FABRO CORNELIO

FABRO CORNELIO (1911 - 1995)

ecclesiastico, filosofo, docente universitario

Immagine del soggetto

Il filosofo Cornelio Fabro.

Nato a Flumignano di Talmassons (Udine) il 24 agosto 1911 e morto a Roma il 4 maggio 1995, F. è uno dei maggiori filosofi del secolo XX, “rectius” uno dei maggiori pensatori di ogni tempo. Stimmatino, si laureò in filosofia (1931) e in teologia (1937), compiendo anche studi di biologia e zoologia. Libero docente in filosofia teoretica dal 1948, insegnò all’Università La Sapienza di Roma, alla libera Università Maria Santissima Assunta, all’Università Cattolica di Milano, alla Pontificia Università Lateranense, alla Pontificia Università Urbaniana. Concluse la sua carriera universitaria all’Università di Perugia. Tenne corsi da diverse cattedre straniere (la Cardinal Mercier di Lovanio, per esempio) e fu “Visiting Professor” in università statunitensi. Approfondì gli studi filosofici in cinque direzioni, arrivando spesso a conclusioni originali. Innanzitutto studiò a fondo il pensiero di san Tommaso d’Aquino, abbandonando la tradizione scolastica formalistica che gli apparve come dottrina dei concetti vuoti e astratti. L’esse dell’ente non è per lui (come per san Tommaso) un fatto empirico di esistenza/essenza. Il suo è un tomismo essenziale che, da un lato, offre la risposta ad Heidegger sulle domande e sui temi di fondo della filosofia, e, dall’altro, è il risultato di una riflessione intensiva sul problema dell’essere, dell’esse ut actus da non confondersi con l’esse in actu di Aristotele e della tradizione aristotelica. Recuperò, poi, il valore e il significato del soggetto finito contro ogni interpretazione gnostica, in particolare contro il razionalismo hegeliano e il cosiddetto “esistenzialismo di sinistra” (Sartre, Heidegger, Camus) che dipendeva dalla dialettica negativa della Modernità. Perciò studiò Kierkegaard (leggendolo nella lingua danese e traducendolo), di cui divenne uno dei più autorevoli interpreti a livello mondiale e che egli valorizzò per il suo «realismo metafisico». Lo studio di Kierkegaard gli fu di aiuto per la riflessione sul problema della libertà soggettiva: «Scendere in fondo allo scegliere dello scegliere, al sentire di sentire è soggettività riflessa, è libertà», scrisse, infatti, in un aforisma. ... leggi Ripensò, pertanto, affrontando il problema del soggetto, la libertà assoluta e l’immortalità personale e portò, di conseguenza, contributi e innovazioni sia nel campo teoretico sia nel campo etico. Ruppe con il pensiero moderno, che egli considerò inclinato e discendente verso il nulla del mondo, sia che esso rispecchiasse la tradizione idealistica, sia che esso si riducesse a una polverizzazione del soggetto nel soggettivismo: il cosiddetto principio di immanenza (soggettivismo della Modernità) comporta il cosiddetto principio di appartenenza (nichilismo del relativismo contemporaneo). Di contro, coerentemente rispetto alla scoperta della metafisica dell’essere, recuperò la realtà del mondo, non come prospettiva del pensiero sul mondo ma come attenzione al suo essere, cioè alla sua consistenza e alla sua finalità ontiche. Ciò lo costrinse a polemiche contro ogni forma di determinismo, sia idealistico sia materialistico, le quali furono, per lui, stimolo per lo studio dell’ateismo moderno. I risultati di questo lungo e impegnativo lavoro sono raccolti nella monumentale Introduzione all’ateismo moderno (1969), tradotta in diverse lingue. La quarta direzione di studio nasce dai suoi interessi teologici. Essa è organicamente collegata alle sue conquiste filosofico-teoretiche. Sia in senso positivo (gli studi sull’anima, per esempio) sia in senso polemico (ma nel significato più alto e nobile del termine): L’avventura della teologia progressista e La svolta antropologica di Karl Rahner dimostrano non tanto la “svolta” quanto, piuttosto, la “continuità” delle teologie postconciliari rispetto al tomismo scolastico e rispetto al principio di immanenza proprio della Modernità. F. ha mostrato come esse ripropongano il “vecchio” della cultura cattolica. La tesi è paradossale. Essa, però, ha un fondamento teoretico, la mancata comprensione del quale ha portato a considerare erroneamente F. come “conservatore” negli anni del postconcilio, dimenticando le critiche di segno opposto rivoltegli da riviste cattoliche («La Civiltà cattolica», per esempio) negli anni dell’immediato secondo dopoguerra. A questi quattro filoni di studio se ne può aggiungere un quinto. Negli ultimi anni si occupò della “questione rosminiana” soprattutto sotto l’aspetto speculativo. F. considera Rosmini, in particolare quello della maturità, un autore che presenta un sistema caratterizzato da un compromesso ambiguo di empirismo e di apriorismo, impotente per la fondazione di una filosofia cristiana (L’enigma Rosmini). A questo F. “maggiore” se ne può aggiungere, per così dire, uno “minore”: F. delle analisi storiche, dei dibattiti di attualità, delle vite dei santi e via dicendo.

