SPINELLI GIOVANNI GIACOMO

SPINELLI GIOVANNI GIACOMO

cartografo, incisore

Immagine del soggetto

'Novissima pianta della città  d'Udine metropoli del Friuli' disegnata da Giovanni Giacomo Spinelli e incisa su rame da Alessandro Dalla Via, 1704 (Udine, collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone).

Immagine del soggetto

Disegno acquerellato di parte della Slavia friulana di Giovanni Giacomo Spinelli, 1714 (Venezia, Archivio di stato, Provveditori alla sanità , b. 3, dis. 12).

Visse a cavallo tra i secoli XVII e XVIII; udinese non di nascita, lo era divenuto «sin dal primo lustro» (come dichiara nella sua stampa con la pianta di Udine). Forse era figlio del pubblico perito Giovanni Battista, di cui si conservano una mappa relativa a un contenzioso sulla viabilità locale, realizzata su istanza del comune di Cavazzo (Civici musei di Udine), e una pianta della città di Udine del 1664 (Bibilioteca civica di Udine). Geometra, pubblico perito, come si qualificava in calce alle sue opere, risulta iscritto nel 1686 nel Catalogo delli periti, calculatori et agrimensori pub[lici] creati dall’ill[ustrissi]ma convocazione della città di Udine, che inizia dal 1661. Perizie di stima da lui effettuate in Udine e allegate a documenti notarili sono note per gli anni 1692, 1711, 1716, 1717, 1719. Nel 1701 (10 febbraio) fece parte della commissione d’esame di un aspirante perito pubblico. Nel 1707 chiese e ottenne l’aggregazione alla cittadinanza dell’ordine popolare di Udine. Fu molto attivo e operò a lungo a Udine con lavori di rilievo e di iconografia del territorio friulano e limitrofo datati tra il 1662 e il 1714. Disegni di carattere puramente tecnico che interessano preminentemente l’idraulica: Barene e campagne attorno a Marano, 8 novembre 1662; Disegno della Grava del Tagliamento, 1696, comprende il tratto da Gradisca a Valvasone, con proposte di arginature; un disegno delineato per studiare miglioramenti nell’apporto di acqua della roggia di Palma alla città di Udine, 2 giugno 1699, e infine un disegno dell’alveo del torrente Torre nei pressi di Zompitta, 7 settembre 1702, eseguito per studiare l’opportunità di disporre palizzate a riparo del tratto iniziale delle rogge di Udine e di Palma. ... leggi Altri disegni di notevole interesse storico e geografico, che rivelano una profonda conoscenza diretta delle aree rappresentate e l’emancipazione dai grandi modelli sono: Disegno del fiume Lisonzo dal confin di Sagrado sino in bocca di Marina, 1692; prospetto e pianta del castello di Villalta, 8 giugno 1700, con una lunga legenda; Disegno del posto della Chiusa, 1703, ovvero la strada regia di Chiusaforte con il “castello” e il borgo; un disegno dei dintorni di San Gervaso (Marano), 28 febbraio 1707; una carta delle terre di confine tra il Friuli veneziano e i possessi della casa d’Austria, 1713, minuziosa e dettagliata traccia, che per la prima volta delinea i complessi limiti politici, con lunghi elenchi di località nelle legende, uno dei migliori prodotti della cartografia veneta del sec. XVIII; un disegno acquarellato di parte della Slavia friulana (erron. Marinelli: Disegno della parte di Schiavonia, ch’è oltre il Natisone e le linee di Bergogna, Raccolana, Dogna e Pontebba), 1714, con parte del corso del fiume Natisone e con le postazioni di guardia al confine tra il Friuli e la Schiavonia veneta stabilite in caso di epidemie. Potrebbero appartenergli disegni anonimi e senza data, come un Canal del Ferro e Valli laterali che rientrerebbe in rifacimenti da lui curati, paralleli ai lavori di G. Antonio Pantaleoni (cancelliere di Moggio), nell’ambito della serie di carte eseguite su ordine dei provveditori veneti alla sanità (1711-14) per predisporre ai confini una cintura sanitaria di controllo sulla diffusione della peste scoppiata in Croazia e in Carniola. Per quanto riguarda le stampe, l’incisione Parte della Patria del Friuli (1688), relativa al Friuli occidentale da Udine al Livenza, denota il persistere dell’influsso di G. A. Magini (1620), seppur con una miglior rappresentazione del rilievo; è però una delle prime opere dello S. che poi acquisì una conoscenza perfetta del territorio. Le sue carte parziali del territorio friulano dimostrano che fu cartografo originale e nel contempo fedele alla realtà geografica. È inoltre autore del disegno per la stampa Novissima pianta della città d’Udine metropoli del Friuli (incisa da A. Dalla Via), pubblicata a Venezia a spese della città di Udine e venduta per beneficenza dalla congregazione di carità udinese. Nella stampa, con dedica a suo nome in data 30 giugno 1704, cartigli con indice dei luoghi e numeri di riferimento, prometteva una carta del Friuli «la cui vera forma non è per anco stata veduta», ma di essa non ci sono tracce. Documento basilare per la storia della cartografia urbana udinese, la pianta è frutto del primo rilevamento in scala effettuato in modo preciso e accurato, opera originale che quindi ebbe notevole fortuna. I Civici musei di Udine conservano, oltre ad alcuni esemplari, la lastra matrice in rame. È segnalato in della Porta un disegno con la rovina e le proprietà contigue dei Savorgnan: firmato, con la stessa data della Novissima pianta e analoga impostazione del titolo, della dedica e di un cartiglio con l’indice dei luoghi come nella citata pianta. Eseguì anche i disegni per l’Italiae antiquae tabula. Mediolani Ex Typographia Soc. Palatinae (1723, incisa da Joan Leopold. Maijr), che comprende tutto il Friuli con nomi e grandi vie di fondazione romana, e per la Tabula Italiae medii aevi accurante Societate Palatina (1727, incisa a Venezia da Angelo Baroni), inserita nel tomo X degli Scriptor. Rer. Ital. di L. A. Muratori.

