BROILI

BROILI

fonditori di campane

Immagine del soggetto

Officine Broili, interno dello stabilimento di via S. Rocco a Udine, 1950 ca. (Udine, Civici musei, Fototeca).

La vicenda delle fonderie Broili prende avvio negli anni Quaranta dell’Ottocento, quando Giovanni Battista De Poli e Sebastiano B. aprono in associazione una fonderia di campane e fusioni artistiche. Tra le opere inizialmente eseguite in modo congiunto dai due artigiani, il primo erede di una fra le famiglie storiche di fonditori di campane attive in regione, il secondo operante già da alcuni anni nel settore campanario, vanno segnalate la fusione della campana del duomo di Udine (1852) e quella per la chiesa di S. Martino a Gargaro (in sloveno Grgar), non lontano da Gorizia (datata 1853). Nato nel 1810, S e b a s t i a n o B. morì nel 1854 lasciando la fonderia nelle mani del fratello L u i g i, più volte ricordato nei componimenti poetici coevi del poeta Antonio B. A Luigi, che aveva sposato Anita Morelli, si affiancò ben presto, attorno agli anni Ottanta o al più tardi Novanta dell’Ottocento, il figlio F r a n c e s c o, nato nel 1859. Nel 1866, i soci B. e De Poli decisero di impiantare a Gorizia una succursale dell’azienda, al fine di far fronte alle richieste provenienti dai Paesi soggetti all’Austria. Una cooperazione che dovette proseguire in modo ininterrotto per quasi tutto l’Ottocento, anche se molto probabilmente entrambe le ditte continuarono a perseguire progetti e committenze autonomi durante tutta la seconda metà del secolo. Dai documenti si rileva infatti come a Udine, attorno agli anni Ottanta dell’Ottocento, fossero attive nel settore campanario due distinte fonderie: quella di Gio Batta De Poli, avente circa trenta operai, e la fonderia di bronzo di Francesco B. Ad esse andavano poi ad affiancarsi alcune fonderie minori. Di alcuni anni prima, e precisamente del 1872, è un contratto per l’acquisto di tre campane per la chiesa di S. Rocco di Gorizia, sottoscritto presso la fonderia Broili-De Poli di Udine. Mentre al 1894 risale un altro contratto riguardante la sola ditta B., incaricata della realizzazione di una serie di tre nuove campane per la chiesa di Tesis, nei pressi di Vivaro. ... leggi Eseguite in sostituzione di quelle esistenti, vennero inaugurate nel maggio del 1894, ma successivamente prelevate dagli austriaci nel febbraio del 1918 per la realizzazione di cannoni. La parentesi nefasta della prima guerra mondiale diede infatti il via ad un processo di requisizione delle campane di quasi tutto il Friuli e la Venezia Giulia, con lo scopo di rimediare alla carenza di metalli attraverso la fusione delle stesse. Alcune di esse, le più antiche e artisticamente rilevanti, tra le quali figuravano diverse campane fuse dalle due celebri ditte udinesi, vennero però salvate dall’intervento della Direzione statale austriaca dei monumenti, che incaricò Antonio Gnirs della loro individuazione e preservazione. Terminata la guerra, la necessità di rimpiazzare le campane andate perdute portò ad un cospicuo incremento dell’attività di tutti i fonditori, artefici tuttavia di una produzione generalmente meno pregiata per fattura artistica e qualità rispetto a quella precedente. Lo si nota non solamente dall’analisi della produzione della fonderia B., in quegli anni posta sotto la guida di A t t i l i o, figlio di Francesco B., bensì anche da quella firmata De Poli, Franchi, Serafini e Colbacchini, tutti fonditori attivi in regione nel medesimo periodo. Nel 1932, tra le industrie metalmeccaniche operanti a Udine durante la grande depressione, figuravano la «A./L. Broili», fonderia con sede in via Pradamano, una seconda fonderia di campane denominata «Francesco Broili», situata in via Friuli, e un catenificio «Fratelli Broili», con doppia sede in via Poscolle e in via S. Rocco. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, anche la situazione del settore campanario peggiorò in modo significativo. Il governo italiano decise di attingere alla riserva metallica dei bronzi sacri onde far fronte alle necessità belliche e alla carenza di metalli. Il Ministero dell’educazione nazionale si premurò tuttavia di salvare dalla fusione quelle campane che avevano un riconosciuto valore storico ed artistico, avviando un censimento delle stesse, affinché quelle rientranti in tale tipologia venissero trasportate e preservate presso le ditte fonditrici Francesco B. e Giobatta De Poli. Le due società avevano in realtà già iniziato la rimozione dei bronzi dagli edifici di culto delle diocesi di Trieste, Capodistria, Fiume, Parenzo, Pola e Gorizia; mentre per Udine il processo di rimozione venne inizialmente ritardato e poi definitivamente sospeso, grazie all’intervento dell’arcivescovo mons. Giuseppe Nogara (V.). Conclusosi il conflitto mondiale, gli anni immediatamente seguenti furono segnati da un marcato incremento della produzione campanaria, dovuto innanzi tutto alla fusione di nuovi pezzi in sostituzione di quelli dispersi o alla rifusione di quelli danneggiati, cui si affiancava un ampio processo di elettrificazione degli impianti. Tra le attività e realizzazioni eseguite dai B. in questi anni, vanno segnalate, a solo titolo d’esempio, la realizzazione di campane per la parrocchia di Sarezzo vicino a Brescia (datate 1949) e di Canneto sull’Oglio nei dintorni di Mantova (1950), e l’elettrificazione del sistema a slancio delle campane della chiesa di Longarone (1950). Un dato interessante riguarda invece le attività collaterali portate avanti dai B.; dal repertorio on line dell’ufficio brevetti si evince infatti come nel 1948 venne depositato dalla ditta «Fonderie Francesco Broili di Lucio Broili» di Udine un brevetto per un «passeggino per bambini comprendente due fiancate di profilo aerodinamico con effetto ornamentale dato da una cornice metallica lucida racchiudente un pannello e portante due paraurti di estremità profilati a goccia». Nel 1959 l’azienda figurava nel Repertorio dell’Associazione degli industriali udinesi come ditta denominata «Francesco Broili», ma guidata dall’erede L u c i o, avente sede a Udine, in viale Volontari della Libertà, e operante in tutta la regione e al di fuori di essa. La produzione e le attività segnalate riguardano la realizzazione e fornitura di campane in bronzo per le chiese, la rifusione e riparazione di campane lesionate, la fornitura ed il collocamento su campanili di armature di sospensione e oscillazione, la realizzazione di sistemi di suono in ferro e in ghisa, nonché l’esecuzione di impianti sonori alternativi al sistema con campane e l’installazione di automazioni meccaniche ed elettriche. La ditta continuò la sua produzione fino alla fine degli anni Settanta, sotto la denominazione di Campane BROLIF Snc, società rilevata da cinque ex dipendenti e posta sotto la guida di Leonello Rubbazzer. Tra i lavori compiuti nel secondo dopoguerra, oltre a quelli precedentemente citati, vanno segnalati la fusione nel 1954 di una campana in tonalità la/bemolle, del peso di 5.280 chili ed altezza di metri 2, 02, per la basilica di S. Maria degli Angeli (Porziuncola) nei pressi di Assisi e, nel 1965, in collaborazione con la ditta De Poli, la realizzazione delle campane per il duomo di S. Maria di Tricesimo. A testimonianza dell’estensione geografica dell’attività dei B., sono attualmente rilevabili loro realizzazioni non solamente in Friuli, ma anche nel veronese, bergamasco, bresciano, oltre che negli Abruzzi, in Emilia Romagna, Istria, Dalmazia, Schiavonia.

