ZARDINI ARTURO

ZARDINI ARTURO (1869 - 1923)

compositore, verseggiatore

Immagine del soggetto

Il compositore Arturo Zardini (Udine, Civici musei, Fototeca).

Figlio di Antonio e di Caterina Gortani, nacque a Pontebba il 9 novembre del 1869. La madre era nativa di Malborghetto, mentre la famiglia paterna, originaria di Pozzo di Codroipo, si era trapiantata dapprima a Cormons e in seguito a Pontebba. Iniziò la sua formazione culturale sotto la guida di don R. Tessitori, cappellano di Pontebba e maestro nelle scuole primarie comunali, e quella musicale con il maestro E. Kolbe, direttore della banda di Pontebba, il quale lo avviò allo studio della cornetta. Adolescente, a causa delle difficoltà economiche dovette per quattro o cinque stagioni (da marzo a novembre) attraversare il confine per recarsi in Carinzia a lavorare come apprendista muratore. Arruolatosi nel 1888, venne assegnato quale allievo cornettista alla banda del 36° reggimento di fanteria Pistoia, di stanza a Modena. Durante i quattordici anni di permanenza sotto le armi ebbe modo di maturare una buona e regolare formazione musicale: dal 1894 al 1898 fu mandato dall’autorità militare all’Istituto musicale di Alessandria per studiare armonia e contrappunto sotto la guida del maestro G. Cicognani, quindi, rientrato al suo reggimento, venne iscritto ad un corso annuale di perfezionamento al Liceo musicale Rossini di Pesaro dove, il 15 agosto del 1899, esaminato dal maestro Giuseppe Perosi, padre del più noto don Lorenzo, conseguì il diploma di direttore di banda; indi la nomina a capo musica di banda militare presso il suo 36° reggimento fanteria Pistoia. Congedatosi nel 1902 col grado di maresciallo maggiore, rientrò a Pontebba, ove costituì un gruppo corale e fu assunto in comune quale applicato di concetto all’anagrafe e maestro della banda. In questo periodo iniziò la composizione dei suoi canti friulani. ... leggi L’intervento in guerra dell’Italia nel maggio del 1915 lo costrinse ad abbandonare nuovamente il paese natale. Profugo dapprima a Moggio, poi a Udine ed infine a Firenze, poté rientrare nel suo devastato e martoriato paese solamente nel 1919, ed ivi lentamente riprendere le attività che aveva svolto prima della guerra. Ricostituì anche il coro di Pontebba, che divenne sicuro riferimento per molte altre formazioni, e dal 1920 lo diresse in numerosi centri del Friuli, intensificando anche l’opera di composizione dei canti friulani. Nominato nel 1922 cavaliere della Corona d’Italia per la sua meritoria attività, già nell’autunno di quell’anno ebbe i primi sintomi del male che lo condusse alla morte il 4 gennaio 1923. Il suo corpo riposa nel cimitero di S. Rocco a Pontebba. Parte della sua produzione musicale era stata dispersa già durante gli eventi bellici; sopravvivono una trentina di canti friulani (più di un terzo intonati su sue liriche, i restanti su testi di P. Zorutti, B. Chiurlo, F. Bierti, E. Carletti, E. Nardini, A. Fabris e G. Benedetti), tutti per coro tranne tre per voce solista, che hanno goduto e godono tuttora di una straordinaria fortuna, come Stelutis alpinis, Il ciant de Filologiche, La gnot d’avrîl, La stàjare, Serenade, ecc. Perduti sono invece molte composizioni sacre, diversi inni, marce per banda e ballabili, i canti per i bambini di Pontebba e anche la serenata per soli archi che gli aveva meritato un diploma di primo grado con medaglia d’argento nel 1901, in un concorso musicale indetto dalla Società artistica musicale diritto e giustizia di Palermo.

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Bibliografia

Ms BCU, Principale, 3720 Canti friulani (contiene diverse villotte tra cui l’inedita Ste ariete benedete).

Edizioni. Alcuni canti videro la stampa, vivente l’autore, sparsi in varie riviste o in agili antologie, ma la raccolta più importante uscì postuma: A. ZARDINI, Canti friulani, a cura di E. CARLETTI, Udine, C. Montico, [1925], ristampe nel 1927, 1930, 1940 e 1951 (questo, nell’ordine, il contenuto: A Tarcint; In cîl; L’emigrant; Serenade; Primevere; Autun; Stelutis alpinis; Il furlan; Ai spôs; Il salût; La stàjare; 27 di otùbar; Buine sere, ciase scure; La lune puartade; Il confin; Ce matine; ‘A no pò stai; Ciant a Gurizze; Lusignutis; La roseane; Il ciant de Filologiche Furlane; Serenade; Il don de viole; No tu pûs dì di nò; La gnot d’avril; L’alpin furlan; L’ave); nuova ed. ampliata: A. ZARDINI, Un salût ‘e Furlanìe. Canti friulani, a cura di F. COLUSSI, Udine, Pizzicato, 1998.

E. MORPURGO, Arturo Zardini. (Nel primo anniversario dalla morte: 4 Gennaio 1924), «La Panarie», 1 (1924), 112-116; E. CARLETTI, Commemorazione di Arturo Zardini, «Ce fastu?», 6 (1930), 187-193; G.D. PIEMONTE, A trent’anni dalla morte di Arturo Zardini, «Sot la nape», 5/1 (1953), 3-6; B. ROSSI, La musica in Friuli, Udine, Ribis, 1979, 36; Coro Arturo Zardini, Pontebba: rassegna storico-fotografica nel centenario di costituzione, 1902-2002, Pontebba, Omnigraf, 2002; G. RUI, Zardini Arturo: soldato, musicista, poeta, Udine, AGF, 2003.

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