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Bibliografia

BCU, Archivum Civitatis Utini, Annales, 91, f. 197r-v; 98 (1705-1707), 6, 8, 19 agosto 1707; Ibid. D/XXIII, Dissegni; ms BCU, 863; ASV, Provv. ai confini, Disegni, I; Ibid., Dispacci dai rettori di Palma, F 44, 1 bis; Ibid., Rason Vecchie, b. 174; Ibid., Racc. Terkuz, 45o; Ibid., Provv. alla Sanità, 3/ 12.

G. MARINELLI, Saggio di cartografia della regione Veneta, Venezia R. Deputazione veneta di storia patria, 1881 (in occasione del II Congresso geografico internazionale) (= Bologna, Forni, 1978), 34 n. 164, 39 n. 195, 75 n. 363, 204 n. 992, 220 n. 1067, 220-221 n. 1070; Per nozze Denti di Piraino-Pecile, Udine, Passero e Chiesa, 1923; Catalogo del fondo cartografico queriniano, a cura di G. MAZZARIOL, Venezia, Fondazione Scientifica Querini Stampalia/ Lom broso Editore 1959, 52; G. DI CAPORIACCO, Storia dei periti pubblici agrimensori geometri in Friuli, Udine, Edizione a cura del Collegio dei geometri del Friuli, 1966, 42-45, 47, 49-50, 58; L. LAGO, L’opera cartografica di G. Giacomo Spinelli, Trieste, Università degli studi (Facoltà di Magistero, Istituto di Geografia, n. 2), Trieste, Tipografia Moderna, 1970; G. LOTTER - A. ZITELLI, I restelli, in Venezia e la peste, Venezia, Marsilio, 1979, 196-197; F. TENTORI, Udine mille anni di sviluppo urbano, Udine, Casamassima, 1982, 349-355; Udine piante e vedute. Catalogo della mostra (Udine, 6 maggio-13 novembre 1983) di A. RIZZI, Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1983, 56-59; DELLA PORTA, Case, I, 38-39 n. ... leggi 83, 42 n. 87, 43 n. 88, 119 n. 382; II, 514 n. 1525, 723 n. 2075; E. BARTOLINI - F. BIANCO, Storia di laguna, Udine, Casamassima, 1984, 63, 71; L. LAGO - C. ROSSIT, Theatrum Adriae. La Patria del Friuli ed i territori finitimi nella cartografia antica sino a tutto il secolo XVIII, Trieste, Lint, 1988, II (Il Seicento e il Settecento), 93-103; L. LAGO, Imago Adriae. La Patria del Friuli, l’Istria e la Dalmazia nella cartografia antica, Trieste, La Mongolfiera Libri, 1998, 93-99, 147; L. CARGNELUTTI, in Il palazzo Valvason-Morpurgo, a cura di G. BERGAMINI - L. CARGNELUTTI, Udine, AGF, 2003, 25-26.

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