CORONINI CRONBERG RODOLFO

CORONINI CRONBERG RODOLFO (1589 - 1648)

uomo d’armi, poeta d’occasione

Immagine del soggetto

Stemma araldico del conte Ludovico Coronini Cronberg, fratello di Rodolfo, 1632 (Gorizia, Fondazione palazzo Coronini Cronberg).

Nacque a Quisca il 22 agosto 1589, da Giovanni Maria e da Susanna Garbiz. Frequentò le scuole a Graz dove si distinse nelle belle lettere, in particolar modo nella composizione di versi latini. Già nel 1605 scrisse un poemetto dal titolo Genetliaca serenissimo principi Ioanni Carolo serenissimi principis Ferdinandi filio, in occasione della nascita dell’arciduca Giovanni Carlo, figlio dell’imperatore Ferdinando. L’opera fu pubblicata in una raccolta di altre poesie composte per la medesima occasione e stampate a Graz da Georg Widmanstadt. Terminati gli studi, intraprese la carriera militare. Combattè contro i Turchi nell’esercito di Rambaldo di Collalto, che si era posto a servizio dell’imperatore Ferdinando e fu ferito nell’assedio di Budweis. Per il suo servizio, l’imperatore gli conferì il comando civile e militare del castello di Porpetto, nominandolo capitano. Continuò per tutta la vita a dedicarsi alla scrittura; in particolare, compose poemetti celebrativi di personalità di spicco, elegie, epigrammi ed iscrizioni sepolcrali. Tra le tante opere rimaste manoscritte, si ricordano in latino la descrizione del Portogallo, della Spagna e della Francia. Aveva sposato in prime nozze (1614) Susanna Campana. Si unì poi in matrimonio (1622) con Domitilla di Strassoldo, che morì nel 1624. Sposò infine (1626) Chiara Dorotea di Cusmann. Il 17 agosto 1630, insieme con il fratello Ludovico, con i loro discendenti e quelli del terzo fratello Pompeo deceduto, fu elevato da Ferdinando II alla dignità di barone di Cronberg. Morì nel 1648.

Bibliografia

ASG, Archivio Coronini Cronberg, Atti e documenti, 248/625.

MORELLI, Istoria, III, 334-335; DI MANZANO, Cenni, 67; L. SCHIVIZ VON SCHIVIZHOFFEN, Der Adel in den Matrikeln der Grafschaft Görz und Gradisca, Gorizia, Selbstverlag des Verfassers, Duck von Karl Gerolds Sohn, 1904, 301.

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