MODESTI PUBLIO FRANCESCO

MODESTI PUBLIO FRANCESCO (1471 - 1557)

ecclesiastico, poeta, insegnante

Nacque a Saludecio, presso Rimini, dal nobile Iacopo e da Elisabetta de Grassi, il 17 agosto 1471. Compiuti gli studi universitari, probabilmente a Bologna, e intrapresa la carriera ecclesiastica, giunse a Pordenone nel marzo del 1503 perché chiamato a esercitare l’ufficio di «preceptor ludorum litterarum», cioè di professore di grammatica, dalla locale comunità. Negli anni successivi il M. si avvicinò gradualmente agli intellettuali che gravitavano attorno alla famiglia Mantica, partecipando di quella temperie culturale che all’inizio del Cinquecento stava facendo della città sul Noncello un centro di diffusione importante dei valori e degli ideali del Rinascimento. I nuovi legami, intessuti con la società pordenonese, favorirono anche il suo inserimento all’interno della congregazione dei sacerdoti di S. Marco, che dal 1506 lo chiamò a ricoprire il ruolo di «musices professor». Nel 1508 Pordenone, conquistata dai Veneziani, fu assegnata in feudo al condottiero Bartolomeo d’Alviano. Il M., desideroso di ottenere i favori del nuovo signore, cominciò a ideare la trama di un poema per celebrare le sue gesta militari. Le diverse fasi della guerra veneto-austriaca, l’instabilità di Pordenone, più volte contesa tra i due eserciti, la cattura del d’Alviano ad Agnadello da parte dei Francesi, indussero il sacerdote a convincersi della necessità di lasciare il Friuli. Nell’aprile del 1512 fu firmata una tregua tra la Serenissima e gli Asburgo. Poco dopo il M. intentò una causa contro la comunità di Pordenone, vantando un credito di 178 ducati e 50 soldi per la sua attività d’insegnante. Nel settembre dello stesso anno ottenne il pagamento di quanto dovuto e subito dopo ritornò a Saludecio, dove era da poco morto suo padre. ... leggi Successivamente si recò a Venezia, dove cercò di ottenere i favori del doge Leonardo Loredan (1501-21): ottenne però solo un privilegio di stampa decennale. Lasciata la città, si trasferì per un breve periodo a Bologna, ospite del fratello Sebastiano, notaio. Da lì nel 1515 raggiunse Roma per ricongiungersi con un secondo fratello, Giovanni Antonio, anch’egli poeta, segretario del cardinale Pietro Accolti. I rapporti intrattenuti dal fratello con alcuni alti prelati, tra i quali il futuro cardinale Cristoforo Numai da Forlì, e con lo stesso papa Leone X (1513-21), favorirono il suo inserimento come insegnante presso l’archiginnasio romano. Durante la permanenza nell’Urbe il M. completò il poema Venetias (Veneziade), cominciato negli anni pordenonesi, e compose un Sylvarum liber unus in onore della regina Claudia, moglie di Francesco I di Francia, che nel settembre del 1515 con la battaglia di Melegnano aveva conquistato il ducato di Milano. Nel 1521 il fratello Sebastiano curò l’edizione della Veneziade, stampata a Rimini presso la tipografia di Bernardino Vitali. L’opera in dodici libri era stata realizzata nell’arco di dodici anni e veniva dedicata al doge Leonardo Loredan e al Senato veneziano. Il successo dell’opera spinse il M. a tornare a Venezia, dove sarebbe rimasto fino al 1545. In quell’anno rientrò probabilmente per l’ultima volta a Pordenone, ospite degli antichi mecenati Mantica. Successivamente lasciò la Repubblica di Venezia per stabilirsi definitivamente a Saludecio. Negli anni seguenti ottenne il beneficio arcipretale del suo paese natale e un canonicato presso la cattedrale di Rimini. Nel 1552 pubblicò presso la tipografia di Erasmo Virginio a Rimini alcune opere dedicate a papa Giulio III (1550-55): Christiana pietas e De Dei opificio. Tra gli altri lavori pubblicati dal M. si ricordano: Urbis Arimini elogium e Lucerna. Il poeta morì il 17 marzo del 1557.

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Bibliografia

P.F. MODESTI ARIMINENSIS Venetiados libri XII, impressum Arimini cura et impensa Sebastiani Modesti per Bernardinum Vitalem Venetum, XV kalendas decembris 1521; ID., Christiana pietas, De Dei opificio sesquiliber, Urbis Arimini elogium, Lucerna, impressum in inclita urbe Arimino, in officina Erasmi Virginei, 1552 V kalendas octubris, Julii III pontificis maximi anno III, Arimino, Erasmi Virginei, 1552.

G. ALBINI, Il Modesto e la Veneziade. Studi e versioni, Imola, Galeali, 1886; ID., Dell’umanista Francesco Modesto, «Atti e Memorie della r. Deputazione di storia patria per le province di Romagna», s. 3, 17 (1889-1890), 1-100; A. BENEDETTI, Francesco Modesto: poeta e precettore a Pordenone, «Il Noncello», 14 (1960), 36-42; ID., Storia di Pordenone, a cura di D. ANTONINI, Pordenone, Edizioni de “Il Noncello”, 1964, 300, 319, 328; S. BASSETTI, Bartholomeo “Liviano” d’Alviano, unego sior de Pordenon. Historia de lo governador zeneral di la zente d’arme de la Serenissima Nostra Venete Repubblica, San Vito al Tagliamento, Ellerani, 1999, 49-50.

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