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Bibliografia

Mss BCUd, Del Torso, Genealogie, fam. Broili; BCUd, Principale, 360 (contiente alcuni componimenti poetici di Antonio Broili dedicati al fonditore di campane Luigi Broili: 80v Par lis gnozzis di Luigi Broili cun siore Anute Morelli. Sunett; 85r Lis chiampanis di Meret di Tombe ativadis nel novembar 1854, chiacare a Luigi Broili dedicade; 134r-v Chiampanadis par racomandazion in plen colaudo a sior Luigi Broili Fonditor in Udine… Chiantade).
A. BROILI, A Luigi Broili fonditore in Udine… in segno di stima per tre campane fuse ed attivate in Sclaunicco in perfetto accordo tra esse il 24 dicembre 1849…, [Udine], Vendrame, [1849]; Notizie sulle condizioni industriali della Provincia di Udine, Roma, Tip. eredi Botta, 1890, 47; Repertorio delle industrie aderenti e delle loro produzioni, a cura dell’Associazione degli industriali della provincia di Udine, Udine, Tip. G.B. Doretti, [1959], 137-139; C. SOMEDA DE MARCO, Campane antiche della Venezia Giulia, Udine, Tip. G.B. Doretti, 1961, 27, 146-154; Catalogo delle attività provinciali manifatturiere, a cura della Camera di commercio industria e agricoltura di Udine, Udine, Tip. G.B. Doretti, 1965, 113; N. PARMEGGIANI, Gli stadi dello sviluppo industriale nella provincia di Udine. Ricognizione storica dal primo Ottocento ad oggi, Udine, Del Bianco, 1966, 72-76; A. TAGLIAFERRI, Udine nella storia economica, Udine, Casamassima, 1982, 223, 229, 237; L. RUBBAZZER, Come nasce una campana, in Campane e campanili in Friuli, a cura di M. BORTOLOTTI, Udine, Accademia udinese di scienze lettere ed arti, 1998, 123-132 e passim; G.G. CORBANESE, Il Friuli, Trieste e l’Istria tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. ... leggi Grande Atlante Storico-Cronologico Comparato, Udine, Del Bianco, 1999, 275. Si veda anche: F. DI GREGORIO, Antiche campane istriane, articolo pubblicato on line sul sito www.istrianet.org. Numerose notizie e riferimenti relativi alle campane Broili sono contenuti nei siti: www.campanaribergamaschi.net; www.campanariambrosiani.org; www.campanologia.org; www.sangregoriovii.org; www.scampanotadors.org. La notizia riguardante il brevetto per un nuovo passeggino è stata tratta dal sito dell’Archivio centrale dello Stato per brevetti e modelli: www.fmacs.it.
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