FURLAN, «Per dar maggiore vaghezza et splendore alla chiesa». La decorazione pittorica dalla metà del Quattrocento alla fine del Cinquecento, in San Marco di Pordenone, a cura di P. GOI, I, Pordenone, GEAP, 1993, 249-252; M. LUPO, La decorazione pittorica profana a Trento all’epoca dei Madruzzo, in I Madruzzo e l’Europa: i principi vescovi di Trento tra Papato e Impero. Catalogo della mostra (Trento/Riva del Garda, 10 luglio-31 ottobre 1993), a cura di L. DAL PRA, Milano/Firenze, Charta, 1993, 239-255; E. CHINI, Marcello Fogolino al Buonconsiglio fra erudizione archeologica, naturalismo nordico e capriccio anticlassico, in Il Castello del Buonconsiglio. Dimora dei Principi Vescovi di Trento: persone e tempi di una storia, a cura di E. CASTELNUOVO, II, Trento, Temi, 1996, 239-246; C. FURLAN, Fogolino, Marcello, in DBI, 48 (1997), 503-507; G.C.F. VILLA, Un Flügelaltar per Marcello Fogolino, «Nuovi Studi», 4 (1997), 157-164; ID., Traverso gli argini: opere e movimenti di Marcello Fogolino (1521-1524), in Artisti in viaggio 1450-1600. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia. Atti del convegno (Villa Manin di Passariano, 24-25 ottobre 2003), a cura di M. P. FRATTOLIN, Venezia, Cafoscarina, 2004, 225-253; G.C.F. VILLA, Fogolino (Fagolino; Figolino), Marcello, in AKL, 41 (2004), 498-499; Marcello Fogolino a Gorizia. Ricostruzione d’un capolavoro disperso del XVI secolo. Catalogo della mostra (Gorizia, 1 novembre 2008-15 gennaio 2009), a cura di T. PERUSINI, Gorizia, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, 2008.

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