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Bibliografia

La bibliografia di C. Fabro è vastissima. La sua Opera omnia, in corso di realizzazione da parte dell’Istituto del Verbo Incarnato, prevede la pubblicazione di trentaquattro volumi. Fra le sue opere principali si segnala: La nozione metafisica di partecipazione secondo san Tommaso d’Aquino, Torino, Società editrice internazionale, 1939; La fenomenologia della percezione, Brescia, Morcelliana, 1941; Percezione e pensiero, Brescia, Morcelliana, 1941; Introduzione all’esistenzialismo, Milano, Vita e pensiero, 1943; L’anima, Roma, Studium, 1955; Dall’essere all’esistente, Brescia, Morcelliana, 1957; Partecipazione e causalità secondo san Tommaso d’Aquino, Torino, Società editrice internazionale, 1960; Introduzione all’ateismo moderno, Roma, Studium, 1969; Tomismo e pensiero moderno, Roma, Pontificia Università Lateranense, 1969; La svolta antropologica di Karl Rahner, Milano, Rusconi, 1974; L’avventura della teologia progressista, Milano, Rusconi, 1974; L’alienazione dell’Occidente, Genova, Quadrivium, 1981; Introduzione a san Tommaso, Milano, Ares, 1983; Riflessioni sulla libertà, Rimini, Maggioli, 1983; L’enigma Rosmini, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1988.

Sul pensiero dell’Autore, fra i molti saggi si possono vedere: D. CASTELLANO, La libertà soggettiva. Cornelio Fabro oltre moderno e antimoderno, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1984; Essere e libertà. Studi in onore di Cornelio Fabro, Perugia-Rimini, Università di Perugia/Maggioli editore, 1984; M. PANGALLO, L’essere come atto nel Tomismo essenziale di Cornelio Fabro, Roma, Libreria Editrice Vaticana, 1987; Veritatem in Caritate, a cura di G. M. PIZZUTI, Potenza, Ermes, 1991; L. ROMERA, Pensar el ser, Berna, P. Lang, 1994; A. DALLEDONNE - R. GOGLIA, Cornelio Fabro. Pensatore universale, Frosinone, Comune di Frosinone, 1996; A. ACERBI, La libertà in Cornelio Fabro, Roma, Pontificia Università della Santa Croce, 2003; Cornelio Fabro e il problema della libertà, a cura di F. COSTANTINI, Udine, Forum, 2006; R. GOGLIA, Cornelio Fabro. Profilo biografico cronologico tematico da inediti, note d’archivio, testimonianze, Segni, EDIVI, 2010.

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