MARANGON GIUSEPPE

MARANGON GIUSEPPE (1897 - 1956)

medico, letterato

Nato a Capriva (Gorizia) nel 1897, compì gli studi liceali presso il K.K. Staatsgymnasium goriziano. Dopo la formazione universitaria, esercitò la professione medica, dedicandosi contemporaneamente alla scrittura. Nel 1926 vinse il secondo premio del concorso Daniele Moro con Títe Strolic. Comèdie furlane in tre àz in versi [Tite indovino. Commedia friulana in tre atti], che negli anni 1930-1931 sarebbe comparsa prima su «Ce fastu?» e in seguito in volume autonomo; a un intreccio alquanto prevedibile è congiunto, nell’opera, un acceso (e manieristico) interesse per le tradizioni popolari. Nello stesso ambito pubblicò L’anel de maghe Circe. Furlanade in tre zornadis e in tre quadris [L’anello della maga Circe. Furlanata in tre giornate e in tre quadri] (Gorizia, 1927), una insolita fiaba teatrale in versi che racconta un singolare innamoramento tra la maga Circe e il giovane Zanut, sotto gli occhi attoniti della sua Nene; al di là della trama, poco originale, si segnalano gli anacronismi (traditi da termini come viciari, evanzel, o dai segni di croce in didascalia) e le incongruenze geografiche, sempre in funzione comica: i maiali di Circe sono definiti «fornidôrs di profumaz pirsuz / di San Danel, / di mortadelis di Bologne» [fornitori di profumati prosciutti di San Daniele, di mortadelle di Bologna]. Eccezion fatta per alcune poesie comparse sullo «Strolic furlan» e su «Ce fastu?», la gran parte della produzione in versi di M. è rimasta inedita. Quanto è stato pubblicato tocca la corda del rimpianto per la giovinezza perduta (Oh, une volte [Oh, una volta]), scherza affettuosamente con la piccola figlia (A me fie Silve [A mia figlia Silvia]), assapora la dolce atmosfera di una notte estiva così discorde con il cuore del poeta abbandonato dall’amata (Gnot d’instât [Notte d’estate]), dà voce con candida e meravigliata delicatezza alle domande di un bimbo che interroga la madre sulla propria origine (Dontre… [Da dove…]), abbozza un quadro che dai colori di un tramonto infuocato stringe lo sguardo sulla calda intimità del focolare (Impressions [Impressioni])… Degna di nota la traduzione di Doi pinsîrs di H. Heine [Due pensieri di H. Heine] (Se ti ciali tai voglùz [Se ti guardo negli occhietti] e Se savessin lis rosutis [Se sapessero i fiorellini]), resi con quartine di ottonari che nel metro, nelle rime e nella bipartizione dei versi assumono movenze assimilabili a quelle delle villotte nella loro forma cristallizzata. M. morì a Cividale nel 1956.

Bibliografia

DBF, 482; Incontri sul Natisone. Numero unico, a cura di M. BROZZI, Cividale, Tip. G. Fulvio, 1955, 48-49; Mezzo secolo di cultura, 155-156; FAGGIN, Letteratura, 170.

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